Perché si fanno tanti errori nei tribunali dei minori?
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Perché si fanno tanti errori nei tribunali dei minori?

Un libro, «Come ai tempi di Erode», spiega che cosa non funziona nella giustizia minorile italiana. E come difendersi.

In Italia c'è un tribunale che può intervenire in qualsiasi momento sulla vita delle persone, senza che i diretti interessati sappiano con precisione le ragioni e i presupposti di quel che sta loro capitando. Garanzie processuali? Nemmeno a parlarne. Anzi, dato che quasi tutti i provvedimenti assunti da quel tribunale sono «provvisori», non è possibile nemmeno ricorrere in appello. Eppure, le cronache da anni sono piene degli errori di quel tribunale. E sono errori spesso drammatici, e sempre hanno conseguenze gravi: perché riguardano la parte più indifesa della popolazione, i bambini. I tribunali dei minori sono l'oggetto di un libro interessante e drammatico. Si intitola «Come ai tempi di Erode» (Edizioni Il ciliegio, 237 pagine, 16 euro) e l'ha appena pubblicato un avvocato matrimonialista di Rimini, Salvatore Di Grazia

Il libro racconta una storia vera: quella di Carla, una giovane madre romena immigrata in Italia, che nell'ottobre 2007 scopre andando a scuola che i suoi tre figli (rispettivamente 11, 9 e 7 anni) le sono stati sottratti per ordine di un giudice e sono stati internati in centri di affido. Disperata, la donna corre al Tribunale per i minorenni. Qui scopre che i servizi sociali l'accusano di non essere in grado di fare bene la madre: è «disaffettiva e poco adeguata, i minori portano i segni della deprivazione affettiva». Le assistenti sociali le spiegano che i bambini «non sono ancora in grado di allacciarsi le scarpe da soli». E le annunciano che la sua audizione è già stata fissata per il 19 maggio dell'anno successivo. Inizia così l'odissea di Carla, di suo marito e dei tre bambini: sballottati in centri di affido, appesi sentimentalmente al nulla.

Di Grazia, che è stato l'avvocato della famiglia, utilizza la storia come un grimaldello, per spiegare tutto quello che non funziona nella giurisdizione minorile. Qui, per esempio, le regole innovative del cosiddetto «giusto processo» non sono mai entrate, come sanno bene quanti hanno avuto a che fare con un tribunale dei minori...

Nel caso di Carla e dei suoi tre figli, per esempio, gli abusi procedurali sono tanti e si trasformano in altrettanti scogli, apparentemente insormontabili. Ed ecco che il libro si trasforma in uno strumento utile: non solo per capire quanto di profondamente sbagliato sussiste nella nostra giustizia minorile (e prima o poi qualcuno dei nostri disattenti politici dovrà pur accorgersene!), ma anche in una specie di manuale di comportamento per chi abbia a che fare con i servizi sociali e i giudici del settore. 

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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