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Ansa
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Che brutte le Olimpiadi di Tokyo in tv

La cosa peggiore dei Giochi è di sicuro la copertura televisiva, sia quella Rai (con i soliti limiti) che i nuovi player in streaming. Così si rovina tutto lo sport

C'è chi rimpiange la copertura di Sky con le sue finestre interattive e chi si spinge ancora più indietro, a quando mamma Rai faceva tutto nelle due settimane olimpiche senza necessità di faticosi slalom per lo sportivo da divano. Tokyo 2020 si sta rivelando una faticaccia anche davanti alla televisione e al computer. E' il futuro diventato presente, qualcosa cui ci si dovrà abituare in fretta visto che in autunno - restando all'Italia - milioni di calciofili si dovranno misurare con la rivoluzione della Serie A in streaming e poco più con uno schema narrativo non troppo dissimile rispetto a quanto sta accadendo per le Olimpiadi giapponesi.

Molti l'hanno scoperto a giochi fatti e ora protestano. Altri si erano attrezzati, ma anche pagando e dotandosi di connessione adeguata c'è qualcosa che non torna. Il prodotto sono le proteste crescenti contro la Rai, accusata di non coprire adeguatamente quanto accade a Tokyo, e il disorientamento di chi sul servizio streaming di Discovery ed Eurosport fatica a districarsi tra mille opzioni, solo raramente commentate in italiano e spesso lasciate alla telecronaca inglese o all'audio ambiente. Che ha il suo fascino, a patto di conoscere a memoria regole e storie di una disciplina come per tradizione non accade alle Olimpiadi, la finestra che ci consente ogni quattro anni di scoprire e riscoprire sport altrimenti invisibili.

E' davvero dura la vita del tifoso olimpico da divano. La Rai ha acquisito solo i secondi diritti della manifestazione che è griffata Discovery: 200 ore da distillare sul canale scelto (Rai2) cercando di non perdere nulla degli atleti e delle squadre italiane, con l'input dalle semifinali in poi di dare precedenza assoluta cancellando tutto il resto. Anche per non sforare il monte ore e minuti. Tanti l'hanno capito solo adesso e protestano, anche perché la storica rigidità dei palinsesti Rai non deflette nemmeno di fronte all'incalzare degli eventi. Capita così che l'intoccabile telegiornale delle 13 cada nell'ora clou di Tokyo, rischiando di cancellare finali da medaglia (già successo nei primi giorni) e consegnando lo sconsolato tifoso a differite spesso bruciate da notifiche su app e smartphone che anticipano il risultato.

Nulla di nuovo, tutto già visto in passato, ma rimane un mistero il motivo per cui la diretta da Tokyo debba interrotta per dare spazio a un tg in buona parte dedicato alle notizie da Tokyo. Discovery ha tutto il menù a disposizione, basta pagare, ma il difetto di coprire con commenti in italiano solo parte dell'offerta rendendo così quasi inaccessibili alla massa sport minori molto tecnici. In tanti si sono lamentati, ma il concetto è semplice ed è lo stesso che ha spinto il calcio italiano tra le braccia di DAZN: prodotto snello, poco racconto, focus sull'evento singolo anche a costo di perdere di vista il contesto. Se piacerà davvero lo capiremo tra qualche mese. Per ora le Olimpiadi sono un interessante test sui gusti dei tele utenti da divano.

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Giovanni Capuano