Politica e soldi. Botta e risposta con la casta (che non molla)
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Politica e soldi. Botta e risposta con la casta (che non molla)

Rimborsi d’oro, spese folli, benefit incredibili: dopo l’atto d’accusa di «Panorama» ecco la difesa dei diretti interessati in regioni, province e comuni. Le loro tesi? Spesso peggiori di un autogol.

di Enzo Beretta, Carmelo Caruso, Claudia Daconto, Michele De Feudis, Emiliano Farina, Gianluca Ferraris, Zornitza Kratchmarova, Dario Pelizzari, Maria Pirro, Carlo Porcaro e Giorgio Sturlese Tosi

ALESSIO SASO
Consigliere del Pdl in Liguria, recordman dei pedaggi autostradali pagati con soldi pubblici: 3.294 euro.
«Pur di ficcare noi liguri nel girone dei Franco Fiorito hanno tirato fuori una graduatoria senza senso. Non ho lucrato un centesimo: sono il consigliere che vive più lontano da Genova e le autostrade liguri sono le più care d’Italia».

Come fuori sede, lei incassa già oltre 3.500 euro di rimborsi annui. Il Telepass non poteva restituirlo, come ha fatto un altro consigliere (Lorenzo Pellerano, lista Biasotti, ndr)? «Quello è un giovanotto che ha fatto la furbata per prendersi l’applauso dai media nazionali. E poi abita a due passi dal consiglio regionale: così sono capaci tutti».

GIOVANNI PALADINI
Coordinatore regionale dell’Idv in Liguria, ha speso 450 euro pubblici per un pranzo in un lussuoso ristorante di Genova.
«Perché telefonate a me? Io guido un partito virtuoso in una regione virtuosa… Quei 450 euro? Era venuto a trovarci Leoluca Orlando».

Più 1.200 in un altro ristorante costoso. «C’erano a cena tutti i dipietristi di Savona, un sacco di gente: a testa non è venuto molto, mi pare».

Più 3.296 euro al ristorante di un albergo per un convegno. «Avevamo 30 relatori, potevamo lasciarli a digiuno?».

FRANCO ROCCA
Consigliere regionale ligure del Pdl: gli è stata rimborsata una cena da 950 euro a Zoagli, sotto casa sua.
«Non era neanche una cena, ma un convegno... c’erano 40 persone. Quanto fa, 18 euro a testa?».

Per l’esattezza: 23,75. «Eh “belandi”, e 23 euro vi pare una cosa da ostriche e champagne?».

Non è quello il punto. Il punto è come i gruppi utilizzano risorse che in teoria vanno destinate esclusivamente al loro funzionamento. «Guardi che di quelle risorse lì noi abbiamo a disposizione sì e no 1.000 euro al mese a testa. Non siamo mica dei privilegiati».

MARCO MELGRATI
Consigliere del Pdl in Liguria, ha speso 3.162 euro pubblici per una lettera aperta ai cittadini di Alassio, dov’era sindaco.
«Ad Alassio ho preso un terzo dei voti che mi hanno portato in regione. E poi in posta c’è andata la mia assistente, io pensavo di spenderne al massimo 600».

Nella sua nota spese ci sono anche 2.400 euro versati al Pdl, ma annotati come affitti... «Sono affitti, quando incontro i cittadini ho bisogno di locali e prendo in prestito, pagando, quelli del mio partito. O gli elettori devo riceverli in strada?».

EDOARDO RIXI
Capogruppo della Lega alla Regione Liguria: il solo partito che non esibisce ricevute per incassare rimborsi pubblici.
«Non ci va di fare sapere chi sono i fornitori e i locali che ci ospitano perché temiamo ritorsioni. Comunque noi leghisti andiamo quasi sempre in trattoria».

E quanto avete speso in trattoria nel 2011? «In tutto 40 mila euro, su 267 mila di budget. Tutti i gruppi spendono cifre rilevanti in ristorazione... sì, ci vorrebbe un tetto». Li potreste restituire anche senza il tetto. «Nel 2010 abbiamo cercato di restituire 25 mila euro che non avevamo speso. Ce li hanno riaccreditati all’inizio del 2011, spiegandoci che se non li avessimo spesi sarebbero finiti all’ufficio di presidenza. Francamente non avevo voglia di versare al Pd i soldi che spettavano a noi».

