La proteina che rende vulnerabili le cellule tumorali
Salute

La proteina che rende vulnerabili le cellule tumorali

Uno studio, con fondi Airc, ha scoperto come superare la resistenza alla chemioterapia del cancro al colon retto. (E quest'anno, l'Azalea della ricerca si acquista online)

Nel cancro al colon, come in ogni altro tipo di neoplasia, il «motore» che alimenta e nutre il tumore è rappresentato dalle cellule staminali: cellule potenzialmente immortali, con una frenesia replicativa difficile da controllare. Prese da manie di grandezza, in un certo senso, continuano a riprodursi e a moltiplicarsi, ignorando i segnali di stop dell'organismo.

Ancora oggi, nonostante progressi e passi avanti, il carcinoma del colon-retto rimane una delle principali cause di morte nei paesi occidentali, anche perché contro le forme avanzate mancano terapie efficaci .

Ora, uno studio finanziato interamente dall'Airc e coordinato da Giorgio Stassi, responsabile del Laboratorio di oncologia molecolare all'Università degli Studi di Palermo, ha individuato in una particolare molecola, chiamata BMP7, un possibile trattamento per rendere le staminali tumorali del colon retto vulnerabili alla chemioterapia. Che a Panorama spiega: «Le cellule staminali tumorali, così come le staminali normali, sono immortali ma dormienti, in stato di quiescenza. E proprio per questo vengono risparmiate dalla chemioterapia, che agisce sulle cellule che hanno un'attiva proliferazione e si dividono molto velocemente».

In altre parole, le staminali tumorali «dormienti», non toccate dalla chemio, possono poi riattivarsi e proliferare, dando luogo a metastasi anche in siti lontani dal cancro primario. Il loro «sonno» temporaneo funziona come uno scudo protettivo, ma è anche un potenziale tallone d'Achille. «La molecola da noi sperimentata neutralizza lo stato dormiente delle staminali tumorali» spiega Stassi (il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Oncogene del gruppo Nature). «Una volta "risvegliate" diventano sensibili alla chemioterapia. Ed è una scoperta importante proprio perché svela un meccanismo fondamentale con cui i tumori del colon resistono ai chemioterapici. Inoltre, lo studio conferma che le cellule staminali rappresentano il futuro della ricerca sul cancro».

La BMP7 sperimentata è la variante, resa più solubile e stabile, di una molecola già utilizzata nel trattamento dell'osteoporosi, dell'artrite e dell'artrosi, proprio perché aiuta il tessuto osseo a rigenerarsi. Testata per ora su animali di laboratorio (con un modello indotto di tumore al colon) ha dato esiti promettenti: «Iniettata nel peritoneo degli animali, la molecola ha mostrato di far regredire il tumore e di inibire lo sviluppo di metastasi, con risultati a lungo termine» afferma Stassi.

Nei prossimi mesi partiranno i test clinici sui pazienti con stadio avanzato del cancro al colonretto (molto probabilmente all'ospedale Gemelli di Roma). La molecola BMP7 potrebbe agire anche su altri tipi di cancro? Questo, risponde il ricercatore, è ancora da stabilire, dal momento che ogni tumore ha caratteristiche genetiche diverse. Ma non è escluso.

Ogni passo avanti nella lotta contro il cancro, del resto, sia pure in specifiche neoplasie, aiuta la comprensione di questa malattia e quindi la possibilità di terapie mirate e più efficaci.

L'Azalea della Ricerca su Amazon

Con l'emergenza pandemia, l'Airc si è «inventata» un nuovo modo per finanziare la ricerca: per la prima volta in 36 anni L'Azalea della Ricerca non sarà distribuita in piazza dai volontari ma si potrà ordinare su Amazon.it, (una pianta 15 euro), e riceverla a casa grazie al contributo di Banco BPM.

Potete aiutare la ricerca contro i tumori anche così:

-Con tutte le carte di credito su airc.it o chiamando il numero verde 800 350 350 (dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 19.30).

-chiamando il 45521 da telefono fisso per donare 5 o 10 euro o inviando al 45521 uno o più sms del valore di 2 euro.

-Con bonifico bancario IT63R0503401633000000007226 al Banco BPM (per i clienti attraverso home banking).

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Daniela Mattalia