reddito di cittadinanza
(Ansa)
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Sparisce la norma che prevedeva la resituzione del Reddito di Cittadinanza

Sfiora il miliardo la cifra che lo Stato rischia di perdere definitivamente, a meno dell'introduzione di una nuva norma, che al momento è sparita

I furbetti del reddito di cittadinanza hanno vinto, non dovranno restituire i soldi che hanno intascato indebitamente dallo Stato. Parliamo di oltre un miliardo di euro di cui circa 600 milioni scoperti dalle Fiamme Gialle. L'abolizione del reddito di cittadinanza, stabilita con la legge di Bilancio 2023, ha portato con sé conseguenze inattese di cui la maggioranza non sembra essersi accorta subito.Nel pacchetto di abrogazione del reddito di cittadinanza è finito anche il reato di percezione indebita del sostegno finanziario. In pratica, chi ha percepito senza averne titolo il reddito di cittadinanza fino al 2022, non potrà essere perseguito penalmente ed eventuali procedimenti pendenti saranno archiviati. Una questione che ha tutta l’aria di essere un errore del legislatore i cui i primi effetti si sono visti qualche mese fa a Roma, dove un giudice ha respinto la richiesta di rinvio a giudizio della procura di Roma nei confronti di una donna che aveva percepito indebitamente il reddito, perché l’eventuale condanna non sarebbe stata definitiva.

«È chiaro che ci fu un errore nell’approvare la legge di bilancio del 2023 che, nell’abrogare il reddito di cittadinanza dal 1 gennaio 2024, abrogò anche le norme che sanzionavano penalmente eventuali illeciti connessi alla percezione del reddito. La singolarità fu anche e soprattutto l’abrogazione delle norme penali con effetto differito al 1 gennaio 2024»-commenta L’avv. Giorgio Altieri Partner Criminal & Compliance di Tonucci & Partners

Questo cosa ha comportato?

«Il paradosso fu subito evidente: se un percettore nel corso del 2023 avesse commesso un illecito, sapeva che dal 1 gennaio 2024 non sarebbe stato più sanzionato penalmente. Stessa sorte ovviamente per gli illeciti antecedenti. Il Legislatore, a maggio 2023, ha cercato di correre ai ripari, approvando una nuova legge che sostanzialmente ha ripristinato i medesimi illeciti originariamente previsti con riguardo al reddito di cittadinanza a valere quindi anche dal 1 gennaio 2024 e, nel contempo, ha previsto, anzi ribadito che le precedenti sanzioni continuassero ad applicarsi per gli illeciti commessi fino a tutto il 31 dicembre 2023. In realtà, sono molteplici i problemi che la dottrina si sta ponendo riguardo a questa vicenda giuridica, affatto semplici da risolvere. Infatti, è indiscutibile che la legge di abrogazione fosse già entrata in vigore, fosse dunque già legge nel 2023, seppure l’abrogazione fosse stata differita al 1 gennaio 2024. Con la nuova legge di maggio 2023 si è inteso dare continuità agli illeciti per superare la possibile obiezione dell’abolitio criminis. Ciò non toglie che la previsione normativa sanzionatoria riferita all’epoca in cui si sono eventualmente verificati i fatti, perlomeno quelli antecedenti all’entrata in vigore della nuova legge, oggi non è più in vigore».

Si applicherà la nuova norma?

«È difficile dirlo con certezza. Ci sono opposte tesi che si contrappongono e tutte di raffinato sapere giuridico. Ai giudici risolvere l’enigma. Intanto, la Terza Sezione della Cassazione ha dichiarato illegittima una decisione del GUP di Roma che, in un‘udienza preliminare a Roma, aveva restituito gli atti al PM per una sorta di nullità anticipata della richiesta di rinvio a giudizio per abrogazione dell’illecito posticipata, restituendo gli atti al GUP per l’ulteriore corso del processo».

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Linda Di Benedetto