L'Isis conferma la morte di Jihadi John
Lo Stato islamico ha dedicato, sull'ultimo numero della sua rivista online Dabiq, un lungo articolo celebrativo sulla vita e la morte del boia degli ostaggi
Lo Stato islamico di Abu Bakr Al Baghdadi ha confermato, sul numero 13 della sua rivista online Dabiq (leggilo qui), la morte di Jihadi John, il miliziano islamista di origini kuwaitiane che, partito dalla Gran Bretagna, si faceva riprendere in video mentre sgozzava le sue vittime vestite con la tuta arancione. Il magazine - che celebra anche il "sacrificio" di Syed Farouk e Tashfeen Malik, i due killer della scuola di San Bernardino - ricostruisce minuziosamente la vita di Abu Muharib al Muhaijr, il nome di battaglia di Jihadi John,dai primi contatti nel 2005 con la nebulosa jihadista a Londra fino al rapporto con due islamisti - Bilal al Barjawi e Muhammad Saqr - poi eliminati in Somalia.
Un articolo agiografico dove il Califfato ricorda anche come al Muhaijr si sia più volte fatto passare per sprovveduto al fine di ingannare gli investigatori che lo avevano intercettato prima di riuscire a raggiungere la Siria, militando prima nelle fila di Al Nusra, e poi - dopo la scissione - in quelle dello Stato Islamico. L’autore dell’articolo sottolinea come al Muhaijr sia sempre stato molto generoso verso i compagni e cita un episodio: il militante riceve in dono una schiava concubina e decide di regalarla ad un mujahed ferito. La sua storia si conclude con un raid di un drone che lo sorprende a Raqqa, nel nord est della Siria.
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