'Ndrangheta, decapitato un clan attivo anche in Lombardia e Emilia
Ansa
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'Ndrangheta, decapitato un clan attivo anche in Lombardia e Emilia

In un blitz dei carabinieri 16 arresti, tra cui il boss Nicolino Grande Aracri, suo fratello e un legale che avrebbe dovuto condizionare alcune sentenze

16 persone tra presunti capi e gregari della cosca di 'ndrangheta '"Grande Aracri" sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri nell'operazione denominata Kiterion II. La cosca Grande Aracri è una delle più potenti famiglie 'ndranghetiste, attiva in provincia di Crotone e Catanzaro ma soprattutto nel Nord Italia: Lombardia e Emilia Romagna.

Tra gli arresti, ordinati dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro per i reati di associazione mafiosa, estorsione, usura e omicidio, ce n'è uno anche nei confronti di un avvocato accusato di fare parte della cosca Grande Aracri. Per il legale, l'accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa per aver prestato la sua attivita' per le operazioni finanziarie della cosca e per cercare di condizionare le decisioni della Corte di Cassazione per avere sentenze favorevoli .

L'indagine dei militari che ha portato al blitz di queste ore, ha consentito di far luce sulle attività intimidatorie del clan, compreso l'omicidio di un vecchio boss del Crotonese ritenuto un esponente di spicco della vecchia guardia 'ndranghetista. L'inchiesta della Dda di Catanzaro, ha portato infatti alla scoperta anche degli autori dell'omicidio di Antonio Dragone, il boss ucciso in un agguato il 10 maggio 2004 a Cutro. L'auto sulla quale Dragone viaggiava insieme ad altre due persone - rimaste illese - fu speronata dalla vettura dei sicari e quando il boss scese per cercare di fuggire fu raggiunto da numerosi colpi di mitra e di pistola al volto.

Tra i 16 uomini arrestati, il boss Nicolino Grande Aracri e uno dei fratelli. Un altro fratello del boss, invece, è indagato in stato di libertà. Nicolino Grande Aracri era già in carcere per scontare alcune condanne per associazione mafiosa e perchè coinvolto in altre inchieste, due delle quali coordinate dalla Dda di Bologna e Brescia sulle ramificazioni del clan in Emilia Romagna e Lombardia.

Dall'inchiesta, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è emerso il ruolo dominante che la cosca Grande Aracri aveva assunto non solo sulla provincia di Crotone, ma anche su quelle di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza, oltre che nel nord Italia.

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Nadia Francalacci