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Migranti, cosa prevede l'accordo di Malta

5 punti per una svolta tante volte promessa ma mai diventata realtà. E si parla ancora di "volontarietà"

L'accordo trovato a Malta dai Ministri dell'Interno dei paesi europei maggiormente interessati dagli sbarchi dei migranti (Malta, Italia, Francia e Germania) non è il primo che in questi anni viene sottoscritto a livello europeo. Che sia quello buono per risolvere la situazione e soprattutto per evitare l'ormai drastico isolamento che l'Italia vive su questa probelmatica da anni ed anni è ancora tutto da dimostrare. Per questo i dubbi restano anche se il Premier Conte lo definisce un "accordo storico".

L’accordo riguarda i migranti che sono soccorsi in mare dalle nevi delle Ong e dai mezzi militari, ma non parla dei migranti che arrivano autonomamente (i cosiddetti "Sbarchi fantasma") e quelli che arrivano in Europa attraverso altre rotte come quella del Mediterraneo occidentale (Marocco-Spagna) e quella dell’Egeo (Turchia-Grecia). 

Questo pone già un primo problema e le prime polemiche: i migranti che rientrerebbero in questo accordo sarebbero solo l'8% di tutti quelli che arrivano in Italia. Per il restante 92% non c'è alcuna proposta o soluzione

Un accordo basato su 5 punti:

1) Introduzione di un meccanismo di redistribuzione dei migranti, a prescindere dal Paese in cui arrivano, che deve essere messo in atto in tempi rapidissimi: al massimo 4 settimane, sia che si tratti di sbarchi in Italia, che in altri Paesi dell'Unione Europea. Si supera così il concetto di paese di "primo ingresso" previsto dal Regolamento di Dublino. Per ora non sono stabilite quote di ricollocamento, che dipenderanno da quanti paesi aderiranno all’intesa.

2) Una volta redistribuiti, i migranti non saranno più a carico del paese di arrivo, ma di quello che li accoglie e questo principio è valido anche per le operazioni di rimpatrio.

3) Il terzo punto, forse il più importante è legato all'arrivo dei migranti: i porti di sbarco dovranno essere messi a disposizione a rotazione, ma solo su base volontaria. Nessun obbligo quindi anche se i paesi che non collaboreranno potrebbero incappare in sanzioni da parte di Bruxelles.

4) L'accordo di Malta rappresenta un progetto pilota, che verrà monitorato in sede di applicazione, mentre l'obiettivo finale consiste nell'estendere l'intesa al maggior numero di Paesi comunitari possibile.

5) La bozza di accordo verrà presentata il prossimo 8 ottobre a tutti i Ministri dell'Interno della Comunità Eruopea per la sua definitiva approvazione.

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