MARIO CAROSSA
Capogruppo della Lega alla Regione Piemonte: sua figlia è stata assunta da Roberto Cota alla presidenza.
«Il ruolo di mia figlia ha carattere fiduciario ed è compreso in quella quota percentuale di collaboratori sulla quale, per legge, ogni presidente ha potere discrezionale. Inoltre, non solo è militante della Lega nord da oltre 10 anni, ma è persona la cui capacità professionale è certificata dai titoli di studio conseguiti».

SERGIO CIPPITELLI
Sindaco di Broccostella (Frosinone) e presidente della provincia per una lista civica: ha speso 28 mila euro pubblici per un viaggio in Canada.
«È stato un viaggio assolutamente istituzionale, come se ne fanno ogni anno. C’era anche mia moglie, ma per lei ho pagato di tasca mia».

Ma lei non trova sbagliato fare viaggi di piacere a spese dei cittadini? «In questo caso specifico proprio no. Mantenere saldo il legame con i ciociari all’estero è molto importante».

ANNALISA D'AGUANNO
Consigliere regionale laziale del Pdl, ha speso 13 mila euro per un cesto pasquale.
«Il cesto era destinato alle fasce più deboli di Cassino. La regione voleva fare sentire loro la sua vicinanza».

Lei è anche terza nella classifica dei rimborsi chilometrici: 16.524 euro all’anno. Non sono troppi?

«Non ci ho girato il Lazio per lungo e largo. Andavo a casa: 300 chilometri andata e ritorno».

Non potrebbe fare a meno almeno di quel benefit?

«Rinunciarci da sola sarebbe solo demagogia».

MARIO PERILLI
Consigliere laziale del Pd: ha speso 1.900 euro pubblici in regali di Natale e 2.165 per corone funebri.
«Alcuni cesti natalizi li ho commissionati io: lo faccio da anni. Sulle corone è vero: si poteva risparmiare».

Lei ha speso anche 5 mila euro pubblici in un agriturismo di Fara Sabina, sua città natale. «Ci ho offerto il pranzo di Natale al centro anziani».

E i 2.420 euro per i 100 volumi sulla Chiesa della Madonna delle Grazie di Capranica (Vt)? «La ritengo una spesa legittima».

Dove sono finiti tutti quei volumi? «Presso il gruppo, e altri in alcune parrocchie».

MARIO BROZZI
Capogruppo della Lista Polverini alla Regione Lazio: il gruppo ha speso 200 mila euro in alberghi e ristoranti.
«L’80 per cento dei nostri fondi, che sono 2,6 milioni, non è stato utilizzato. Ma se abbiamo speso troppo chiediamo scusa e lo restituiremo».

Non sono troppi 200 mila euro per pranzi e hotel? «Mario Brozzi, uomo di scienza che non ha mai fatto politica, per incontrare la gente non può mettersi a fare comizi in piazza».

ROMEO IURESCIA
Consigliere comunale a Roma dell’Idv: ha ottenuto un rimborso chilometrico di 23.353 euro.
Lei ha una casa a Roma, ma ha sempre mantenuto la sua residenza nella sua città natale: Petacciano, in provincia di Campobasso. Dica la verità: è una scelta strumentale? «Non sapevo nemmeno che esistesse questa possibilità, quando mi è stato detto che ne avevo diritto ne ho usufruito anch’io, compresi gli arretrati».

LUIS DURNWALDER
Presidente della Provincia di Bolzano per la Südtiroler Volkspartei, condannato a risarcire 2.400 euro per una manifestazione di beach volley del 2008, sponsorizzata con 145 mila euro da comune e provincia.
«Fosse solo quello il problema. Avrò almeno 5 o 6 pendenze. Diciamo che il procuratore della Corte dei conti di Bolzano, Robert Schulmers, non mi ama».

Che fa? Grida al complotto? «Per carità. Il faro è sempre acceso, ma finora non sono mai stato condannato in via definitiva. Per il beach volley ho fatto ricorso e sono in attesa di sentenza».

Ammetterà che avete speso troppo. «E chi lo stabilisce? I nostri avvocati hanno calcolato che diverse tv europee hanno ripreso l’evento, per un totale di 417 minuti».

