Un Sacco di nuovi posti letto e di tecnologie anti coronavirus
L'ospedale Sacco di Milano (Ansa, Matteo Bazzi)
Salute

Un Sacco di nuovi posti letto e di tecnologie anti coronavirus

Tra 60 giorni sarà pronto, nell'ospedale milanese, un reparto hi-tech di terapia intensiva

L'ospedale Sacco di Milano è uno dei due centri italiani di riferimento per la malattie infettive e tropicali, l'altro è lo Spallanzani di Roma. Non c'è dubbio che, in pieno tornado da Covid-19, il Sacco sia stato uno dei centri più sovraccarichi di lavoro e tensione, con un impegno quotidiano ai limiti del collasso. Per potenziarne la capacità di accoglienza e di cura (anche in previsione di un'eventuale ondata autunnale del coronavirus, cosa ritenuta piuttosto probabile da tutti gli scienziati) è appena partito un cantiere per dotare il vecchio padiglione di un reparto di terapia intensiva all'avanguardia, con tecnologie innovative e nuovi criteri di edilizia sanitaria.

L'iniziativa, finanziata con oltre 3 milioni di euro da Ceetrus Italy, ImmobiliarEuropea e Sal Service - attraverso la joint venture Merlata Sviluppo, sarà terminato nel giro di 60 giorni. Alla fine, saranno stati ristrutturati oltre mille metri quadri del reparto di rianimazione al piano terra (padiglione 51), ci saranno altri 10 posti letto per pazienti con patologie infettive a elevata diffusibilità e pericolosità, oppure immunodepressi; sei stanze di degenza isolate da zone filtro per garantire il massimo livello di bio-contenimento, proteggendo malati, medici, infermieri e operatori sanitari.

«È un progetto straordinario che ci permetterà di fronteggiare l'emergenza in atto» dice Alessandro Visconti, direttore generale dell'ASST Fatebenefratelli Sacco. Dentro l'area intesiva sarà poi ricavata anche una «emergency room», ossia un locale dove i medici potranno effettuare piccoli interventi e procedure diagnostiche senza bisogno di trasferire un paziente infetto fuori dalla rianimazione, ed evitando di contaminare altre aree. Ricordiamo che, in questi mesi, gli ospedali sono stati, loro malgrado, un notevole focolaio di contagi per altri pazienti e per medici e infermieri.

«Ci sembrava doveroso offrire un aiuto alla città in cui abbiamo la nostra sede, anche per dare un senso concreto alla nostra missione, ossia costruire luoghi che rispondano alle esigenze e alle necessità dei cittadini» spiega Marco Balducci – General Manager CEETRUS Italy . «Realizzeremo una sala di terapia intensiva in tempi record, che sarà un contributo permanente per Milano anche qualora, nella più ottimistica delle previsioni, il coronavirus venga sconfitto prima della consegna».

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Daniela Mattalia