Serial killer di Firenze: il ritratto (del criminologo)
Ecco chi è dell'uomo reo confesso degli omicidi degli ultimi mesi (e perché è stato preso) - Come uccide il serial killer di Firenze
Si chiama Riccardo Viti ed ha 55 anni l'uomo arrestato, questa mattina, dalla polizia e dai carabinieri con l'accusa di aver violentato e ucciso Andreea Cristina Zamfir, la ragazza romena trovata morta, legata ad una sbarra, alla periferia di Firenze.
Sarebbe lui, secondo gli investigatori, l’uomo che ha crocefisso e seviziato lunedì scorso la prostituta romena ma anche altre prostitute che lavoravano tra la zona periferica del capoluogo toscano e la città di Prato. Viti è sposato e ha un figlio adolescente, avuto da una precedente relazione, che frequenta e scuole superiori. La moglie è originaria dell'Est Europa.
Viti non ha un impiego fisso da anni e nel frattempo lavora con il padre che fa l'idraulico. Nel tempo libero insegna o fa l'arbitro di karate. La moglie, invece, lavora in un'azienda di pulizie che ha un appalto con l'ospedale fiorentino di Careggi. Un dettaglio significativo visto che alcune delle prostitute seviziate sono state legate con del nastro adesivo dell'azienda sanitaria.
Ma chi è Riccardo Viti? “Una persona gentile anche se un po' ruvido e strano, a volte infantile", lo hanno descritto i vicini di casa; “Una bestia”, invece, lo ha definito il procuratore di Firenze.
Silvio Ciappi, Docente di criminologia all'Università di Messina, criminologo e psicologo clinico (autore di Serial Killer, Franco Angeli, 1998 ndr) "sono finito, non mi salva più nessuno" con queste le parole dell'assassino della prostituta romena avrebbe confessato l’omicidio Quali sono le reazioni comuni ai serial killer quando vengono arrestati?
Si arrendono facilmente. Qui sembra venir fuori quello che Alexander e Staub seguendo il pensiero di Sigmund Freud chiamavano 'delinquenti per senso di colpa'. La cattura costituisce in realtà una liberazione, da un incubo che si è protratto negli anni e materializzato con la commissione dei delitti. E' una sorta di liberazione da una sorta di dipendenza emotiva cronica. Spesso questi autori sono collaborativi e possono finanche offrire agli inquirenti informazioni utili. Se anche in Italia ci fosse una banca dati per gli omicidi seriali, potrebbero tali informazioni costituire la base per effettuare un profiling comportamentale utile in casi simili.
Questa volta l'assassino ha lasciato numerose tracce sul luogo del delitto. E' distrazione, un modo per sfidare gli investigatori o semplicemente la voglia di farsi arrestare?
Credo che comunque l'assassino abbia fatto del suo meglio per cancellare le prove. Il suo profilo è di tipo organizzato per quanto riguarda la la scelta della vittima, i luoghi, l'arma del delitto, il modus operandi. Nonostante le tracce che sono state lasciate e nonostante il fatto che gli strumenti a disposizione degli inquirenti per ricercare le tracce siano sempre più sensibili, ritengo che comunque si tratti di un killer organizzato, che ha organizzato e pianificato i delitti accuratamente. Non si tratta di un killer disorganizzato, che agisce distrattamente, tipico di chi ha una patologia psichiatrica in atto. In questo caso il profilo del killer evidenzia l'assoluta mancanza di una patologia mentale acuta piuttosto di un disturbo di personalità caratterizzato da modalità esasperate e croniche di attaccamento alle persone significative. Per comprendere anche il più efferato dei criminali dobbiamo scavare nelle sue relazioni di attaccamento, nella modalità di relazioni che hanno formato il suo 'modello operativo interno', il suo modo di funzionare. Uccidendo quelle donne e facendosi catturare si è liberato dalla presenza angosciante dell'immagine femminile verso la quale ha nutrito dipendenza e risentimento.
Considerando le modalità di esecuzione dell'omicidio e delle precedenti aggressioni, ovvero la crocefissione, quale potrebbe essere il profilo psicolocico-criminale dell'idraulico arrestato questa mattina? i vicini lo hanno definito gentile dai modi un po' infantili...
Credo di aver già risposto. Si tratta di un killer organizzato, senza patologie mentali acute, ovviamente con un grave disturbo di personalità che non gli ha impedito comunque di agire razionalmente. Individui del genere presentano sotto una patina di apparente normalità, di gentilezza, di affabilità seri problemi 'cronici' di personalità. Quello che viene da pensare è a tutte le forme di attaccamenti perversi e dipendenti, alle incapacità di sottrarsi e distaccarsi dal nucleo familiare di origine, alla estrema dipendenza affettiva da figure femminili verso le quali si è nutrito in maniera ambivalente e dissociata amore ed odio. Quelle donne hanno rappresentato con molta probabilità la metafora di una relazione con il femminile caratterizzata da estrema dipendenza. Quei delitti sono l'atto di rivalsa, la vendetta verso un mondo che ha tenuto prigioniero il killer. Si tratta di patologie 'croniche' del quotidiano che alcune volte sfociano in atti orrendi.