Di Maio
(Ansa)
Politica

L'incoerenza di Di Maio sui migranti che ora sono «un rischio»

Dopo aver voluto e votato la cancellazione dei Decreti Sicurezza dell'ex Ministro Salvini (e del suo ex esecutivo) oggi il titolare della Farnesina chiede la linea dura. Con quale coraggio?

«I problemi vanno affrontati. L'Ue deve alzare i suoi livelli di sicurezza, ma deve farlo anche il nostro Paese. Dobbiamo alzare l'attenzione sui flussi migratori illegali come sta giustamente facendo il Viminale. Rappresentano un rischio, serve realismo. Sono stato il primo a parlare di un problema nel merito e questo problema va risolto. Se un Paese non ha le risorse per poter assistere allora non può accogliere, altrimenti l'esito è un'esasperazione dell'emarginazione sociale. Stiamo male noi e stanno male loro. Queste sono verità. Difendere i propri confini è il dovere di ogni Stato, oltre che un diritto. Il diritto, di ogni cittadino, di sentirsi sicuro in casa propria. Noi abbiamo l'obbligo di garantire questo diritto».

Rileggete bene: «Difendere i confini è un dovere...», «I flussi migratori illegali rappresentano un rischio...», «questo problema va risolto...». Mentre l'Europa è messa sotto attacco dal terrorismo islamico, mentre (e non è la prima volta) viene confermato che uno dei terroristi che hanno colpito in queste ultime settimane (a Nizza, nel caso specifico) era arrivato dalla Tunisia a Lampedusa su un barcone, dimostrando una volta di più come il Mediterraneo sia una rotta per disperati ma anche per terroristi, un politico italiano scrive su fb queste parole. Ma non è Matteo Salvini. È il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.



Si, proprio uno dei membri dell'attuale governo, uno dei politici più influenti all'interno del M5S, la principale stampella di sostegno dell'esecutivo e del Parlamento. Un Ministro che ha deciso, votato, approvato poche settimane fa la cancellazione dei Decreti Sicurezza del precedente esecutivo e che prevedeva di fatto lo stop agli sbarchi.

E, allora, caro Ministro: con che faccia oggi chiede quella durezza che lei stesso ha tolto con il suo voto? Dove sta la coerenza? Qual è la sua reale posizione sul tema? Quella di quando era nel primo Governo, cioè dura, o quella dell'esecutivo attuale, dei porti aperti?

Mentre aspettiamo le sue risposte (sincere) quello che possiamo notare è come lei, il suo partito ed il suo governo siano legate da un unico filo conduttore: il caos.

Un caos che alla fine paghiamo noi

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Andrea Soglio