Ma come è mobile il calendario di Renzi
ANSA/MAURIZIO DEGL'INNOCENTI
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Ma come è mobile il calendario di Renzi

Esiste una grande sproporzione tra le scadenze promesse dall'ex sindaco e la capacità di realizzare le cose

Il calendario renziano è quanto di più flessibile ci possa essere. I mesi cambiano collocazione, d’improvviso si scopre che maggio viene dopo settembre o che ottobre viene anticipato a giugno. Esempio: il 20 gennaio 2014 (data certa), Renzi detta il timing della legge elettorale davanti alla direzione del Pd, un’assemblea di partito oramai elevata al rango di organo costituzionale per autoproclamazione. Quel giorno, il futuro premier è categorico come solo lui sa essere: «A febbraio si può approvare in prima lettura la legge alla Camera. Poi passerà al Senato per essere approvata entro maggio grazie alla collaborazione dei capigruppo». Ora che (forse) siamo ad aprile, sappiamo che non sarà così. Perché la legge elettorale, frutto di un accordo con Silvio Berlusconi, non è più la priorità delle priorità ma una norma subordinata alla riforma del Senato, il cui iter di approvazione potrebbe richiedere anche parecchi mesi se non addirittura anni ove mai dovesse essere sottoposta a referendum.

Al netto dell’entusiasmo renziano, è evidente che esiste una sproporzione tra gli annunci e la capacità di realizzare le cose, dovuta essenzialmente al peccato originale di governare senza mandato popolare e in assenza di una maggioranza parlamentare propria. Prendete il decreto legge sul lavoro o l’increscioso balletto sulla spending review e sui capitoli di spesa da colpire per recuperare gli 80 euro (per sempre? solo per il 2014?) da far trovare in busta paga a chi ne guadagna più di 8 mila all’anno ma meno di 25 mila (tutto al lordo, s’intende). Dovessimo dare un giudizio oggi, sarebbe semplice: la velocità di Renzi nell’annunciare i provvedimenti («Bisogna correre» ripete, alla maniera di Forrest Gump) è inversamente proporzionale all’abilità di far avverare le promesse. Ma se di politica d’azzardo si tratta, non dovremo attendere molto tempo per verificarlo. Per Renzi il bivio tra la serietà e la cialtroneria è dietro l’angolo.
 
Ps: fino a sabato 5 aprile saremo a Reggio Calabria, prima tappa del tour «Panorama d’Italia». L’accoglienza e l’entusiasmo dei calabresi sono stati straordinari. Fin d’ora li ringrazio di cuore, in attesa di condividere con tutti voi su Panorama della prossima settimana le emozioni della nostra esperienza reggina.

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Giorgio Mulè