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Medici: dalla sala operatoria alla galera

Peculato, truffa, omicidio colposo. In Italia sempre più dottori finiscono al centro di indagini della magistratura: ecco gli ultimi casi

Cifre da capogiro

Arrestati, sospesi, radiati. In cinque giorni, nove medici sono finiti in carcere e 8 sono stati indagati . Le accuse sono le più disparate: abbandono di incapace, omicidio colposo, peculato, truffa aggravata, corruzione e concussione. Gli ultimi casi di Bologna, Roma, Potenza, Sassari e Pisa sono solamente uno spaccato di una realtà molto più complessa fatta di numeri da capogiro e di “professionisti” capaci di falsificare i registri delle sale operatorie, di agevolare familiari, amici, parenti e amanti con escamotages ingegnosi che costano al Servizio Sanitario nazionale e dunque alle “tasche” dei contribuenti, milioni e milioni di euro. Da Nord a Sud Italia, infatti, ogni mese decine di medici finiscono al centro di indagini della magistratura.

Solamente in due Aziende Ospedaliere ovvero quelle di Perugia e Terni, i carabinieri del Nas del capoluogo umbro, hanno deferito all'autorità giudiziaria 776 persone, tra medici, infermieri amici e parenti di questi, perché ritenuti responsabili di truffa aggravata, falsità materiale e ideologica commessa in atti pubblici e atti informatici, abusivo esercizio della professione sanitaria, peculato ed infine abuso d’ufficio.

Solamente nel primo semestre di questo anno i Carabinieri del Nas hanno stimato truffe ai danni dello Stato per 18.828.000 euro. Nel 2013 la cifra ha raggiunto i 113.462.000 euro.

Il modus operandi dei professionisti corrotti

Arma dei Carabinieri

Colonnello Vito Antonio Diomeda, vice comandante nazionale dei Carabinieri del Nas, quali sono i reati commessi più frequentemente dai medici ai danni dal Ssn?

La concussione è sicuramente uno dei reati che riscontriamo più frequentemente durante i nostri controlli. In sostanza i medici inducono i pazienti a richiedere prestazioni a pagamento con la falsa prospettazione di lunghe liste d’attesa. Poi abbiamo alterazione delle liste d’attesa per dare la precedenza a quei pazienti che sono transitati dagli studi privati dei medici coinvolti.

Altro reato gravissimo che abbiamo scoperto è relativo alla falsificazione del registro di sala operatoria: i medici inseriscono artatamente il nome di un collega o il proprio, per far lievitare il numero degli interventi cosiddetti “istituzionali” a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale, aumentando così la casistica operatoria personale. Non meno onerosi per le casse dello Stato, i reati compiuti dai medici specialisti che risultano in servizio pieno ed esclusivo presso strutture pubbliche che, però, di fatto esercitano l’attivitàlibero professionale in regime di intramoenia allargata.

Questo che cosa comporta? Attestando falsamente di non esercitare alcuna attività professionale, questi medici percepiscono illecitamente l’indennità di retribuzione dal S.S.N.. Infine abbiamo riscontrato moltissimi casi di peculato

 

 

Il gioco dei falsi ricoveri

Carabinieri dei NAS all'esterno di un ospedale . ANSA / PIETRO CROCCHIONIAnsa

Comandante, molti medici e infermieri approfittano della loro posizione per non far pagare il ticket ai propri familiari e amici..

 Il Nas di Perugia ha smascherato un sistema ideato dai medici e dal personale infermieristico per eludere le lunghe liste di attesa ed il pagamento della quota di compartecipazione alla spesa sanitaria, ovvero, il ticket per gli esami ematici e specialistici. Questo accadeva in alcuni ospedali della provincia dove parenti, amici e conoscenti del personale medico e paramedico figuravano falsamente come ricoverati per effettuare prestazioni specialistiche di endoscopia digestiva, esempio, gastroscopie, rettoscopie e colonscopie.

In meno di 3 anni abbiamo deferito all’Autorità Giudiziaria circa 1000 tra medici, infermieri ed operatori sanitari e circa 900 cittadini-pazienti che hanno beneficiato di queste prestazioni procurando un danno all’erario di oltre 2milioni euro.

 

Ci spieghi meglio come funzionava…

I dipendenti Asl, medici, infermieri e operatori socio sanitari effettuavano prelievi ematici a se stessi, propri familiari e conoscenti, inserendo i dati anagrafici e gli esami da eseguire nel sistema Web Lis per inviarli al relativo laboratorio, attestando il ricovero. Ma ovviamente non vi era nessun ricovero né day ospital. In questo modo evitavano le lunghe liste di attesa ma soprattutto il pagamento del ticket sanitario. I militari, infatti, hanno scoperto che molte delle richieste di prestazione risultavano provenire proprio da reparti ospedalieri dove lavoravano i medici che firmavano quelle richieste indicando lo stato di “ricoverato” dell’assistito. In alcuni casi e per esami particolarmente costosi, questi medici dichiaravano il falso stato di ricovero degli assistiti per far erogare le prestazioni sanitarie a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale. 

