L'Intelligenza Artificiale è il nuovo Cupido (prima dell'autodistruzione dell'umanità)
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L'Intelligenza Artificiale è il nuovo Cupido (prima dell'autodistruzione dell'umanità)

La Rubrica - Lessico Familiare

L’intelligenza artificiale è la nuova frontiera che sta attendendo al varco l’umanità.

Nel XX secolo gli autori più visionari la immaginavano come un robottino umanoide un po’ goffo stile R2-D2 di Guerre Stellari, una fantasia stuzzicante ma pur sempre confinata nella fantascienza.

La realtà però, come noto, supera la fantasia e le I.A. sono state sviluppate davvero, più o meno in segreto, finanziate da gruppi privati o dagli stessi Stati che ne scorgevano una risorsa per l’industria civile e bellica.

Oggi l’intelligenza artificiale è stata completamente sdoganata e le Big-Tech americane, quei colossi inarrivabili che dominano mercati e si spartiscono la grande torta dei consumi globali, sono usciti definitivamente allo scoperto con le loro ‘creature’.

Fanno impressione gli investimenti stanziati, milioni, ma che dico milioni, miliardi, ma che dico miliardi, decine e decine e decine di miliardi annui riversati in entità dai nomi criptici, già pronti alla guerra (per fortuna solo commerciale).

ChatGPT di Microsoft per ora sta surclassando Bard di Google (Alphabet), soprattutto a seguito di ciò che è successo alla chatbot del più grande motore di ricerca, lo scorso 7 febbraio, in una pubblica presentazione: infatti, dopo aver risposto in maniera impeccabile, si è incagliato sbagliando clamorosamente risposta ad una domanda su un telescopio della NASA.

Nulla di grave, diremmo noi con il solito pragmatismo italico, ma gli americani queste cose non le perdonano: meno 7% in borsa e 100 miliardi di capitalizzazione bruciata il giorno successivo a Wall Street.

Ovviamente nessuna delle grandi multinazionali sta ferma in questa battaglia per il primato: Zuckerberg, Bezos, Musk, Apple, sono in prima linea con i loro costosissimi prodotti. Ma funzionano?

Beh, pare proprio di sì: chiedere al giornalista/scrittore Federico Rampini che, sul Corriere della Sera dell’11 febbraio, ha pubblicato un articolo dal titolo «Così ho perso la gara di scrittura con ChatGPT».

In pratica Rampini ha sfidato l’intelligenza artificiale di Microsoft nello scrivere un articolo/analisi di 5.000 parole su un determinato tema e verificato che il software ha composto un pezzo impeccabile per argomenti, logica e sintassi. Non solo quindi di indiscutibile qualità ma, fatto ancora più snervante per Rampini, articolo svolto in soli cinque minuti.

Viene quindi da chiedersi - allorquando l’evoluzione tecnologica avrà guadagnato gli ultimi metri che la separano dalla totale sostituzione dell’uomo - quale professione intellettuale sopravviverà in un mondo che potrà fare a meno di medici, avvocati, giudici, ingegneri, architetti, notai, giornalisti, professori.

Rimarranno, forse, i lavori di abilità o fatica, anch’essi destinati a sparire nel momento in cui inventeranno applicazioni in grado di automatizzare ogni singolo passaggio dei processi di produzione, dall’edilizia all’oreficeria, persino all’arte.

Miliardi di uomini diventeranno perfettamente inutili e dovranno impiegare il loro tempo in modo alternativo: già ma con quali soldi se il loro lavoro non genererà più reddito?

Ma ancora più inquietanti potrebbero essere le conseguenze sulle relazioni umane e familiari, quando l’I.A. farà prepotentemente ingresso anche nelle nostre vite e nei nostri talami.

E non sto parlando di Alexa che ti saluta quando entri o ti dice come si chiama il tempio a Pompei.

Inventeranno software che selezioneranno il coniuge perfetto nelle banche dati dei browsers: in pratica l’app, dopo aver acquisito i tuoi gusti, preferenze, carattere e attitudini, archiviando ogni giorno le tue ricerche, i tuoi messaggi sui social o chat, il tuo tono di voce, userà logaritmi così potenti da stringere la selezione e individuare l’anima gemella indicandotela sulla mappa di Google.

E per chi il coniuge ce l’ha già, l’intelligenza artificiale lo aiuterà a decriptare l’eventuale malumore o disagio relazionale, interpretando sentimenti e reazioni, così da non litigare mai: con un alert notificato sull’orologio digitale ti avviserà se è nervoso o stressato, suggerendoti come trattarlo nella circostanza, quali argomenti tabù non toccare, come rispondere, magari persino come guadagnare i favori del letto.

E se poi l’amore passa lo stesso (ma su questi bug verosimilmente lavoreranno sodo le Big Tech), nessun problema: arriveranno applicazioni che definiranno in automatico tutte le condizioni di separazione, senza più avvocati né giudici né inutili mediatori familiari o coordinatori genitoriali, con buona pace del nuovo tribunale della famiglia che potrà essere chiuso prima ancora di calcare la scena.

Il logaritmo saprà già tutto, redditi, patrimoni (anche nascosti), capacità di accudimento dei figli, preferenze di questi ultimi, tempo da dedicare al gioco, pregi e difetti: con un click ecco le tavole della legge, solo che non verranno coniate da Dio sul Monte Sinai, ma da un potentissimo computer in una server-farm.

L’effetto sarà quello di inaridire i sentimenti umani, trasformati in stringhe di dati che trasformerà ognuno di noi in esseri catatonici dipendenti dalle macchine, il tutto finché il fabbisogno energetico creerà il più grande black-out della storia.

E solo all’ora l’umanità ripartirà da zero, capendo – forse – di aver volato troppo alto, come Icaro, bruciandosi le ali per la sete di diventare Dio.

info: missagliadevellis.com

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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