Pietrasanta, Mallegni sindaco: una storia a lieto fine
ANSA/ RICCARDO DALLE LUCHE
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Pietrasanta, Mallegni sindaco: una storia a lieto fine

Sotto processo per mobbing e giudicato dal fratello dell'accusatrice per diversi reati, ne è uscito pulito. Ora ha vinto le elezioni. Con Forza Italia

Non capita spesso, ma qualche volta anche noi qui all’Inferno ci appassioniamo alle storie a lieto fine. Quelle nelle quali i buoni vincono. Oggi vogliamo raccontarvene una. C’era una volta un paesino della Toscana, che si chiamava Pietrasanta. Già il nome sembra legarlo a un destino soprannaturale, anche se in realtà di pietre sante nella zona non ce n’è traccia. Pietrasanta è solo il cognome di un tale che, trovandosi nel 1200 a fare il podestà della Repubblica di Lucca, trovò il luogo adatto per fondarci una città, e con esemplare, renziana modestia, le diede il proprio nome.

Bene, il paesino, che poi tanto paesino non è, visto che dispone di un Duomo imponente, di un Teatro comunale, di una torre civica, e di tutto il necessario per essere definito città, è vissuto pacificamente fino quasi ai giorni nostri. Ebbe alcune sventure ma nel complesso i pietrasantini – si chiamano proprio così - vissero tranquilli per molti secoli. Un giorno però, correva l’anno 2000, ebbero l’idea di eleggere come Sindaco, nella Toscana rossa, Massimo Mallegni, un imprenditore turistico che rosso non era affatto, anzi era un dichiarato sostenitore di Silvio Berlusconi.

Per qualche tempo non accadde nulla, poi un bel giorno - anzi un brutto giorno – successe che la giovane comandante dei Vigili Urbani, Antonella Manzione, che evidentemente non lo trovava simpatico, lo denunciò per mobbing. Da questo scaturì un’inchiesta giudiziaria che ben presto si allargò ad altre materie, fino a quando il sindaco Mallegni venne arrestato, con una serie di ben 53 accuse gravissime, fino all’estorsione e all’associazione a delinquere. A disporre l’arresto fu un PM che di nome faceva Domenico Manzione.

Se questo nome non vi suona nuovo, non meravigliatevi, non è un errore: si chiamava proprio Manzione, come la Comandante dei Vigili. In effetti, erano fratello e sorella. Qualcuno timidamente osservò che è inconsueto – persino in Italia, dove il valore della famiglia è tenuto in gran conto - che la sorella denunci e il fratello arresti. Ma l’imperturbabile Domenico, fratello maggiore, non ebbe difficoltà a chiarire come fra i reati per i quali aveva disposto l’arresto non ci fosse il mobbing, per il quale la sorellina aveva denunciato Mallegni, e quindi lui non fosse in alcun modo sospettabile di parzialità.

Sia pure lentamente la giustizia ha fatto, come si dice, il suo corso. Mallegni passò un anno e mezzo agli arresti, poi andò a processo e fu assolto da tutto. Anzi, per la precisione, fu assolto da 52 dei 53 reati di cui era accusato. L’unica condanna fu per vilipendio a pubblico ufficiale: risultò aver espresso, nel riguardi della giovane Manzione, commenti ed espressioni che un gentiluomo non dovrebbe usare nei confronti di una signora.  È uno stato d’animo che – per la verità – ci sentiamo di comprendere.
Mentre Mallegni attendeva che fosse fatta giustizia, Pietrasanta tornava ovviamente ad essere governata dalla sinistra.

E dei fratelli Manzione che ne è stato? All’ombra di Matteo Renzi, hanno fatto una brillante carriera. Domenico, il magistrato, in omaggio alla separazione dei poteri oggi è Sottosegretario all’Interno, voluto personalmente da Renzi prima nel governo Letta e poi in quello da lui stesso guidato. La sorellina, invece, è passata in breve dal comando dei Vigili di Pietrasanta a quello – ben più prestigioso e impegnativo - dei Vigili Urbani di Firenze. A volerla, fu naturalmente il Sindaco Matteo Renzi, che evidentemente ne apprezzò le doti al punto di portarla con sé quando traslocò da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi.

Oggi, Antonella Manzione è capo dell’Ufficio Legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il che significa che sul suo tavolo passa l’intera produzione legislativa del Governo ed è lei a valutarne e a gestirne ogni aspetto tecnico-giuridico. Un ruolo di altissima responsabilità e complessità, abitualmente occupato da Consiglieri di Stato di grande esperienza, e non da un comandante dei Vigili Urbani. Pare che la “vigilessa”, così la chiamano, sia il terrore dei più compassati e autorevoli fra i Capi di Gabinetto dei ministeri.

E Massimo Mallegni? Avevamo promesso una storia a lieto fine. E in effetti, questa volta i buoni hanno vinto. Massimo Mallegni domenica scorsa è stato rieletto sindaco di Pietrasanta con il 55% dei voti. Nella Toscana rossa, nella Toscana di Renzi, il popolo ha scelto di nuovo lui. Persino Berlusconi lo ha chiamato per felicitarsi. Si ignora invece il commento dei fratelli Manzione.

Post Scripum. In ogni fiaba come si deve c’è una fatina buona che fa il miracolo. In questo caso, assume le dolci sembianze di Deborah Bergamini, responsabile della Comunicazione di Forza Italia, ma soprattutto parlamentare versiliese appassionata al suo territorio. Bionda e di gentile aspetto, come avrebbe scritto il pietrasantino Carducci, la Bergamini quando decide di intestarsi una battaglia si trasforma, con i suoi poteri di fata, in un drago potente e temibile. Ha voluto con tutte le sue forze la vittoria di Pietrasanta, ha appoggiato in ogni modo la candidatura di Mallegni, vincendo le perplessità di molti, ha convinto Berlusconi a scendere direttamente in campo, e alla fine l’ha spuntata. Per una volta, vincono i buoni, e anche all’Inferno si festeggia.

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