L’inchiesta nata dai nostri scoop. L’audio di Baffino: ci sono tanti soldi
(Ansa)
Politica

L’inchiesta nata dai nostri scoop. L’audio di Baffino: ci sono tanti soldi

L’accusa: alla controparte promesso denaro in nero. Digos in redazione alla «Verità». | Ascolta l’audio

Che quella con il governo della Colombia fosse «un’iniziativa economica commerciale [...] di prodotti delle aziende italiane a partecipazione pubblica, Leonardo e Fincantieri», l’aveva svelato La Verità. E che Francesco Amato ed Emanuele Caruso, i due improvvisati broker del Salento, avessero fatto «da intermediari nel Paese sudamericano» in quanto «consulenti del ministero degli Esteri della Colombia», pure l’aveva ricostruito questo giornale. E i ruoli degli otto personaggi presenti nel decreto di perquisizione firmato ieri dai pm della Procura di Napoli Vincenzo Piscitelli e Silvio Pavia sembrano ricalcare gli articoli pubblicati qui oltre un anno fa: Giancarlo Mazzotta, ex sindaco di Carmiano, ora anche per la Procura sarebbe il «tramite» per i «contatti» con Massimo D’Alema che, «si poneva», si legge nel documento scritto dai pm, «quale mediatore informale nei rapporti con i vertici delle società italiane, ossia Alessandro Profumo, ad di Leonardo, e Giuseppe Giordo, dg della Divisione navi militari di Fincantieri». Così, oltre un anno dopo la perquisizione dei broker, gli agenti della Digos ieri sono partiti da Napoli con il decreto sul quale è stampigliata l’ipotesi prevista dall’articolo 322 bis del codice penale: peculato, concussione, induzione indebita, corruzione e istigazione alla corruzione di funzionari di Stati esteri, per perquisire D’Alema, Profumo e Giordo.


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Fabio Amendolara