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Perché per Trump Papadopoulos è più pericoloso di Manafort

George Papadopoulos ha ottenuto informazioni compromettenti sul conto di Hillary Clinton dal Ministero degli Esteri russo

Con Paul Manafort e Rick Gates agli arresti domiciliari per il Russiagate (l'ex capo della campagna elettorale di Trump e il suo ex socio si sono presentati spontaneamente nella sede dell'Fbi a Washington per costituirsi), arrivano altre prove schiaccianti a confermare le interferenze di Mosca nelle ultime elezioni presidenziali americane emerse nel corso dell'indagine scottante guidata dal procuratore speciale Robert Mueller.

Chi è George Papadopoulos

Un altro fedelissimo di Trump sarebbe infatti stato accusato di aver mentito all'Fbi in merito ai suoi contatti con la Russia.

Secondo la ricostruzione offerta dal New York Times, George Papadopoulos sarebbe colpevole di aver cercato di raccogliere informazioni compromettenti sul conto di Hillary Clinton dai funzionari del Ministero degli Esteri russo. Tutto questo a fronte di una soffiata ricevuta da un professore russo che lo avrebbe informato di come il suo paese fosse in possesso di migliaia di email "sporche" sulla Clinton.

La reazione di Trump

La Casa Bianca naturalmente ha smentito, descrivendo Papadopoulos come un semplice "volontario".

Ma l'inchiesta sul suo conto non fa altro che confermare ancora una volta il ruolo fondamentale giocato da Mosca nella campagna elettorale di Donald Trump, e quel che più compromette il presidente è la prova tangibile del forte interesse del suo entourage a sfruttare questa vischiosa collaborazione.

A questo punto le persone vicinissime a Trump che hanno incontrato con certezza funzionari russi per discutere di informazioni potenzialmente dannosi per la Clinton diventano due, e questo peggiora nettamente la posizione del presidente.
Trumop ha reagito con due tweet in cui ha sminuito lo scandalo sostenendo  che si tratta di accuse molto vecchie utilizzate in maniera strumentale per calunniare il governo. Ma questa successione di scandali fa pensare ad altro. E l'America resta in attesa che la verità venga fuori.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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