ALBERTO VECCHI
Consigliere pdl della Regione Emilia-Romagna, indagato per truffa: avrebbe intascato 86 mila euro di rimborsi sostenendo falsamente di avere la residenza a Porretta, in Toscana.
«Io vivo a Porretta. Lo prova una mole di documenti». Ma i tabulati telefonici dicono il contrario. Lei è sempre a Bologna. «Peccato che i tabulati nulla dicano delle ore notturne. Si fermano alle 23 e ricominciano alle 9».

Anche la sua famiglia sta a Bologna. Non le conviene trasferirsi? «Ormai è una questione di principio. Quella è la mia roccaforte elettorale. Se non mi credono porto a testimoniare il paese intero. E poi tutti prendono i rimborsi, compreso il grillino Andea Defranceschi che intascava 1.380 euro al mese con le vecchie norme».

È indagato. Si dimetterà? «No. Ho ragione io».

PAOLO NANNI
Ex capogruppo in Emilia Romagna dell’Idv, oggi consigliere provinciale del gruppo misto: è indagato (peculato) per pranzi che lo vorrebbero presente alla stessa ora in più posti e convegni mai fatti.
Non le pare di avere esagerato? «Niente affatto. Mi sono sempre attenuto alle regole. E poi i giornali scrivono un sacco di menzogne: del tipo che avrei assunto moglie, figlia e nipote in regione. È falso. L’unica che ha lavorato in regione è mia figlia, trasferita lì temporaneamente dal Comune di Bologna dove lavora dal 2009».

E sulle cene? Ha detto che era colpa dei suoi collaboratori collaboratori… «Non è vero. Ho detto che semmai ho rimborsato i miei collaboratori. Ma poi chi se lo ricorda? Sono passati anni. Non ho più a disposizione alcuna documentazione».

MATTEO RENZI
Sindaco pd di Firenze. Corte dei conti e Guardia di finanza indagano su 20 milioni di euro spesi dalla provincia quando lui ne era presidente.
Scontrini ed estratti conto della carta di credito a lei intestata documenterebbero cene per oltre 1.000 euro con Brunello di Montalcino e aragoste, e hotel cinque stelle. «Mai pasteggiato ad aragosta. Mai stato in molti dei ristoranti citati. È una storia vecchia: e quelle cifre si riferiscono a spese di rappresentanza di tutta la giunta».

MARCO VINICIO GUASTICCHI
Presidente pd della Provincia di Perugia: l’ente ha pagato 1.000 euro per festeggiare l’arrivo in città del purosangue Varenne.
«Oggi ne spenderei addirittura di più: quando c’è un ritorno significa che i soldi sono stati investiti bene».

E l’aperitivo col procuratore capo e la cena con Matteo Renzi? «L’aperitivo offerto al procuratore è stato semplicemente un atto di cortesia al termine di un convegno: e che saranno mai 55 euro dinanzi a Batman... Quando è venuto Renzi, poi, abbiamo mangiato in quattro con 118 euro. Con quella cifra non lo avrei potuto invitare neppure in una bettola del suburbio romano».

ANTONIO MENNA
Udc, in consiglio regionale abruzzese è capogruppo di se stesso: percepisce 3.200 euro di rimborsi mensili. Non sono troppi, visto che lei è da solo nel gruppo? «Prima eravamo in due... A ogni modo per tre quarti sono spese mie: ho anticipato soldi per acquistare toner, penne, carta, giornali, in più ci ho pagato un collaboratore e un commercialista. Vorrei precisare che, a spese nostre, noi consiglieri ci siamo comprati l’iPad. E poi l’Abruzzo è la regione più virtuosa, l’ha detto anche Il Sole 24 ore. Solo che abbiamo l’eredità dalla Prima repubblica».

LUCIANO PASSARIELLO
Ex consigliere regionale del Fli in Campania: la procura lo accusa di avere indebitamente incassato 6 mila euro di rimborsi chilometrici.
«Quei soldi non mi cambiano la vita, sono spiccioli rispetto a quanto dichiaro come imprenditore. Ho portato i conteggi reali ai magistrati e dopo avere restituito i soldi al consiglio regionale vanto io un credito di 2 mila euro. Non mi spettavano, è vero, infatti chiesi alla regione di trattenermeli dallo stipendio; l’hanno fatto, ma resta il fatto che ho pagato più tasse perché il reddito è risultato superiore».

