Nando Orfei, il domatore di sogni
Carlo Orsi
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Nando Orfei, il domatore di sogni

È scomparso l'uomo che non poteva vivere lontano dal suo circo. Su Icon, in edicola dal 9 ottobre con Panorama, la sua ultima intervista

Il racconto malinconico di Nando Orfei viaggia sugli stessi binari dell'immaginario del circo: quel tendone di sogni, di risate, di acrobazie luminose e di quel velo di tristezza che avvolge da sempre gli spettatori, si compone attraverso le pennellate sottili delle sue parole.

C'era il tempo del circo equestre, dove i circensi volteggiavano sui cavalli in corsa, poi quello dei serragli, in cui gli animali esotici per la prima volta si presentavano al pubblico incantato, perché le tigri e i leoni li aveva visti solo disegnati sui libri illustrati. E poi, il circo contemporaneo, nel solco del Cirque du Soleil: artistico, quasi teatrale, ma sempre ammantato di magia. La famiglia Orfei ha presieduto tutte le epoche di questa avventura e lui, Nando, racconta la storia e le storie sotto il suo tendone con la passione di chi non può vivere altrimenti.

Domatore d'eccezione, con qualche cicatrice significativa ("Me la fece un leone. Ma è stato un errore mio..."), da giovane adorava l'arte della giocoleria ("Perché io sono diventato domatore a 34 anni quando non ce la facevo più ad essere un grande giocoliere. Ho passato l’adolescenza ad allenarmi, riuscivo a far volare nove palle da biliardo, servizi interi di piatti"), ha lavorato con Fellini a Cinecittà (un posto assurdo, nelle parole di Orfei, senza orari né regole), per un film memorabile, Amarcord, e poi in I Clown, ma non vedeva l'ora di tornare nella sua casa mobile: "Non me ne importava niente: ero perso, lontano dal mio tendone".

Ora Nando Orfei è scomparso, proprio poche ore prima che la sua lunga intervista, realizzata da Giorgio Terruzzi per il numero 17 di Icon, arrivasse in edicola. Si è trasformata nell'ultima intervista: piena di umorismo e di passione, è un omaggio al grande circense.

La trovate in edicola domani, sul numero di Icon allegato al settimanale Panorama. Oppure, cliccando qui.

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Micol De Pas