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Politica

Riolo: quante anomalie sul voto a Palermo

Secondo il docente di Scienza politica nell’ateneo palermitano, il candidato sarebbe già vincitore al primo turno, seppure in una tornata condizionata dalle defezioni dei presidenti di seggio

L’ultima anomalia riguarda il caos creato nei seggi elettorali dalle numerosissime defezioni dei presidenti di seggio e degli scrutatori che hanno letteralmente mandato in tilt la macchina elettorale. La normativa prevede una multa fino a 516 euro, salvo ipotesi di reato ben più gravi. Intanto il Codacons ha chiesto «il blocco e la ripetizione dell’intera tornata elettorale a Palermo». Il professor Riolo, già docente di Scienza politica nell’ateneo palermitano, analizzala vicenda elettorale anche alla luce di questi fatti. Sarebbe l’ex Rettore dell’Università Roberto Lagalla il vincitore, già al primo turno, delle elezioni comunali che hanno interessato la città capoluogo della Sicilia. Il candidato del centrodestra, stando ai tradizionali exit poll, avrebbe raggiunto una percentuale di consensi compresa tra il 43 e il 47%, sufficiente per farlo proclamare sindaco, succedendo così all’uscente Leoluca Orlando che dal 2012 aveva guidato le sorti amministrative della quinta città più popolosa d’Italia.

Infatti, il candidato progressista, area progressista Franco Miceli, con una percentuale compresa tra il 27 e il 31%, farebbe registrare un distacco pari al 16 punti percentuali. Al terzo posto Fabrizio Ferrandelli, sostenuto, tra le altre, da Azione e Europa +,con una cifra elettorale compresa tra il 14 e il 18%. Distaccati, infine, gli altri tre candidati, Rita Barbera, appoggiata da Potere al Popolo, l’europarlamentare Francesca Donato (un tempo a trazione Lega) e Ciro Lomonte, esponente di movimenti indipendentisti.

Claudio Riolo, palermitano, classe 1951, già docente di Scienza politica, Analisi delle politiche pubbliche e Politica locale presso l’Università di Palermo, ha svolto attività di ricerca sui temi dell’industrializzazione del Mezzogiorno e dell’autonomia regionale, sulle trasformazioni del sistema politico e partitico nazionale e locale, sulle politiche pubbliche nell’ambito della trasformazione urbana. Tra le sue pubblicazioni: L’identità debole. Il Pci in Sicilia tra gli anni ’70 e’80 (Palermo 1989); Chi decide a Palermo? Il processo decisionale per il risanamento della costa orientale (Bologna 1994); Il Mezzogiorno nel sistema politico italiano. Classi dirigenti, criminalità organizzata, politiche pubbliche (con A. La Spina, Milano 2012).Sulla singolare vicenda palermitana, che getta ombre sulla piena legittimità del votoamministrativo, Panorama.it ha scambiato alcune battute con Claudio Riolo: «si èassistito ad una serie di anomalie che, dal punto di vista politologico, meritano più diuna riflessione»

Professore, un appuntamento elettorale estremamente stressato…

«Partiamo dalle polemiche suscitate dall’intervento di Dell’Utri e Cuffaro per riunificare, intorno alla candidatura di Lagalla, un centro-destra precedentemente diviso. L’intervento di due condannati (il primo per concorso esterno, il secondo per favoreggiamento alla mafia) che hanno già scontato la pena e continuano ad essere interdetti dal diritto di elettorato attivo e passivo, è stato ritenuto dai familiari delle vittime di mafia e da larghi settori dell’opinione pubblica quanto meno inopportuno e discutibile. Ricordiamo poi che la Procura è intervenuta nel pieno svolgimento della campagna elettorale arrestando due candidati al consiglio comunale nelle liste che sostengono Lagalla, contestando loro l’accusa di voto di scambio politico-mafioso».

Infine, a elezioni ancora da avviare, lo scandalo del forfait di gruppo

«La terza anomalia è rappresentata, soprattutto per l’assenza di precedenti di tale portata, dalle numerosissime defezioni dei presidenti di seggio e degli scrutatori che hanno letteralmente mandato in tilt la macchina elettorale. Quando ben 179 presidenti di seggio su 600 e circa il 30% degli scrutatori - entrambi già inclusi in appositi albi - vengono contemporaneamente meno, è facile immaginare il caos in cui è precipitata Palermo nella giornata di ieri».

Ci potrebbe essere una spiegazione…

«Certo: quella corrente e apparentemente più ovvia, da addebitare all’incontro di calcio tra Palermo e Padova, fissato alle 21 e valevole gara di ritorno dei play-off perla promozione in serie B».

Questo ragionamento la convince?

«Non del tutto. Perché potrei capire il crollo della partecipazione alle urne di circa 10punti (dal 52% del 2017, quando Leoluca Orlando venne riletto, al 41,85% di ieri)dovuto, alla circostanza che molti palermitani erano già con la testa altrove, ma certo mi riesce difficile immaginare che un numero così elevato di presidenti di seggio e scrutatori, che già sapevano da tempo l’incarico cui erano stati chiamati (e quindi anche la possibilità di sanzioni cui erano esposti) potesse disertare l’incarico senza minimamente pensare ai rischi collegati».