FRANCO MOLLICA
Consigliere regionale dell’Mpa in Basilicata: è stato rinviato a giudizio perché, secondo gli inquirenti, percepiva l’indennità di trasferta pur abitando nel capoluogo e non nel comune dichiarato.
«Io ho la residenza ad Anzi, ma vivo tra Anzi, Potenza e Venosa, dove ho mia madre, il centro elettorale e la segreteria. Se per la magistratura abitavo a Potenza, perché non verificano pure quando viaggiavo da Venosa che dista 60 chilometri da Potenza e, rispetto al mio luogo di residenza, è tre volte più lontano di quanto mi rimborsavano? E poi il rimborso era forfettario».

PASQUALE MARIA TRIPODI
Consigliere calabrese del gruppo misto, ex Udc: gli viene contestata la residenza fittizia fuori regione, a Messina.
«Risiedo a Messina dal 2000, la delibera sugli emolumenti è del 2001: secondo voi avevo la sfera di cristallo? Ho presentato molta documentazione, con animo tranquillo attendo l’esito dell’indagine. E se fossi stato in malafede l’avrei già dichiarato ai magistrati. Ho fiducia nella giustizia: già nel 2008 sono stato arrestato e poi risarcito».

AGAZIO LOIERO
Ex governatore Pd della Calabria, oggi presidente e unico componente del gruppo consiliare di Autonomia e diritti, dispone di finanziamenti per 335 mila euro.
«I 335 mila euro sono un finanziamento a un gruppo di quattro persone di cui io non faccio parte, perché la parte che concerne questi ultimi 8-9 mesi in cui io sono stato capogruppo si riferisce a 70 mila euro. Punto e basta».

ADRIANO SALIS
Ex capogruppo dell’Idv alla Regione Sardegna: è accusato di avere utilizzato illecitamente 62 mila euro di fondi destinati ai gruppi.
«Sono molto fiducioso di poter dimostrare che ho speso i soldi per iniziative politiche certificate e non per viaggi, vacanze o altri fini personali. Se non dovessi riuscirci chiederò il rito abbreviato. Ho chiesto di essere interrogato: mi restano da giustificare 20 mila euro spesi in 5 anni».

MARIO BORTOLOTTA
Consigliere regionale siciliano dell’Mpa. Percepisce l’indennità ad assemblea sciolta.
Lei ha percepito un’indennità di 10 mila euro al mese per sei sedute. «E che dovevo fare? Rinunciare? Mi hanno chiamato e sono venuto. Forse dovevo fare il valoroso? Che avrebbero pensato gli altri 89 deputati? Io ho votato per il taglio dei deputati, ho rinunciato all’indennità di sindaco dal 1996 al 2005, quando ancora non si parlava di costi della politica. Come campo? Non ho tanti soldi... Suggeritemi voi cosa fare. Sono pronto a ridurre l’indennità». Ma finora l’ha presa. «E se non la prendevo io l’avrebbe percepita un altro. E poi basta: la politica costa, continuando così la faranno solo i ricchi».

ELISABETTA FATUZZO
Unico consigliere lombardo del Partito pensionati: dispone di 300 mila euro per le spese del suo gruppo.
«Qui va salvaguardata la democrazia: in Lombardia siamo solo due monogruppi, rispetto ad altre regioni siamo pochi. Comunque non si può impedire a un rappresentante eletto di formare un gruppo. Ho proposto perfino di ridurre la diaria».

Lei ha a disposizione 300 mila euro: non sono troppi per una sola persona? «No, ne spendo meno, solo 50 mila euro per le spese. I piccoli partiti non hanno rappresentanza in televisione, nessuno li invita, non hanno possibilità. Del resto, l’hanno voluto i lombardi che ci hanno votato per proteggere la loro identità».

Quanti? «L’1,8 per cento: circa 200 mila voti».

DOMENICO TURANO
Ex presidente della Provincia di Trapani (Udc), candidato alle regionali. Ha finanziato sagre di ogni tipo.
«E allora? Rifarei tutto». Anche finanziare una giornata per la tela più lunga del mondo a Castellammare del Golfo? «Certo, e l’abbiamo pure fatto, il Guinness; purtroppo quella mattina c’era una bellissima giornata e andai a farmi un bagno. Ho cercato di fare sviluppare il mio territorio». Ma che c’entra il Guinness con il territorio? «Ha portato un sacco di visitatori, io cerco di finanziare le attività che hanno un ritorno».

