Bob Dylan: la recensione di Tempest
Musica

Bob Dylan: la recensione di Tempest

Nel nuovo disco un brano sul Titanic e un tributo a John Lennon

50 anni fa veniva pubblicato il primo leggendario disco di Bob Dylan. Oggi, dopo cinque decenni, arriva nei negozi e nelle piattaforme digitali (a partire dall'11 settembre) Tempest, un album (il trentacinquesimo) di cui si parlerà a lungo: bello, intenso, a tratti oscuro, ma anche straordinariamente poetico e ispirato.

Le suggestioni e la retorica del rock'n'roll, Bob Dylan, le ha abbandonate da tempo. Adesso si muove in un territorio di confine tra jazz, folk, blues e suoni pre rock. Un mix che si ritrova nel brano che apre l'album, Doquesne whistle, una riuscita combinazione tra il rag style di New Orleans e la vocalità di Louis Armstrong. E poi ci sono i testi, forse tra i migliori dell'ex ragazzo di Duluth, lo striminzito villaggio del Minnesota dove è nato.

Dylan gioca con le allegorie, le metafore, cita a piacimento versi dei suoi colleghi, ironizza e drammatizza come un funambolo della parola.Tempest, brano di 13 minuti senza un ritornello, snocciola 45 strofe dedicate all'affondamento del Titanic. Un dramma collettivo che diventa simbolo delle miserie e della grandezza umana, tra "mezzi" uomini disposti a uccidere per salvarsi dalle acque gelide e uomini veri che cedono la loro scialuppa ai bambini. Un capolavoro.

Non è da meno Roll on, John, una canzone preghiera, dedicata al vecchio amico John Lennon, che non c'è più, come George Harrison, il Beatles con cui Dylan, alla fine degli anni Ottanta, aveva fondato una super band: i Traveling Wilburys. Dieci nuove canzoni (tra le migliori, Pay in blood e Early Roman kings) che parlano di vita, amore e morte. A volte sussurrate, a volte interpretate con rabbia, una rabbia che prende corpo attraverso il suono graffiante della voce, sgraziata ma profonda Grazie, Bob. Questo è quello di cui la musica ha bisogno: canzoni intelligenti che parlano al cuore e aarrivano al cervello. Per tutto il resto c'è l'airplay delle radio...

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Gianni Poglio