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Istat, ecco sei generazioni di italiani

Quattro donne, il paese oltre e dentro la statistica: dalla ricostruzione postbellica ai ragazzi delle reti. Lo sguardo anomalo del Rapporto 2016

Quest'anno il consueto Rapporto dell'Istat sulla situazione del Paese ha scelto le "generazioni" come categoria speciale di analisi attraverso la quale indagare la società italiana.

Ciò ha permesso, accanto alla trattazione della situazione socioeconomica dell'Italia di oggi, anche una serie articolata di "confronti retrospettivi".

Il risultato è, come dice il Rapporto annuale 2016, uno sguardo alle generazioni di persone che formano la nostra società, dagli individui ai soggetti sociali e agli attori economici.

Per questo - dice la sintesi - vengono raccontate diverse generazioni – rappresentative delle persone che oggi hanno da uno a 90 anni – offrendo una lettura statistica dei caratteri strutturali e dei cambiamenti del nostro Paese.

Un espediente narrativo che rende la Sintesi del Rapporto decisamente interessante. (clicca su avanti)

Quattro donne: Maria

Nel 2016 osserviamo la vita di quattro donne – Maria, Anna e Francesca, Giulia – seguita nel corso dei decenni nel loro intreccio intergenerazionale.

Maria
Maria compie 90 anni, superando di molto la sua speranza di vita alla nascita che era di 52 anni: delle nate nel 1926, 24 su cento sono ancora vive. Se – continuando questa ricostruzione delle vicende italiane con le storie “medie” di tre donne attraverso le statistiche – osserviamo a ritroso la sua vita, possiamo affermare che ha concluso la quinta elementare in un periodo in cui la quota di analfabeti era molto alta.

Si è sposata a 24 anni e ha fatto la casalinga per tutta la sua vita dedicandosi ai tre figli. Ora è vedova da diversi anni e vive con sua figlia, Anna.

Anna

Anna, la figlia di Maria, ha 64 anni, è sposata da più di 40 ed è appena andata in pensione, dopo molti anni di lavoro nell’industria, prima come operaia e poi, dopo il diploma conquistato alle serali, come impiegata.

Anna non avrebbe potuto continuare a lavorare occupandosi della casa, della seconda figlia che vive ancora con lei e di Maria se non fosse stata aiutata negli ultimi quindici anni da Oxana, una cittadina ucraina che prima si occupava solo della casa, poi ha cominciato a prendersi cura di Maria.

Da quando è in pensione, Anna va sempre più spesso dalla nipotina Giulia.

Francesca e Giulia

Giulia è nata l’anno scorso da Francesca, la prima delle due figlie di Anna, che ha appena compiuto quarant’anni, si sta separando dal marito e fa la ricercatrice con un contratto a termine. La speranza di vita quando nasce Giulia è di quasi 85 anni.

Storie esemplari e statistica

Queste sono storie esemplari che si fondano sui dati che la statistica "è in grado di fornire sulla base di tutte le informazioni che raccoglie e restituisce al Paese. I milioni di storie individuali e di percorsi di vita che si sono succeduti e intrecciati in questi novant’anni non possono essere ridotti al racconto di poche esistenze 'medie'."

Le generazioni
Sono dunque 90 anni raccontati attraverso 6 generazioni, così identificate dall'Istat:

La generazione della ricostruzione

Sono i nati tra il 1926 e il 1945, hanno vissuto il fascismo e la seconda guerra mondiale. Quando nasce Maria la speranza di vita per le donne di 52 anni, la mortalità infantile è del 12,6%. L'Italia cambia faccia rapidamente quando lei ha tra 20 e 40 anni.

Il mondo agricolo arretra, si fa strada l'industria. Iniziano le migrazioni da Sud e Nord. Nasce la tv e le donne possono finalmente votare. È l'era di elettrodomestici, Vespa, 500 e del mondo operaio legato alla Fiat.
Quando nasce sua figlia Anna nel 1952, la speranza di vita è salita a 67,9 anni. La mortalità infantile è dimezzata.

La generazione dell'impegno

La diffusione della classe operaia dà vita a nuove forme di lotta, preludio del '68 studentesco e dell'Autunno caldo del '69. Ne sono protagonisti i ragazzi, come Anna, nati tra il 1946 e il 1955, educati da genitori che hanno vissuto fascismo e guerra.

Dopo il boom, l'economia italiana entra però negli anni Settanta nelle crisi petrolifere e quindi nella recessione.
Esplodono inflazione e disoccupazione.
Sono gli anni del divorzio, dell'aborto e del nuovo diritto di famiglia. Quando nel '76 nasce Francesca, figlia di Anna la speranza di vita è di 76 anni per le donne.

La generazione dell'identità

Nati tra il 1956 e il 1965. L'austerity ha pesato sui comportamenti e negli anni '80 ci si ritira dai movimenti collettivi, prevalgono le scelte individuali e le spinte liberistiche. Si rafforza il modello del figlio unico.

Le scelte di vita e le tappe familiari vengono posticipate, così come l'ingresso nel mondo del lavoro. Esplode il Nord Est, che diventa il centro produttivo del Paese.

La generazione di transizione

I nati tra il 1966 e il 1980, come Francesca, sono i primi a non trovarsi in condizioni di migliorare la propria posizione sociale rispetto a quella dei genitori. Si tratta di un peggioramento delle opportunità di riuscita sociale e occupazionale.

La popolazione inizia a invecchiare ma soprattutto arrivano le prime ondate di immigrazione straniera: nel 1991 arriva a Bari la nave Vlora, carica di 20mila albanesi.

La generazione del millennio

I nati tra il 1981 e il 1995 sono i giovani dell'euro e della cittadinanza europea, ma anche quelli che pagano di più il prezzo della crisi: nel 2015 è occupato il 39% dei giovani contro il 50% del 1993. Il 44,6% entra nel mondo del lavoro con un contratto atipico.

Sono ragazzi qualificati, anche troppo per il posto che trovano.

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La generazione delle reti

Nati e cresciuti nell'era digitale, come Giulia, figlia di Francesca, nata nel 2015. Sono sempre connessi. L'Italia è ormai stabilmente terra di immigrazione ma negli ultimi anni hanno ripreso a crescere anche le emigrazioni. Le generazioni del millennio e delle reti sono a pieno titolo cosmopolite. La speranza di vita è arrivata a quasi 85 anni.

[ISTAT, Rapporto Annuale 2016, Sintesi, Le generazioni, Ansa]

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