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ANSA/FABIO CAMPANA
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Iran, Rohani in Europa: ricordategli i diritti umani e la pena di morte

Nessuno Tocchi Caino: da quando il presidente iraniano è salito al potere il paese ha battuto il record di esecuzioni capitali. Isf: liberare i giornalisti

Il presidente dell'Iran Hassan Rohani, oggi a Roma è un riformatore, un moderato?
Probabilmente sì, se si colloca nel quadro complesso e opaco del potere di Teheran, con la dialettica fra il potere del presidente e quello della "guida suprema", l'Ayatollah Ali Khamenei.

Eppure, spiega il rapporto di Nessuno tocchi Caino, presentato a Roma il 22 gennaio, da quando è salito al potere nel giugno 2013, l'Iran ha conosciuto un record di ben 2.277 impiccagioni, in netto aumento.

Il rapporto, intitolato "Il volto sorridente dei Mullah", accompagnato da un appello alle massime cariche dello Stato italiano che incontrano Rohani a Roma, esamina in particolare il segmento del 2015, durante il quale, secondo Nessuno tocchi Caino, le esecuzioni compiute in Iran sono state almeno 980, il 22,5% in più rispetto al 2014, quando si era già registrato un clamoroso aumento del 42,6% sul 2013.

Del totale, 610 casi sono state segnalati da fonti "non ufficiali" (ong, fonti interne iraniane) e solo 370 annunciate ufficialmente.

Traffico di droga
Il reato piu' 'sanzionato' dalla forca è stato nel 2015 quello del traffico di droga (632), seguito dall'omicidio (201), dallo stupro (56), dai reati di natura 'politica' (16) e dalla generica dicitura 'guerra contro Dio' (22), che comprende varie fattispecie.

Le esecuzioni - ha ricordato Elisabetta Zamparutti di Nessuno tocchi Caino nella sede dei Radicali, presente anche Marco Pannella e l'ex ministro degli esteri Giulio Terzi - avvengono per lo più con l'impiccagione alle gru o con l'impiccagione "lenta" e molte sono pubbliche.

I minorenni
E vengono, dice l'ong - messi a morte anche i minorenni e persone che abbiano compiuto da minorenni il reato per il quale vengono puniti.
E questo, malgrado Teheran abbia firmato e ratificato la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. Ma e' tornata in vigore anche la lapidazione, reintrodotta per l'adulterio dal Consiglio dei Guardiani nell'aprile 2013.

In Iran, denuncia il rapporto, c'è la tortura; viene frustato chi viola le regole sul pudore; vengono amputati gli arti come punizione in ossequio alla Sharia e si applica anche il principio (letterale) dell'"occhio per occhio", come nel caso di un uomo, che aveva accecato un altro uomo con l'acido, al quale è stato cavato un occhio ed è in attesa di perdere il secondo. Il rapporto denuncia inoltre la persecuzione delle minoranze religiose o etniche, di quelle sessuali, la discriminazione legale delle donne. Oltre all'antisemitismo, agli appelli a distruggere Israele e alla negazione della Shoah. Rohani, e' stato ricordato, ha scelto come prima tappa del suo tour diplomatico l'Italia, considerata come "porta dell' Occidente". E la consegna del rapporto alle massime cariche politiche italiane che incontreranno il presidente Rohani impedira' a queste di dire che "non sapevano", ha sottolineato il segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio d'Elia

Amnesty International
Anche il direttore generale di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, ha trasmesso al presidente del Consiglio Matteo Renzi una serie di preoccupazioni per la situazione dei diritti umani in Iran, in occasione della visita di Rohani.

Rufini ha invitato il premier a sollevare diversi temi sul mancato rispetto dei diritti umani in Iran, primo tra i quali l'uso massiccio della pena capitale.
Sono, inoltre, decine i prigionieri di coscienza di cui Amnesty continua a chiedere la scarcerazione, tra cui avvocati, giornalisti, appartenenti a minoranze etniche e religiose. Rufini ha auspicato che il governo italiano possa farsi promotore di un miglioramento della tutela dei diritti umani in Iran, nel contesto delle proprie relazioni bilaterali con il Paese.

