Livorno, così l'infermiera killer avrebbe ucciso 13 pazienti
Arrestata una donna che avrebbe praticato iniezioni letali ai ricoverati. Nessuno era malato terminale - Foto e video
Omicidio volontario continuato. L'operazione dei carabinieri del Nas di Livorno, denominata "killer in corsia", si è conclusa ieri sera con l'arresto di una infermiera di 55 anni, originaria di Savona ma residente a Piombino da 36 anni, accusata di aver ucciso 13 persone in meno di 24 mesi. Quasi una persona ogni trenta giorni.
I pazienti era stati tutti ricoverati per varie patologie presso l'Unità di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale civile di Piombino ma nessuno di loro, benchè fosse anziano, era un malato terminale. I fatti contestati alla donna, una infermiera esperta da moltissimi anni in servizio presso l'ospedale piombinese, risalgono al periodo 2014 e 2015.
L'indagine è scattata dopo un monitoraggio della situazione nel reparto in cui lavorava l'infermiera effettuato dai militari del Nas. Qui, infatti, era stato registrato un numero di decessi anomali.
L'iniezione letale
Ma come uccideva le sue vittime? Per la magistratura di Livorno, le morti sarebbero state provocate tramite l'iniezione el farmaco anticoagulante 'Eparina' un medicinale specifico ma “fuori terapia" ovvero che non rientrava nella cura effettuata dai soggetti e di cui, gli investigatori, hanno avuto riscontro attraverso le analisi effettuate. Il farmaco, inettato dalla donna, avrebbe causato rapide, diffuse e irreversibili emorragie con decessi quasi immediati. Le analisi effettuate in sede autoptica, hanno riscontrato concentrazioni di Eparina di anche 10 volte sopra la norma. I pazienti deceduti sono uomini e donne di eta' fra i 61 e gli 88 anni.
Le statistiche alterate
I 13 decessi hanno alterato le statistiche dell'ospedale di Piombino e allertato i Nas che hanno iniziato ad indagare. Tutti gli omicidi sono stati registrati tra il 2014 e il 2015: 19 gennaio, 27 giugno, 22 settembre, 2 ottobre, 24 novembre, 26 novembre, 20 dicembre, 28 dicembre del 2014; 9 gennaio, 11 marzo, 1 luglio, 9 agosto, 29 settembre nel 2015.
Ma le indagini non sono finite. I militari del Nas, stanno cercando di far luce sulle motivazioni che hanno portato la donna a compiere questi omicidi seriali. "Verosimilmente - spiegano gli investigatori - sono da collegare allo stato psichico dell'infermiera, in particolare a depressione, uso di alcol e di psicofarmaci".
La donna è sposata e ha due figli, da circa 20 anni lavorava nel reparto di anestesia e rianimazione dell'ospedale di Piombino. Nell'ottobre 2015 è stata spostata di reparto. Il Nas l'ha arrestata ieri sera all'aeroporto di Pisa mentre rientrava da una vacanza con il marito.
Omicidi in corsia
Continua dunque la scia di omicidi in corsia. Morti senza una motivazione per mano di persone che invece dovrebbero curarle ed assisterle. E invece, sono proprio loro che decidono il destino dei pazienti. Non calcolano gli affetti, il dolore che possono procurare e dispongono della vita degli altri come meglio credono. In una sorta di onnipotenza. Sono gli Angeli della morte, gli infermieri che decidono quando il cuore dei loro pazienti deve smettere di battere. Assieme ad alcuni serial killer missionari, gli angeli della morte sono l'unica categoria di assassini seriali le cui vittime non rispecchiano le loro preferenze sessuali e per questo sono una categoria atipica, sui generis, in ambito criminologico.