Anche perché il match tra Palermo e Padova era programmato…

«Infatti! La gara di ritorno era già fissata da giorni, e avrebbero tutti potuto avanzare qualche giustificazione nei giorni precedenti la data delle elezioni. Invece no: non comunicano alcuna giustificazione e, all’ultimo minuto, non si presentano a dirigere i seggi».

Intanto, stando ai sondaggi e all’esito delle urne, l’ex Rettore Lagalla è il nuovo sindaco di Palermo

«Questo è il dato politico. La particolare normativa elettorale che abbiamo noi in Sicilia, frutto dell’autonomia legislativa regionale, assegna la vittoria al primo turno al candidato che supera il 40% dei consensi. La ritengo troppo disrappresentativa e, a mio parere, dovrebbe essere cambiata allineandola alla corrispondente legge nazionale, che prevede il premio di maggioranza alla coalizione che raggiunge la maggioranza assoluta dei voti».

E dal punto di vista politico, questa tornata elettorale cosa ha riservato?

«Come ho già detto, una destra molto litigiosa, che sembrava essersi spaccata come in altri comuni nazionali, si è poi ricomposta all’ultimo minuto, facendo emergere il ruolo anomalo di Dell’Utri e Cuffaro. Quest’ultimo ha addirittura creato un partito, la Nuova DC, e ha fatto campagna elettorale in sostegno di Lagalla. Non sono un giurista e non affronto la questione in punto di diritto: ma dal punto di vista della distinzione tra responsabilità penale e responsabilità politica (faccio riferimento alla relazione della commissione parlamentare antimafia del 1993) i partiti dovrebbero assumersi le loro responsabilità, e non mandare segnali ambigui».

Pensa che queste elezioni comunali segnino un ritorno al passato?

«Lo temo, ricordando le parole di Giovanni Falcone nella nota intervista a Marcelle Padovani del 1991: “Parlando di mafia con uomini politici siciliani mi sono meravigliato della loro ignoranza in materia. Alcuni forse erano in malafede, ma in ogni caso nessuno aveva ben chiaro che certe dichiarazioni apparentemente innocue, certi comportamenti che nel resto d’Italia fanno parte del gioco politico normale, in Sicilia acquistano una valenza specifica.”».

Caos ai seggi e atti in procura: le sanzioni per presidenti e scrutatori che non si sono presentati

Chi ha deciso di dare forfait non presentandosi ai seggi in cui avrebbe dovuto svolgere le funzioni di presidente, scrutatore e segretario, dovrà vedersela con un Dpr risalente al 1960: infatti la normativa (numero 570 del 16 maggio 1960) considera “obbligatorio” dopo essere stati designati dal presidente della Corte d’Appello territorialmente competente “presentarsi” per “coloro i quali, essendo designati dall’ufficio di Presidente, di scrutatore, o di segretario, senza giustificato motivo rifiutano di assumerlo o non si trovino presenti all’atto dell’insediamento del seggio, incorrendo nella multa da 206 a 516 euro”. Inoltre la normativa estende la stessa sanzione a chi dovesse allontanarsi dal seggio “prima che abbiano termine le operazioni elettorali”.

La disciplina penalistica prevede che gli indagati - successivamente imputati- vengano giudicati con il rito direttissimo, cioè portati a giudizio senza il filtro dell’udienza preliminare, considerata inutile per la particolare evidenza probatoria. Naturalmente è possibile rinunciare all'incarico, ma solo per giustificati motivi; e, secondo le norme, la rinuncia deve essere comunicata agli uffici comunali entro 48 ore dalla nomina, proprio per consentire di provvedere alla sostituzione degli assenti, ricorrendo ai nominativi presenti nell'apposita graduatoria stilata contestualmente a quella delle prime nomine.

Il caso palermitano

Resta da capire, a questo punto, dopo che il Comune ha inviato gli atti in Procura, come sia stato possibile che tutti i 179 presidenti si siano assentati contemporaneamente. Verranno vagliate le motivazioni addotte e le seguenti certificazioni. Certo, in alcuni casi i motivi di salute potrebbero rispondere al vero, supportati da regolari certificati medici. Intanto la palla passa alla Magistratura per gli approfondimenti di tutte le posizioni evidenziate, tanto quelle dei soggetti giustificanti che quello dei medici che hanno redatto le giustifiche sanitarie. In quest’ultimo caso l’ipotesi del concorso per eventuale falso ideologico farebbe crescere la pena ben oltre i limiti edittali previsti dalla normativa elettorale.

La posizione del Codacons

Il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e, in caso di violazioni del diritto di voto riconosciuto ai cittadini, l’associazione è pronta a chiedere il blocco e la ripetizione delle elezioni amministrative in città. «Siamo in presenza di possibili reati gravissimi a danno del diritto di voto costituzionalmente riconosciuto ai cittadini italiani -ha dichiarato il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori- Per tale motivo depositeremo domani un esposto alla Procura di Palermo affinché accerti quanto accaduto e le relative responsabilità, e verifichi le violazioni commesse a danno degli elettori palermitani». Gli esponenti nazionali e siciliani del Comitato hanno chiesto, dunque, «al Governo di attivarsi affinché il diritto di voto sia correttamente riconosciuto in egual misura a tutti i cittadini, anche prorogando di un giorno la durata delle elezioni a Palermo e, qualora dovessero emergere lesioni ai diritti costituzionali dei cittadini, siamo pronti a chiedere in tribunale il blocco e la ripetizione dell’intera tornata elettorale a Palermo.

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Egidio Lorito