Ancora caos a Montecitorio. Girandola di nomi per il Colle
Politica

Ancora caos a Montecitorio. Girandola di nomi per il Colle

La quarta giornata di voto per l'elezione del Presidente della Repubblica si chiude come le altre, con un nulla di fatto, dove solo il caos è superiore al numero dei nomi fatti

E anche la quarta giornata di voto per l’elezione del Presidente della Repubblica finisce con un nulla di fatto. Nemmeno la riduzione del quorum (non più i due terzi dei grandi elettori ma la maggioranza semplice) hanno cambiato le cose, anzi. A ben vedere fatti e dichiarazioni la sensazione è che la matassa sia sempre più intricata come se, la ricerca di una soluzione, di fatto complichi sempre più la situazione.

perché se c’è una cosa certa è che Meloni e Renzi a parte gli altri segretari non controllano fino in fondo i loro elettori. E così, senza la certezza di fedeltà assoluta da parte di tutti i propri «peones» per i leader dei partiti proporre un nome o studiare una strategia rischia di trasformarsi in uno schianto senza speranze contro lo scoglio dei franchi tiratori.

Se la serata di ieri era partita con i nomi nuovi ci Sabino Cassese, di Pierferdinando Casini e della Presidente del Senato, Casellati, la serata di oggi ruota attorno ai nomi di Franco Frattini, riapparso dopo la bocciatura del primo giorno, e quello di Mario Draghi.

Sullo spostamento dell’attuale premier da Palazzo Chigi al Quirinale ci sono più che semplici voci; quello però che diventa davvero complicato e costruire un accordo per il Governo che dovrà traghettare l’Italia alle prossime elezioni politiche.

Si parla di richieste di ministeri da parte di ogni partito e soprattutto non è chiaro chi potrebbe essere il capo del nuovo esecutivo.

La cosa, se ci pensiamo bene, in realtà sarebbe più che prevedibile; questo parlamento infatti proprio 12 mesi fa non riuscì dopo la crisi di governo del Conte Bis a trovare una maggioranza politica alternativa, costringendo Mattarella a chiamare Draghi, commissariando di fatto la politica stessa.

12 mesi dopo la crisi della politica, se possibile, si è fatta più profonda, intaccando non solo il rapporto tra le coalizioni ma minando all’interno i partiti stessi che dovrebbero gestire passaggi fondamentali come la scelta del Presidente della Repubblica.

Domani previste due votazioni, nella speranza che anche la stanchezza, possa avere il suo peso. Perché lo spettacolo offerto agli italiani in questi giorni di sicuro non fa bene alla politica, alla sua immagine, alla sua credibilità.

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Andrea Soglio