Gli ultimi casi, da Nord a Sud Italia

Arma dei Carabinieri

Potenza. Il dottor Matteo G., uno dei tre medici dell'Ospedale San Carlo di Potenza, arrestati il 24 ottobre scorso nell'ambito di un'inchiesta della magistratura "guardava inebetito, spaventato" quanto stavano facendo gli altri cardiochirurghi durante l'intervento che, il 28 maggio 2013, ha portato alla morte della paziente, avvenuta poco dopo l'inizio dell'operazione ma proseguita per altre sette ore, fino a quando la donna, "che presentava parametri ormai incompatibili con la vita", è stata portata, inutilmente, in rianimazione. Il gip di Potenza Amerigo Palma nelle 21 pagine dell'ordinanza riporta le parole con cui il cardiochirurgo Michele Cavone (un altro dei tre mediciarrestati ndr.) racconta al collega Fausto Saponara alcuni particolari dell'operazione. Cavone nell'audio fa riferimento al primario del reparto, Nicola Marraudino (il terzo arrestato ndr), ripetendone le parole durante l'operazione: "Io gli faccio l'intervento e poi diciamo che è morta per una complicanza". Il giudice, per questo motivo, evidenzia che "é con l'intento di coprire proprie e altrui responsabilità, e quindi di eludere eventuali successive investigazioni, che Marraudino e Cavone, alla presenza di Tancredi, hanno continuato a effettuare l'intervento per circa sei o sette ore su una paziente che presentava parametri ormai incompatibili con la vita". Cavone, sempre riferendosi a Marraudino, specifica che "si è portato medico G. dalla sua parte, che testimonierà in suo favore, dovesse succedere".

Sassari: Nello studio di medicina del lavoro di cui è titolare, un dottore consentiva alla sua segretaria di svolgere visite oculistiche, spirometriche e cardiologiche e di rilasciare i certificati medici relativi agli accertamenti effettuati pur non avendo alcun titolo e nessuna abilitazione. I Nas di Sassari hanno arrestato un medico con specializzazione in medicina di base, convenzionato con l'Asl, e la sua segretaria. I due, ai quali èstata notificata un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, sono accusati di truffa, falso, esercizio abusivo della professione e frode in pubbliche forniture. Oltre ai due arrestati, infatti, sono stati denunciati in 13, compresi diversi medici dello studio associato, accusati in concorso con lo specialista e alcuni funzionari pubblici per aver informato gli indagati di notizie che dovevano rimanere segrete.

Tra peculato e assenteismo

Arma dei Carabinieri

Pisa:  Due medici, un uomo ed una donna, "giocavano ai dottori" in modo pesante fra loro e forse con altre persone, producendosi in performance sessuali sadomaso e utilizzando anche presidi medici e chirurgici. Adesso sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta della procura di Pisa. Il caso sarebbe stato scoperto dopo il ritrovamento di una chiavetta Usb nella tasca di un camice mandato a lavare. La chiavetta, infatti, conteneva foto relative a pratiche sessuali con presidi medici e strumenti chirurgici, ma anche con primi piani di parti intime femminili con punti di sutura. La pennetta è stata consegnata ai carabinieri e le indagini hanno consentito di risalire ai due medici, un 47enne pisano ed una 40enne livornese. Nel corso di perquisizioni nelle abitazioni e in un camper, sono stati trovati pc portatili, chiavette, foto e oggetti usati per pratiche sadomaso. I due medici avrebbero spiegato che quelle immagini riguardavano i loro momenti di intimità, senza che fossero coinvolte altre persone. Da accertare, soprattutto, se sono stati usati materiali di studi privati o dell'azienda sanitaria presso la quale lavorano. In tal caso potrebbe scattare l'accusa di peculato

Campobasso. I Carabinieri dei NAS di Campobasso hanno  arrestato un dirigente medico responsabile del Poliambulatorio di Montenero di Bisaccia e per un operatore tecnico con funzioni di autista.

I miliari del NAS hanno scoperto che il medico e alcuni dipendenti, dopo aver timbrato la propria presenza in servizio, si allontanavano dal luogo di lavoro senza alcuna giustificazione per dedicarsi a faccende private causando non pochi disservizi nelle prestazioni da parte della struttura sanitaria pubblica. L’attività investigativa ha permesso di accertare che gli indagati hanno causato un danno dell’Azienda Sanitaria Regione Molise di Campobasso pari a circa 70 mila euro.

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Nadia Francalacci