Regione Sicilia. Eccentrica, improvvisata, fantasiosa: storia della giunta Crocetta che stupisce perfino se stessa
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Regione Sicilia. Eccentrica, improvvisata, fantasiosa: storia della giunta Crocetta che stupisce perfino se stessa

Il cantautore, l’astrofisico, il pm e la studentessa fuori corso: i neoassessori siciliani sono solo parte dell’«effetto megafono» che pare guidare tutte le scelte del governatore.

I giorni dei siparietti, degli inciampi e delle retromarce sono ormai alle spalle del presidente: «Sembra Sansone» ha osservato il musicista Franco Battiato, suo neoassessore. Rosario Crocetta, il governatore siciliano, ha compiuto un’eccezionale impresa: comporre la giunta più variegata e multidisciplinare che la politica ricordi. Un cantautore avanguardista al Turismo. Un fisico esperto di particelle elementari ai Beni culturali. Un magistrato antimafia all’Energia. Una studentessa fuori corso alla Formazione professionale. E lui, «Sansone», a puntellare ogni giorno di governo con dichiarazioni prodigiose, quasi quanto la forza del personaggio biblico cui lo si accosta.

Portentosa è stata, per esempio, la frase pronunciata da Crocetta il 18 novembre, a una settimana dal suo insediamento, ospite della trasmissione L’Arena su Rai 1: «Ho messo in atto una spending review che taglia 1 miliardo di euro. Sfido qualsiasi presidente di regione! Chi ha fatto non nel primo giorno, ma in 5 anni di mandato, un’operazione del genere?». Eppure, armati del solito malanimo, a Palermo sono spuntati i primi detrattori. Che, insolenti, lo hanno soprannominato «Crocetta La Qualunque», mutuando nome e attitudini del personaggio di Antonio Albanese.

Infamità. Il governatore tira innanzi: «La rivoluzione è appena iniziata» arringa. E la sua eterogenea giunta sta lì a dimostrarlo. Due i prescelti di caratura planetaria. Il primo: il cantautore catanese Battiato. Il 4 novembre, il maestro annuncia: «Crocetta mi ha offerto di fare l’assessore alla Cultura». Il 6 novembre rettifica: «Non sarei alla Cultura, ma al Turismo e spettacolo». Il 20 novembre precisa: «Mi occuperò solo di Spettacolo». Ora, per l’appunto, lo aspetta un mese di lavoro alla regione. Fino al 19 gennaio 2013, quando partirà in tour per promuovere il suo nuovo album Apriti Sesamo. A chi mostra scetticismo sulle sue doti di ubiquità il cantautore replica: «Non è che io debba stare in un luogo fisso per fare l’assessore» ha detto all’Huffington post. «Piuttosto devo organizzare una tessitura che permetta di realizzare idee». E dunque, parafrasando uno dei suoi versi più celebri, avrà delega alle meccaniche celesti.

Delega che calzerebbe come un guanto anche al fisico Antonino Zichichi, noto per le puntute critiche al darwinismo ma anche per gli infiniti spunti imitativi offerti al comico Maurizio Crozza. Lo scienziato, di dichiarate simpatie berlusconiane, è ormai l’altro astro del firmamento politico siciliano, nonostante gli 83 anni appena compiuti: guiderà i Beni culturali. Appena nominato ha però ammesso di non potere abbandonare il Cern, il centro di ricerca nucleare in cui esercita: «Altrimenti 1.000 persone rischierebbero il posto». E il Cern sta a Ginevra. Allora, che si fa professore? «Non giudicateci dalla presenza. Vivo tra le nuvole, ma so cosa fare».

