Loris, la mamma e quelle domande senza risposta
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Loris, la mamma e quelle domande senza risposta

Gli inquirenti cercano di capire cosa si nasconda dietro alle contraddizioni del racconto della donna. E l'impressione è che abbiano un quadro già chiaro

Cosa nasconde la mamma del piccolo Loris? È lei l'assassina del figlio, il bambino di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa trovato morto in un canalone fuori dal paese? Oppure, perso il figlio, Veronica Panarello sta soltando cercando di proteggere se stessa e qualcun altro?

Sono le domande a cui si sta cercando di dare risposte in queste ore negli uffici della procura di Ragusa, dove lavorano senza sosta gli investigatori dei carabinieri e della polizia di stato. 

Di certo, la mamma di Loris non l'ha raccontata giusta. Con il passare delle ore, quelle che prima sembravano delle semplici incongruenze ora si sono trasformate in vere bugie, che sono destinate a pesare come macigni sulla testa della donna. Ha raccontato di aver portato il figlio vicino alla scuola, eppure le telecamere e le testimonianze hanno clamorosamente smentito la sua versione; il bambino potrebbe non eseere mai salito in macchina, e lei non sarebbe mai arrivata vicino all'edificio scolastico.

È tornata invece a casa, ha parcheggiato la macchina dentro il garage, per poi uscire e dirigersi verso il resort per un corso di cucina. Ma le ultime immagini ricavate dalle telecanere sparse ovunque nel paese riprendono la sua macchina vicino al luogo dove è stato ritrovato il corpo senza vita del bambino. Poi ci sono le fascette di plastica consegnate alle maestre, dello stesso tipo di quella che potrebbe aver soffocato e ucciso il bambino.


ANSA/CENTIMETRI

Ogni cosa al suo posto


L'impressione è che gli investigatori abbiano chiaro il quadro e stiano soltanto cercando di mettere ogni cosa al posto giusto prima di chiudere il caso. E si torna alla domanda iniziale: cosa nasconde Veronica Panarello?

Difficile pensare alla mamma che uccide il figlio in preda a un mix di depressione, disperazione, esasperzione, rabbia, furia cieca, magari scatenata da una lite occasionale. Difficile perché se mai le cose fossero andate in questo modo, la donna avrebbe subito architettato una montatura raffinata: spoglia il bambino, toglie le mutande, lo riveste, lo va a gettare nel canalone con i pantaloni slacciati, per indirizzare le indagini verso un pedofilo, un maniaco, un orco. Tutto è possibile, per carità, ma la donna non sembra avere un bagaglio criminale e perfino culturale per costruire tutto ciò su due piedi. Molto più probabile che stia cercando di proteggere se stessa e qualcun altro.

Chissà, forse Loris è rimasto vittima di un intreccio nascosto, perverso. Forse il bambino ha visto qualcosa che non doveva vedere. La chiave per risolvere il giallo potrebbe essere il cacciatore, Orazio Fidone, che ha ritrovato il corpo senza vita del bambino andando a colpo sicuro nel canalone. Gli investigatori non hanno mai pensato a lui come all'assassino del piccolo Loris, ma stanno passando al setaccio tutto ciò che ruota attorno a lui per cercare eventuali punti di contatto con la mamma del bambino, diretti o anche indiretti.

Un bigliettino sul luogo del ritrovamento del corpo di Loris Stival, Santa Croce Camerina (Ragusa), 6 dicembre 2014. ANSA / CIRO FUSCO

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Carmelo Abbate