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ANSA/GIAMPAOLO GRASSI
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Il padre di Renzi indagato

Bancarotta fraudolenta, è il capo d'accusa per Tiziano Renzi sotto inchiesta a Genova. E la politica si divide

Tiziano Renzi è indagato dalla procura di Genova per bancarotta fraudolenta. La notizia arriva nel pomeriggio a movimentare ulteriormente un ambiente politico già in fibrillazione per il caos sul voto alla Consulta. L'avviso di garanzia al padre del presidente del Consiglio arriva dalla procura di Genova che da mesi si sta occupando del fallimento della società di distribuzione di giornali "Chil Post" avvenuto nel 2013. Oltre al padre di Renzi sarebbero indagate altre due persone.

"Non sono preoccupato" - "Sono un indagato, non posso parlare". Così Tiziano Renzi riguardo l'inchiesta giudiziaria di Genova. E' preoccupato? "No - ha risposto dopo una breve risata - anzi, sono molto preoccupato. Così preoccupato che non ho ancora nominato un avvocato".

La Chil Post fondata da Tiziano Renzi era stata trasferita dalla Toscana a Genova nel 2003, prima in via Fieschi, poi nella centrale Galleria Mazzini. Nel 2005 lascia la sede di via Fieschi dove era in affitto. Il proprietario dell'immobile non aveva ricevuto gli ultimi tre mesi di locazione e dopo la denuncia la società venne condannata al pagamento di 8.000 euro.

Nel 2010 Tiziano Renzi cede un ramo d'azienda a un'altra società di famiglia dello stesso settore, la Eventi 6 srl, con sede a Rignano sull'Arno (Firenze), mentre la Chil passa nelle mani di Gian Franco Massone, originario di Castelletto d'Orba e residente a Varazze. La società non ha piu' capitali. Nel marzo 2013 i giudici genovesi dichiarano fallita la Chil. Ed è da quel fallimento che partono le indagini.

Ad agosto 2014 la società di Tiziano Renzi perse una causa di lavoro nei confronti di un dipendente della sua società che aveva, secondo il giudice, lavorato in nero. La società era stata condannata a risarcire il dipendente con 90mila euro: il giudice aveva riconosciuto lo status di dipendente dal 2006 al 2012. Il lavoratore si occupava di distribuzione dei giornali porta a porta, lavorando tutti i giorni da mezzanotte in poi.

Prima di diventare Chil Post la società si chiamava "Chil" ed ha avuto tra gli assunti, come dirigente, proprio l'attuale presidente del Consiglio.

L'inchiesta ovviamente non ha lasciato indifferente il mondo della politica. Diversi infatti hanno subito sottolineato come questo atto arrivi a pochi giorni dall'attacco di Renzi alla CAmera contro la magistratura lanciato durante il discorso di presentazione del piano "mille giorni": ”Chiamatela svolta per un Paese civile, ma noi non permettiamo a un avviso di garanzia citofonato sui giornali o a uno scoop di cambiare la politica industriale nazionale. L’avviso di garanzia non sia un vulnus della carriera politica”.

Matteo Renzi aveva lavorato per la 



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