Uomo decisamente più terreno sembra essere invece Nicolò Marino, pm antimafia di Caltanissetta scelto per l’assessorato all’Energia: «Sono una persona molto concreta» ha dettato alle agenzie. «E sono orgoglioso di ricoprire questo ruolo continuando a fare il magistrato. Voglio creare una squadra investigativo-tecnica». Esperienze inquisitorie che sarebbero utilissime anche nella Formazione professionale, su cui l’anno scorso sono piovuti 455 milioni di euro pubblici: settore in mano a «orchi» per ammissione di Crocetta. Contro di loro il governatore schiera dunque una «Biancaneve»: Nelli Scilabra, 29 anni, studentessa (assai) fuori corso a giurisprudenza: «Sulla formazione» ha detto alla Repubblica «devo ancora studiare e lo sto già facendo. Per fortuna arrivo in un assessorato pieno di gente competente». Scilabra faceva parte dello staff elettorale di Crocetta:
«Nel Pd sono vicina a Giuseppe Lumia» ha spiegato. Il riferimento è al senatore antimafia, nonché fine tessitore di alleanze. Fu lui l’artefice dell’appoggio dei democratici all’ex governatore, Raffaele Lombardo. Ed è lui l’inventore della candidatura di Crocetta. Che ora pensa a lui come capolista al Senato della  sua nascente creatura politica: il Megafono.

Oggetto indovinatissimo: fin dal suo insediamento il presidente Sansone ha cercato e ottenuto una sensazionale ribalta mediatica. Ha annunciato risparmi per miliardi di euro. Ha dichiarato decaduti i 21 giornalisti dell’ufficio stampa. E ha revocato i consulenti. Categoria cui apparteneva pure Linda Vancheri, «responsabile della segreteria per la presidenza» alla Confindustria di Caltanissetta. Chiamata dall’assessorato alle Attività produttive come esperta di «internazionalizzazione delle medie imprese» dal gennaio del 2010 al marzo del 2012: tre contratti, per un totale di 85.866 euro. Crocetta l’ha scelta come assessore, proprio dove prestava i servigi: le Attività produttive.

Agli Enti locali è stata invece designata Patrizia Valenti. Nominata il 28 novembre. E, poche ore dopo, biasimata da Crocetta. Che l’ha accusata di avergli omesso un rinvio a giudizio per omissione d’atti d’ufficio: «Non è stata leale. Ne tragga le conseguenze». Valenti, diligentemente, si è dimessa il giorno successivo. Salvo essere perdonata 24 ore dopo, dallo stesso governatore: «La povera
Patrizia è diventata una specie di criminale, ma il suo reato può capitare a tutti». Infine, l’1 dicembre, il repechage ufficiale: «Chiusa la questione. L’assessore è già al lavoro».

Moralizzare, sfoltire, modernizzare. Il mantra presidenziale viene recitato di fronte a ogni taccuino. Il primo e sostanzioso risparmio, però, sarebbe stato non assoldare assessori esterni, pescando tra i 90 deputati eletti nell’assemblea più pletorica d’Italia. Invece i prescelti, se si escludono Battiato e Zichichi, che hannorinunciato all’indennità, costeranno 2 milioni all’anno alle disastrate casse della regione. Per la Sicilia il rischio di default sarebbe concreto. Due mesi fa l’ex assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha lanciato l’allarme: «Il sistema collasserà nel 2014, se non si rinegozia il patto di stabilità e non si taglia la spesa».

L’immane compito era stato affidato il 23 novembre a Francesca Basilico D’Amelio, ex dirigente del ministero dello Sviluppo economico. L’incarico era stato annunciato in una conferenza stampa, con una «nomina via pizzino»: così l’ha definita Claudio Reale, che sul sito Livesicilia ne ha fatto la cronaca minuto per minuto. Raccontando del segretario del Pd isolano, Giuseppe Lupo, che passa un pezzo di carta a Crocetta. Che, a sua volta, esclama: «Le sorprese non finiscono mai! Abbiamo altri due assessori…». Tra cui, appunto, Basilico D’Amelio. I giornalisti domandano lumi. E il governatore ammette: «L’ha nominata il Pd». «È siciliana?» chiede un giornalista. «Non lo so» si arrende Crocetta. Mentre il segretario del Pd isolano, al telefono, vuole dettagli. Alla fine viene svelato l’arcano: è napoletana. Tre giorni più tardi diventa chiara anche la sua rinuncia: «Per motivi familiari». Al suo posto arriva Luca Bianchi, economista dello Svimez. Giusto in tempo perché il presidente Sansone, a favor di telecamere, possa ribadire: «La mia rivoluzione è appena cominciata».

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Antonio Rossitto