Il vizietto antisemita di Beppe Grillo
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Il vizietto antisemita di Beppe Grillo

Dall'ultimo post che parafrasa Se questo è un uomo alle citazioni di interi passaggi del Mein Kampf: non è la prima volta che il comico scherza col fuoco trasformando una tagedia in un discorso da bar

Non è la prima volta che Beppe Grillo, facendosi schermo col diritto di satira, inciampa in un antisemitismo soft mascherato dietro a un motto di spirito. È accaduto ieri con un post che relativizza l'orrore  dei lager nazisti e parafrasa Se questo un uomo di Primo Levi. È accaduto nel 1996 quando Grillo fece un parallelo tra Adolf Eichmann e Cesare Romiti, il primo «che ha gasato tre milioni di persone per un ideale distorto» e «il secondo per un conto corrente».

Accadde anche nel  2001 quando Grillo diede a Rita Levi Montalcini della «vecchia puttana» accusandola di essersi fatta pagare il Nobel da un'azienda farmaceutica o, più recentemente, nel 2012 quando al quotidiano israeliano Yedoth Aronoth giunse a sostenere che Ahmadinejad e Bin Laden erano così odiati perché «mal tradotti». Come il popolarissimo comico franco-camerunense Dieudonné M'bala M'balaQuando ascolto Patrick Cohen mi dico: le camere a gas, peccato»), un figlio delle banlieu parigine sempre in bilico tra critica anti-sistema e retorica antisemita disprezzato dall'establishment e amatissimo dai giovani delle periferie, Grillo gioca sull'equivoco e sull'ambiguità della comicità, arma straordinaria e a doppio taglio che consente di rompere qualsiasi tabù, anche quelli che hanno ancora un senso per non perdere il senso della misura, di ciò che è lecito dire e ciò che non è lecito se vogliamo vivere in una democrazia.

Prendete questo post di Beppe Grillo del 2006 e leggetelo per intero . È un'intera citazione del Mein Kampf di Adolf Hitler le cui parole il comico genovese ha fatto proprie in tutta la sua traiettoria politica: «Una voce del passato per capire il nostro presente» la definisce Grillo. Una voce che riecheggia - esplicitamente, senza infingimenti - la retorica grillina contro il corrotto e moribondo regime dei partiti . Non che Grillo sia l'ultimo erede di Hitler. Il registro umoristico con cui il comico rimescola le carte e confonde non consente impropri paralleli. Ed è superfluo ricordare che è trattasi, nel caso di Grillo, solo di provocazioni a fini forse elettorali. Ma le parole hanno un senso e a volte, come titolava un romanzo di un altro scrittore ebreo, Carlo Levi, sono pietre. Consolarsi, come ha scritto lo stesso Grillo, sostenendo che il M5S è l'unico autentico argine contro l'esplosione di Alba Dorata anche in Italia non basta più quando persino Hitler diventa una voce del passato, così viene definita, per capire quello che sta succedendo.

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Paolo Papi