I giornalisti
"Il governo di Teheran liberi i 19 giornalisti detenuti nelle sue carceri e approvi una moratoria sulle esecuzioni capitali di cui detiene il record mondiale ". Questo l'appello lanciato dall'esecutivo di Isf (Information Safety and Freedom ), associazione internazionale per la libertà di stampa, in occasione della visita del presidente iraniano Assan Rohani a Roma.
"Il ritmo delle esecuzioni capitali in Iran ha subito un'accelerazione esponenziale proprio in coincidenza con l'arrivo di Hassan Rohani al vertice del governo iraniano - spiega il presidente di Isf Stefano Marcelli - . Si tratta di una palese contraddizione sia con le promesse di moderatismo fatte dal religioso iraniano al momento della sua elezione, sia delle speranze sugli effetti che l'accordo sul nucleare avrebbe dovuto avere sulla situazione dei diritti umani nel suo Paese ". "Secondo i rapporti dell'Onu - continua Marcelli - nei due anni e mezzo di governo Rohani in Iran sono state uccise 2.084 persone, compresi alcuni minorenni, mentre nel 2016 le esecuzioni capitali stanno procedendo ad un ritmo di tre al giorno. Ci auguriamo che, in queste ore, negli incontri ufficiali dei nostri vertici istituzionali con il presidente iraniano, oltre che dei ricchi contratti commerciali per firmare i quali si è scatenata una vera e propria gara internazionale, qualcuno voglia accennare anche a questo aspetto sanguinario di un regime che disconosce qualunque rispetto dei diritti umani, in patria come all'estero, come dimostra l'attività di Pasdaran e Hezbollah al fianco del governo di Bashar al Assad in Siria".

Il punto di Emma Bonino: un Iran più aperto al dialogo
"L'Italia ha sempre voluto il dialogo con l'Iran, ha chiesto all'Iran di responsabilizzarsi, di coinvolgersi nella soluzione di problemi che Teheran stessa contribuisce a creare. Perché in Medio Oriente tutti contribuiscono a creare problemi e tutti devono aiutare a risolverli".

Lo dice l'ex ministro degli Esteri Emma Bonino, parlando della visita a Roma del presidente Rouhani, come prima tappa in Europa dopo la fine delle sanzioni.

"L'Iran - spiega Bonino - deve essere coinvolto, deve rispondere dei suoi comportamenti, deve essere chiamato a contribuire alle soluzioni. In queste ore la partita siriana vive un momento delicatissimo. Il fatto che l'Arabia Saudita per mettere a morte lo sceicco Nimr al Nimr abbia deciso una esecuzione di massa di altri quarantasei condannati ci dice il livello di pericolosità raggiunto. Ma noi non ci voltiamo dall'altra parte: dobbiamo parlare chiaramente in faccia a tutti, dire che il livello di violenza raggiunto e' intollerabile, pericoloso, tutto rischia di finire fuori controllo".

Il 26 febbraio in Iran ci saranno le elezioni per l'Assemblea, e - afferma Bonino - "la mia impressione è che in Iran ci sia uno scontro di potere molto importante. Uno dei settori più rilevanti del fronte dei conservatori, il giudiziario, si sta mobilitando. Ma in Iran l'opinione pubblica esiste, nelle grandi città conta. Non è un'opinione pubblica anti-occidentale, vuole il dialogo, il progresso, l'apertura del paese. Noi speriamo in un Iran più aperto e dialogante".

I rapporti con Israele
Spinosa per l'Italia anche la questione dei rapporti con Israele. L'ambasciatore israeliano a Roma Naor Gilon ha già espresso l'auspicio che l'Italia faccia chiaramente capire a Rohani, che ci sono "valori" e "sbarramenti" dell'Occidente che la Repubblica islamica deve rispettare, non solo nel capitolo del nucleare.

"Mi è difficile pensare che le autorità italiane non trovino il modo di esprimere la disapprovazione verso la lunga storia di negazionismo dell'Iran", ha sottolineato Gilon ricordando che il presidente iraniano sarà a Roma proprio alla vigilia del 'Giorno della Memoria'.

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