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ANSA/ ETTORE FERRARI
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Virginia Raggi: 5 motivi per farla dimettere da sindaco di Roma

La sua giunta sta devastando (oltre che la città) l'immagine dei 5stelle e non le da più alcuna fiducia. Così come gli iscritti al movimento. E Grillo

I quattordici mesi di Virginia Raggi alla guida del Campidoglio? Un campionario di errori, gaffe e inchieste imbarazzanti. Non serve neanche più elencarne le singole voci (e comunque non basterebbe un libro per contenerle tutte) per descrivere l’agire grottesco della sindaca di Roma. Più interessante, forse, è capire le intenzioni dello stato maggiore pentastellato sulla sindaca della capitale. Beppe Grillo e Davide Casaleggio, infatti, hanno almeno 5 buone ragioni per liberarsi della prima cittadina, una per ognuna delle stelle del movimento.

  • 1. È chiaro come il sole che la giunta-Raggi sta devastando l’immagine pentastellata su scala nazionale, un fatto letale in vista delle elezioni politiche del 2018. Insomma, parafrasando Stalin, il raggismo rappresenta la malattia infantile del grillismo. E in qualche modo va superata.
  • 2. entro settembre la sindaca potrebbe essere rinviata a giudizio per le accuse di abuso d’ufficio e falso in relazione, rispettivamente, alle nomine di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica e di Renato Marra alla direzione turismo. Il codice etico del movimento non prevede l’espulsione in casi come questo. Tuttavia, il rinvio a giudizio sarebbe un ottimo pretesto per liberarsi di lei, magari attraverso il solito referendum on line.
  • 3. Nonostante le smentite periodiche, Raggi non gode più della fiducia di uno dei due padroni del movimento, Beppe Grillo. Che in passato ha anche provato a portare Virginia a più miti consigli. Ma lei niente, ricasca sempre nei soliti errori. E infatti il comico genovese non vuole saperne più nulla. A difendere la sindaca, ormai, è soltanto Davide Casaleggio, ma solo perché è un tipo assai paziente. Già, ma per quanto?
  • 4. La fiducia, Raggi, l’ha persa pure tra gli iscritti al movimento della Capitale, nel suo gruppo consiliare al Campidoglio e persino nella giunta che guida, con in testa l’assessore Andrea Mazzillo. Sono tutti gruppi e soggetti che, a vario titolo, non intendono suicidarsi insieme alla sindaca. Anzi, vorrebbero uccidere lei (politicamente, s’intende).
  • 5. A eliminare alla base il problema potrebbe però essere un agente esterno. Ovvero, la Corte dei conti chiamata a esaminare il bilancio del Comune. Se, come sembra, è davvero fallace, potrebbe addirittura scattare il commissariamento. Ma non tutto il male verrebbe per nuocere. Così lei, Virginia, potrebbe anche denunciare un presunto colpo di stato dei presunti poteri forti contro la sua giunta presunta autorevole. Un’uscita onorevole e, appunto, presunta. O, meglio ancora, presuntuosa.

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Carlo Puca