Camusso
ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI
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Il nuovo statuto dei lavoratori della Cgil

Susanna Camusso presenta la Carta per "ricostruire i diritti del lavoro". E sui "furbetti del cartellino" dice: "Esistono già le norme per licenziarli"

Le regole sul licenziamento dei lavoratori che violano le regole ''ci sono già'' e il Governo piuttosto che metterne a punto altre dovrebbe spiegare perchè non funzionano ''sennò è propaganda''. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso a margine della presentazione della Carta dei diritti universali del Lavoro rispondendo a una domanda sulle nuove norme che il Governo dovrebbe approvare mercoledì per licenziare entro 48 ore i cosiddetti "furbetti del cartellino".

Una Carta dei diritti universali del lavoro rivolta non solo ai dipendenti ma a tutte le persone che lavorano: la Cgil apre oggi la consultazione degli iscritti per mettere a punto una proposta di legge di iniziativa popolare che ''ricostruisca'' i diritti del lavoro dopo un lungo periodo di ''destrutturazione'' del sistema di tutele delle persone. ''Senza una politica espansiva - ha detto Camusso - non si esce dalla crisi. Scegliere di dare il via a una stagione non difensiva non è scontato''.

Il nuovo Statuto
Il nuovo Statuto dei lavoratori è composto di tre parti: principi universali; norme che danno efficacia generale alla contrattazione e codificazione della rappresentanza; riscrittura dei contratti di lavoro. Oltre al diritto al lavoro, diritto al riposo, alla non discriminazione, al sapere e a un compenso ''equo e proporzionato'' la Cgil chiede di rivedere le norme sui licenziamenti disciplinari ingiustificati reintroducendo la sanzione per l'impresa del reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento giudicato illegittimo e estendendo la sanzione anche alle imprese che hanno meno di 15 dipendenti.

Per quelle con meno di cinque dipendenti - secondo la Carta messa a punto dalla Cgil - il giudice dovrebbe disporre una soluzione ''equa e ragionevole" nel caso non ci siano le condizioni per il reintegro. La Cgil non intende proporre un referendum sul Jobs Act ma è pronta a discutere su quesiti referendari su singoli punti della legge e su altre norme che hanno destrutturato in questi ultimi anni il mercato del lavoro.

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