Cartello affisso alla Casa Internazionale delle Donne
Sara Dellabella
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La Casa Internazionale delle Donne rinasce con gli studenti

In 150 iscritti all'Accademia delle Arti e delle Nuove Tecnologie hanno partecipato a una gara di comunicazione e design per la casa

"Forse non abbiamo i linguaggi giusti per dire che la Casa Internazionale delle donne è utile non solo alle donne, ma a tutti. La libertà delle donne è la libertà anche degli uomini. Se questi giovani riescono ad inventarsi nuovi linguaggi per far passare un messaggio femminista alle nuove generazioni, saremo loro grate". Lo ha detto Marina Del Vecchio, vicepresidente della Casa Internazionale delle donne che venerdì sera ha accolto nella sede di Via della Lungara nel cuore di Trastevere 150 studenti dell’Accademia delle Arti e delle nuove tecnologie (AANT) che hanno dedicato 24 ore alla realizzazione di un progetto che traghettasse la comunicazione della casa verso il terzo millennio.

Una sinergia che si è sviluppata grazie all’intuizione della Direttrice dell’Accademia, Rossana Quarta che quest’anno ha voluto dedicare la quinta edizione della gara “La XXV^ ora” ad un pezzo della città che è coinvolta da alcuni mesi in un contenzioso con il comune di Roma che ha chiesto 800mila euro di affitti arretrati alla struttura mettendone a serio rischio la sopravvivenza.

“Quest’anno non ci siamo limitati a lavorare bene, ma abbiamo messo il cuore su un tema sociale a cui teniamo molto. È una questione di orgoglio civile oltre che di buon vicinato” ha spiegato la direttrice che per 24 ore ha seguito tutte le fasi della gara che è stata raccontata sui profili social della scuola grazie alla brillante ed ironica conduzione dell’attrice Silvia Maria Vitale, dando vita ad un vero talent show.

I 150 studenti della scuola sono stati divisi in otto squadre capitanate da un professore e hanno lavorato ininterrottamente a un progetto di design e comunicazione dedicato alla Casa Internazionale delle Donne che dall’accademia dista appena 600 metri. "Il fatto che i ragazzi di AANT si siano interessati alla casa per uno scopo professionale e umano è importantissimo perché arriva una linfa nuova” ha commentato con entusiasmo Loretta Bondì, direttrice dei progetti internazionali di BeFree, cooperativa che si occupa di violenza, tratta e discriminazioni

Due generazioni unite

La Casa internazionale delle Donne è una struttura aperta che guarda al territorio e al mondo, un laboratorio dove si declina in varie forme quella che viene definita "politica di genere". Negli spazi di Trastevere trovano spazio un centro cittadino, nazionale e internazionale di accoglienza, d’incontro, di promozione dei diritti, della cultura, delle politiche, dei “saperi” e delle esperienze prodotte dalle e per le donne. 

In questi mesi di contrasto con il Comune di Roma, sono state tantissime le associazioni, le personalità del mondo della politica e dello spettacolo a scendere in piazza in difesa di questo spazio che non solo è stato promotore di una cultura femminista, ma si è fatta carico con i suoi servizi, dalla foresteria ai centri antiviolenza, di un pezzo importante di questa città.

Il valore di una iniziativa come “La XXV^ ora” è stato quello di avere accorciato la distanza tra una generazione di ventenni che della Casa Internazionale delle Donne non aveva mai sentito parlare, di conoscerla e mettere subito le proprie energie e le proprie competenze a servizio di un progetto sociale immediatamente riconoscibile. “Non abbiamo mai visto i ragazzi così presi” ha raccontato Giancarlo, uno dei docenti della scuola.

Sono bastate 24 ore per attraversare quei 600 metri, che sono prima di tutto una metafora, e unire una generazione di ragazzi a un pezzo della storia di Roma e del mondo. 24 ore per tessere un legame tra passato e futuro grazie all’energia creativa dei ragazzi di AANT e la sensibilità della Casa Internazionale delle Donne, in una logica di scambio reciproco e non di rottamazione.

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Sara Dellabella