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(Ansa)
Politica

I Musei in sciopero, contro Franceschini

Dal Marta di Taranto ad altri luoghi storici della cultura il malessere di un mondo che si scaglia contro il proprio ministro che ignorerebbe i problemi del settore

Mentre Franceschini riunisce la sua corrente e da Cortona lancia diktat agli alleati, gli operatori della cultura scioperano sotto il suo ministero.

In tutta Italia mobilitazione dei sindacati della Funzione Pubblica “Contro l'abbandono del Ministero della Cultura, per rivendicare una nuova politica di gestione del patrimonio culturale, accompagnata da un piano di occupazione straordinario che qualifichi gli investimenti organizzativi garantendo la fruizione a tutti i cittadini”.

Il casus belli è scoppiato la scorsa settimana, quando con un post sui social il Marta di Taranto, uno dei 20 musei autonomi, ha annunciato che domenica 3 luglio, la prima domenica del mese (con le visite gratuite previste dal Ministero), sarebbe rimasto chiuso per carenza di personale.

La vicenda era nota da tempo, e andava avanti con difficili tira e molla e rottura delle relazioni sindacali, ma quel post lanciato nell’agone mediatico ha ringalluzzito la propaganda dei politici partiti alla gara delle dichiarazioni sullo sfregio della chiusura.

In effetti il Marta rappresenta l’apice della retorica antindustrialista che vorrebbe un Paese vocato esclusivamente al turismo e alla cultura, e cosa importa se poi non si trova il personale per l’accoglienza dei turisti. In questa narrazione si attaglia il museo archeologico che da qualche anno, insieme alle voluminose crociere con i motori accesi all’ingresso della città, viene presentato come nuova immagine di Taranto e alternativa Green all’economia siderurgica.

Rinnovato e ampliato durante il Governo Renzi, fu inaugurato nel 2016 dall’allora premier insieme al Ministro Franceschini, che bandì il famoso concorso internazionale per i direttori dei super musei (che dovette superare ricorso al Consiglio di Stato) vinto dalla dottoressa Eva Degl’Innocenti.

Due anni dopo Luigi Di Maio, allora ministro al Lavoro e allo Sviluppo economico, in una delle sue famose gaffe, disse che “Taranto non ha musei degni della Magna Grecia”. Gli rispose Eva Degl’innocenti con un tweet: “Egregio ministro sarei molto onorata di poterla accogliere nel museo archeologico più importante della Magna Grecia, che ha sede proprio a Taranto, uno dei musei archeologici più importanti al mondo".

Tutti i rappresentanti politici, indistintamente, hanno cavalcato questa retorica. Eppure il Marta è costretto a chiudere per mancanza di personale, proprio la domenica che arrivano crocieristi.

A fronte di una pianta organica di 85 addetti, ce ne sono 38, di cui 21 addetti alla vigilanza, su 42 previsti. “Come accade in tutta la pubblica amministrazione” ci dice Massimo Ferri della Cisl Funzione Pubblica.

Ma se questo accade al carcere di Taranto non importa a nessuno, tanto il carcere non chiude, e nessun direttore ha mai detto “non accetto più detenuti perché non ho personale”, mentre se accade al museo di Taranto e la direttrice chiude, si scatena un putiferio mediatico e politico.

E così, nonostante il problema fosse stato segnalato da mesi da sindacati e direzione senza risposta del Ministero, difronte alla telefonata del Sindaco di Taranto del Pd, Franceschini nel giro di ventiquattro ore ore ha trovato la soluzione: autorizzando il ricorso a 14 vigilanti privati in sostituzione di 4 dipendenti, in violazione al Codice dei Beni Culturali, per le prossime due domeniche.

A quel punto i lavoratori, che già avevano con la direttrice del Marta rapporti sindacali conflittuali, hanno strappato. I sindacati nei mesi scorsi avevano firmato un accordo con cui accettavano di aumentare al 50% la presenza nei festivi prevista dal contratto nazionale ad un terzo. Ma nel giro di poche settimane hanno finito tutti i turni. Il Ministro infatti ha chiesto ai musei di aprire la domenica, ma non ha previsto il personale e i rimborsi previsti. Anche la regione Puglia, con il Marta molto utile alla propaganda di Michele Emiliano, ha organizzato delle Mostre al Museo, da ultimo quella del Medimex sui Pink Floid, senza però prevedere la retribuzione aggiuntiva per il personale, tant’è che gli addetti stanno lavorando per questa mostra senza essere pagati. A questo punto hanno ritirato l’accordo per le domeniche, e il Ministro in tutta risposta anziché provvedere alle assunzioni ricorre ai vigilanti privati. Il concorso infatti è stato fatto nel 2019 con graduatoria pronta da tempo, ma non si sa perché Franceschini non procede con le assunzioni.

E così domenica il Marta resta aperto con i vigilanti privati, ma chiude lunedì per lo sciopero delle guide pubbliche.

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Annarita Digiorgio