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La sconfitta di Marine Le Pen: le reazioni in Italia

Salvini: "La riscossa non si ferma". Berlusconi: "Solo uniti si può tornare alla ribalta". E ora il centrodestra ridiscute le alleanze

Nella mattina di ieri Matteo Salvini marcava la differenza tra la Lega e il Front National, adottando uno slogan caro, di questi tempi, soprattutto a Silvio Berlusconi: "Uniti si vince". Ma in serata il clamoroso stop della cavalcata di Marine Le Pen ha risuonato con fragore in tutto il centrodestra italiano rimarcando, a 7 mesi dalle amministrative, la necessità di una coalizione che comprenda anche l'elettorato più moderato.

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Diversa l'interpretazione di Matteo Salvini, che ringrazia Le Pen e attacca: "Hanno dovuto fare un'ammucchiata, tutti insieme, sinistra e finta destra contro Le Pen. Ma la riscossa non si ferma". E sulla stessa scia si pone Giorgia Meloni che parla di "inciucio e compromessi che hanno prevalso sugli interessi del popolo".

Dal Pd, è il vicesegretario Lorenzo Guerini ad intervenire parlando di "segnale importante per l'Europa: i francesi dicono no alle scorciatoie populiste. E per l'Italia una lezione a chi dice che il ballottaggio previsto nell'Italicum non funziona: questo voto li smentisce in maniera evidente". Mentre il sottosegretario agli Affari Ue Sandro Gozi osserva che "in Italia dobbiamo perseguire nella giusta strada delle riforme e del cambiamento che abbiamo intrapreso". Per Arturo Scotto di SI, invece, la sconfitta del Fn è "un' ottima notizia. Ma per batterla davvero bisogna rimuovere le cause che l'hanno generata".

Nel centrodestra l'esito risuona in particolare ad Arcore, da dove Silvio Berlusconi si è collegato con il Congresso dei Popolari per L'Italia di Mauro Mauro ribadendo come solo "unito" il centrodestra potrà tornare alla ribalta. Ed è probabile che il leader FI userà proprio questo concetto nel difficile tavolo sulle candidature alle Comunali, che la settimana prossima, forse martedì, potrebbe vedere un incontro tra l'ex premier, Salvini e Meloni. La riunione, spiegano da Arcore, non sarà decisiva ma di certo sarà importante per fare un punto su tutte le città, a partire da Milano, dove la tensione tra i lombardi Berlusconi e Salvini è di certo maggiore.

Sui candidati, tuttavia, non si intravedono accelerazioni mentre sul nome di Ernesto Pellegrini, dato per papabile su alcuni media, nessuno in FI si sbilancia registrando solo il "forte apprezzamento" dell'ex Cavaliere per le mense solidali dell'ex presidente dell'Inter e visitate dallo stesso Berlusconi che vorrebbe esportare la formula in tutta Italia. Ma a dispetto dei nomi, la "lezione francese" (cosi' la chiama su Twitter Paolo Romani, mentre Deborah Bergamini parla di "sconfitta della sinistra e del populismo solitario") influirà sul tavolo del centrodestra.

Un centrodestra che Berlusconi è piu' che mai deciso a rilanciare per "evitare all'Italia una scelta da incubo al ballottaggio", quella tra "la prepotenza e il nulla di Renzi e la follia e l'incapacità di Grillo". Una coalizione nella quale resta fermo, inoltre, la posizione di Area Popolare mentre oggi i Popolari hanno dato seguito, con il loro Congresso, a quel Patto di Orvieto siglato con gli ex Ncd Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi che potrebbe costituire quasi un'Opa sugli alfaniani, viste le loro difficolta' sulle alleanze al voto del 2016.

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