Avete speso soldi pubblici anche per comprare un misuratore di pressione. «Ci sarà qualche consigliere che soffre di pressione, io godo di ottima salute. E poi è obbligatorio: lo dice la legge 626, che posso farci?».

GIUSEPPE BUZZANCA
Consigliere siciliano del Pdl, da presidente della Provincia di Messina è stato condannato in Cassazione: ha usato l’auto blu per andare in vacanza.
È andato in crociera con l’auto blu? «È il mio unico errore, l’unico. Ma lo sapete che tra i deputati regionali sono il solo che non ha indennità aggiuntive?».

In vacanza con l’auto blu... «No, io volevo andare in bus, ma per un impegno istituzionale ritardai… Ho speso solo 52 mila lire, tanto che sono stato riabilitato».

È pur sempre peculato d’uso. «Un reato minore. Ma durante il processo mi sono astenuto dalla politica. È come usare una penna: chi non ha usato una penna?».

SALVATORE PALADINO
Direttore dell’Ente incremento ippico catanese. L’ente pubblico dipende dalla Regione Siciliana, ha 40 palafrenieri per 80 cavalli e costa 2,2 milioni l’anno.
Servono davvero 40 palafrenieri? «Io li ho trovati, che potevo fare? Anzi, cerco di impiegarli in tutti i modi: perché alcuni hanno acciacchi, sono anziani. Certo, 20 basterebbero, purtroppo sono aumentati quando c’erano le stazioni di monta in Sicilia. Erano 20 palafrenieri negli anni 90 perché avevamo 30 stazioni di monta».

Ora, invece, quante stazioni di monta esistono? «Solo sette, oggi c’è la fecondazione assistita che fa miracoli. In certi periodi si spediscono i palafrenieri nelle stazioni». Le missioni costano: quanto? «Stanno 24 ore al giorno con i cavalli, per la missione non guadagnano più di 5 mila euro aggiuntivi».

GIOVANNI ARDIZZONE
Consigliere dell’Udc alla Regione Siciliana. Ha approvato il rendiconto regionale che prevede 750 mila euro solo per disinfestazione e barberia.
«Ma sapete quant’è grande il palazzo? Non è una saletta». E il barbiere? «Siamo equiparati al Senato. Possiamo discutere se ce ne sia bisogno, di un barbiere».

Conferma, dunque? «È un vecchio funzionario. Per me è meglio non averne: io vado fuori a farmi la barba. Ma non è un costo in più, si tratta di un dipendente che fa il barbiere. Lo cacciamo?».

MONICA GUARISCHI
Consulente «per la Politica dei tempi» della Regione Lombardia. Percepisce 100 mila euro l’anno.
Lei è sorella di Luca Guarischi, ex consigliere regionale del Pdl? «Io sono Monica Guarischi e basta». Sorella di Luca? «Ma che c’entra».

Ha avuto una delega da 150 mila euro? «Errato, la consulenza è di molto meno. Senza contare che io ho dovuto lasciare la mia attività di architetto per dedicarmi a quest’attività, che mi porta via tante ore al giorno. Oltre a essere l’unica donna quando ero alle Pari opportunità. Non ci vuole la rappresentanza di genere?».

E quanto guadagna? «Circa 48 mila euro l’anno, se almeno raccontaste il lavoro che faccio».

MASSIMO CALLERI
Consigliere comunale a Sambuco (Cuneo) e consigliere di quartiere a Torino per la lista No-euro: percepisce centinaia di euro al mese per rimborsi viaggio.
Secondo il Movimento 5 Stelle, alcuni consiglieri di quartiere risiedono fuori Torino solo per intascare i rimborsi di viaggio, 39 centesimi di euro a chilometro. Lei risulta residente a Sambuco, un comune a 150 chilometri da Torino. Tutto in regola? «La colpa è di chi ha fatto la legge. Quanto a me, io faccio bene sia il mio lavoro di consigliere comunale sia quello di consigliere di circoscrizione».

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