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(Ansa)
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Le speranze del volley azzurro alle Olimpiadi Tokyo 2020

Gli azzurri puntano all'oro con l'ultimo gran ballo per il gruppo maschile e la giocatrice più forte del mondo (Paola Egonu) in quello femminile

Non dovesse essere un piazzamento da podio, la spedizione azzurra dell'Italia del volley a Tokyo sarà considerata un fallimento. Gianlorenzo Blengini, CT della squadra maschile e Davide Mazzanti, CT di quella femminile a questa edizione dei Giochi a Cinque Cerchi hanno a disposizione, probabilmente, la migliore rosa possibile almeno dell'ultimo decennio per arrivare a conquistare l'oro olimpico.

I maschi ci sono andati vicini anche a Rio 2016 sconfitti in finale in quella occasione dal Brasile 3-0, le donne invece mai oltre un quinto posto che manca da Londra 2012. A scaldare l'ambiente azzurro l'annuncio da parte del presidente del Coni, Giovanni Malagò di aver scelto Paola Egonu, campionessa della campionessa dell'Imoco Volley Conegliano quale portabandiera olimpica nella cerimonia di apertura di Tokyo 2020. Proprio la giocatrice più forte del mondo sarà il terminale offensivo più importante delle azzurre quando la partita si giocherà su punteggi alti. Mazzanti può contare una rosa di assoluto livello. Al palleggio Malinov dovrà confermarsi ad alti livelli, di essere la giocatrice in grado di cambiare ritmo al gioco e saper leggere la partita con la migliore distribuzione della palla. Alle sue spalle Orro pronta a subentrare. Al centro una batteria di 4 fenomeni. Nella testa di Mazzanti dovrebbero partire titolari la 'principessa' Chirichella e Folie con Danesi e Fahr rincalzi di lusso. Il reparto schiacciatrici anche qui offre garanzie assolute: dal capitano Sylla che sta rientrando dall'infortunio alla caviglia rimediato una decina di giorni fa in allenamento, alle talentuose Caterina Bosetti, Pietrini e la duttile Sorokaite, giocatrice che può essere impiegata come opposto. Nel ruolo di libero, Mazzanti dà pieni poteri a Moky De Gennaro, il libero attualmente più forte in circolazione. Punto di forza di questa Nazionale sarà la ricezione proprio perché in questo fondamentale Mazzanti ha preso le migliori.

L'altra Italia, quella del CT Blengini è alle prese con la migliore quadratura del gioco. In regia sarà Giannelli a dettare gli schemi, a fare la differenza nell'ultimo passaggio. Ci sarà Sbertoli, in panchina che scalpita ad entrare. Un fenomeno. Il CT al centro può contare sulla piena maturità di Piano e Anzani. Il terzo convocato in questo ruolo è Galassi, micidiale anche al servizio. In posto 4 il Commissario Tecnico spera di vedere il migliore Juantorena a cui potrebbe affiancare uno dei due talenti del volley italiano: Levia o Michieletto. Affidabili, giovani e con un grande futuro pronti a raccogliere l'eredità del fenomeno cubano quando deciderà di chiudere la sua avventura in maglia azzurra. A completare la batteria di attaccanti l'eterno Kovar.

L'opposto titolare è Zaytsev a caccia di record, vittorie e un'altra medaglia dopo il bronzo di Londra 2012 e l'argento di Rio 2016. Il libero sarà Colaci. Il grande punto interrogativo è invece quale sarà il futuro di questa nazionale, dopo Tokyo 2020, da chi ripartirà? Sicuramente da Giannelli, Lavia e Michieletto. Lo "Zar", forse ma molto dipenderà dalla sua condizione fisica. Di certo l'Italia al maschile è sempre andata a medaglia da Atlanta 1996, con la sola eccezione delle Olimpiadi del 2008 a Pechino. Dicevamo del futuro. Fanno festa le azzurrine dell'Under 20 femminile, allenate dal CT Massimo Bellano che si sono laureate campionesse del Mondo a Rotterdam rifilando un sonoro 3-0 alla Serbia. Argento all'Europeo nella finale in Ungheria, invece per la nazionale U16 femminile guidata da Pasquale D'Aniello artefice di un altro capolavoro tecnico dopo i grandi risultati degli ultimi anni. Quarto posto per l'U17 maschile di Monica Cresta all'europeo di categoria. Il femminile, con il CT Mazzanti riconfermato fino al 2024, sembra avere un ricambio generazionale garantito con atlete pronte per il grande salto. Ne è convinto anche il presidente federale Giuseppe Manfredi: "Quando si ottengono tutti questi risultati non può trattarsi di fortuna, ma è la testimonianza che i programmi tecnici portati avanti dalla federazione continuano a dare i frutti sperati. Tutto questo, ovviamente, non sarebbe possibile senza l'ottimo lavoro fatto dalle nostre società che investono nei settori giovanili. Noi siamo l'Italia e vogliamo essere sempre al vertice di ogni competizione internazionale, è il giusto premio per il nostro grande movimento".

Sulla bontà del progetto giovanile delle nazionali ha parlato anche Paolo Lugiato, ex GM di UYBA: "La nomina di Marco Mencarelli in qualità direttore tecnico dell'attività giovanile femminile è una garanzia sul lavoro di crescita della filiera delle nazionali giovanili. In passato ha vinto tantissimo con le azzurrine quindi a cascata tutto il movimento può solo beneficiarne con un lavoro sui territori e nelle scuole. Ho grande fiducia anche nel maschile dove Julio Velasco, attuale Direttore Tecnico Nazionali Giovanili del Settore Maschile, può garantire con la sua immensa esperienza qualità al lavoro e costruire grandi traguardi, dopo averci fatto sognare con la Generazione di Fenomeni degli anni '90".

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Piero Giannico