Tutti i complotti e le teorie attorno al Coronavirus
(Ansa)
Salute

Tutti i complotti e le teorie attorno al Coronavirus

Sono diverse le tesi complottistiche, dalla guerra Usa-Cina, al virus generato in laboratorio. Fake news che però sono molto seguite e creano il panico - Tutto sul Coronavirus

In tema di Coronavirus forse il vero pericolo per l'umanità non è tanto la percentuale di mortalità tra chi lo contrae (che resta inferiore allo 0,4%), quanto piuttosto l'ignoranza della gente che diffonde false notizie e genera panico tra la popolazione e l'unico vaccino valido per fermare questo dilagare di menzogne si chiama informazione.

Da quando l'epidemia è arrivata in Italia i focolai di complotti, teorie di ogni tipo, giochi di guerra, colmi di bufale, falsi scoop, e moniti del tutto infondati che moltiplicano l'angoscia, confondono le idee e rendono ancora più difficile il lavoro a chi cerca di riportare la situazione sotto controllo sia da un punto di vista sanitario sia da un punto di vista sociale.

Lo Speciale di Panorama.it sul Coronavirus

Una delle prime e più diffuse teorie complottistiche che si trovano in Rete vedono il Coronavirus come arma utilizzata dagli Stati Uniti che, in accordo con l'Iran, avrebbero effettuato un attacco batteriologico verso la Cina per fermare la crescita economica del Dragone. Tra gli Stati europei sarebbe stata colpita proprio l'Italia in quanto responsabile di aver aperto la nuova cosiddetta "Via della seta" stringendo accordi commerciali con i cinesi allo scopo di far filtrare la potenza cinese nel vecchio Continente e, vista la posizione strategica del nostro Paese, fornendo alla Cina la porta d'accesso verso l'Africa.

Usa e Iran – dove il Covid-19 non è ancora arrivato – secondo i complottisti, avrebbero quindi creato il virus in laboratorio (forse proprio a Wuhan con l'appoggio di infiltrate spie cinesi) per fiaccare l'economia del Dragone. Non solo: gli States avrebbero già il vaccino e sarebbero pronti a venderlo al mondo intero guadagnando miliardi di dollari. E qui si aggancia l'altra tesi complottista che va per la maggiore e che vede Bill Gates come artefice della diffusione dell'epidemia.

Il filo logico (ma senza fondamento) che muove la tesi parte da un evento organizzato nell'ottobre 2019 dal Center for Health Security della Johns Hopkins University finanziato dalla Fondazione Bill and Melinda Gates, Bloomberg e dal World Economic Forum. "L'evento 201" era una simulazione di cosa sarebbe potuto accadere all'economia e agli equilibri mondiali nel caso della diffusione di una gravissima pandemia. Veniva citato un virus zoonotico trasmesso da pipistrelli e maiali alle persone e poi da persone a persone. L'agente patogeno si era sviluppato in Brasile e poi da lì in tutta l'America del sud, negli Usa, Europa e Cina. Una sorta di Sars più grave che avrebbe causato 65 milioni di morti. Si trattava di una simulazione, di un evento ipotizzato dagli studiosi nel tentativo di modellare possibili reazioni a una tale congiuntura economica e non farsi trovare impreparati.

Secondo i complottisti, però, questa non sarebbe stata una simulazione, ma una vera e propria esercitazione voluta e finanziata da Bill Gates con lo scopo di diffondere l'epidemia. Per rendere ancora più "credibile" questa tesi c'è chi interpreta la decisione di Gates di donare 100 milioni di dollari alla ricerca sul vaccino solo una scusa per comprare il vaccino stesso alla fine di rivenderlo guadagnando miliardi di dollari.

Anche l'origine del Covid-19 è avvolta dal mistero. I più agguerriti complottisti sostengono che sia stato creato in laboratori biochimici a Wuhan con lo scopo di annientare la specie umana, ma c'è anche chi, e la notizia è priva di ogni fondamenta – ritiene che a trasmettere il virus siano stati non pipistrelli o serpenti (tesi più accreditata, ma ancora in fase di analisi scientifica) ma gli animali domestici. L'OMS assicura che cani e gatti non trasmettono in alcun modo il virus anche se l'Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda che, in ogni modo, è buona norma igienica lavarsi le mani accuratamente dopo aver toccato ogni tipo di animale.

E sul tema mani, bocca, guanti e mascherine se ne sentono di tutti i colori ed è bene far chiarezza.

Per evitare la trasmissione del virus è importante lavarsi spesso e bene le mani, ma la psicosi generalizzata che vede mezzi pubblici deserti, locali vuoti e persino i pronto soccorso dove c'è sempre fila h.24 sette giorni su sette sembrano abbandonati. Toccare superfici (maniglie, sedie, tavoli) dove può essere arrivato il virus non determina la possibilità di contagio. Non è vero che il virus resiste una settimana su ferro e metallo ed è improbabile che il contagio passi da superfici inanimate.

Resta buona norma lavarsi le mani e non portarle alla bocca dopo essere stati a contatto con oggetti utilizzati da più persone, ma il veicolo di contagio favorito è il colpo di tosse a distanza ravvicinata con soggetti positivi al virus. Le particelle di saliva sono conduttori del Covid-19, ma proteggersi con le mascherine non serve. Gli unici a cui serve la mascherina sono coloro che sono già stati infettati per evitare di diffondere il virus.

Bazzicando il rete e scorrendo i wall di Facebook ogni giorno spuntano bufale nuove come quella secondo cui il Coronavirus rende gli uomini sterili o la leggenda metropolitana che narra di un italiano infetto bloccato in Cina come varia per esperimenti chimici atti a mettere a punto il vaccino. C'è poi il falso audio che gira su Whatsapp dove si sente la voce di una donna il cui marito lavorerebbe in Regione Lombardia che avvisa amici e parenti del fatto che le autorità starebbero per chiudere Milano fino al 5 marzo: tutti gli esercizi commerciali, uffici, banche, imprese, scuole dovrebbero abbassare le saracinesche per almeno una settimana. La voce della donna chiede di diffondere l'audio e di correre a far scorta di viveri e beni di prima necessità. Anche questa notizia è falsa e priva di ogni fondamenta come le decine di post, audio, false notizie che indicano la presenza di casi di Coronavirus in diverse località italiane: da Brescia a Lodi, da Peschiera a Bari. Queste notizie, che non arrivano da fonti ufficiali, servono solo a generare panico e confusione in un momento delicato dove è fondamentale adottare comportamenti corretti, ma è altrettanto importante non farsi prendere dal panico.

Il Coronavirus non è la nuova peste, è un virus che può essere preso in maniera lieve o più grave a seconda della condizione immunitaria del soggetto, ma che raramente è mortale (nella zona di Wuhan l'incidenza è stata tra il 2 e il 4% dei casi e appena ci si allontana dall'epicentro si scende sotto lo 0,4%).

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Barbara Massaro