Nazionalsocialisti e Ku Klux Klan in Georgia
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Il terrorismo di estrema destra è il vero pericolo per gli americani

Trascurato da tanti Paesi, negli Usa i gruppi simpatizzanti della "Alt-right" fanno più morti dell'Isis

La strage del 14 febbraio al liceo di Parkland, in Florida, è solo la punta dell’iceberg di un problema legato alla vendita e al possesso delle armi da fuoco negli Stati Uniti. Un Paese che fa da eco anche al resto del mondo.

Come scrive Defence One, il sito specializzato in questioni di difesa, se si chiedesse a un esperto di sicurezza americana di trovare una soluzione per sconfiggere l'Isis non avrebbe alcun dubbio nello scovare su due piedi qualche idea.

Ma riguardo all'ondata preoccupante dell'estremismo di destra (che non colpisce solo gli Usa)? Qui la questione si fa più spinosa, perché punto primo da sempre ne è stata sottovalutata la portata e la violenza con cui opera e, punto secondo, soprattutto con le elezioni di Donald Trump che ha espresso al riguardo la sua apertura, adesso più che mai rappresenta una fetta importante dell'elettorato che non ha paura ad agire. Anche armato, ovviamente.

Secondo i dati forniti dal portale Defence One proprio l’Isis avrebbe ucciso nell'ultimo decennio molti meno americani della citata estrema destra.

Dati allarmanti

Negli ultimi 10 anni, appunto, singoli individui e gruppi alimentati da questa ideologia sempre più dilagante hanno commesso il 71% degli omicidi (3% degli assassini è avvenuto per mano di estremisti di sinistra e il 26% da membri di gruppi islamici), catalogati dal punto di vista politico o religioso, all’interno degli Stati Uniti. Dati alla mano questo significa che, dal 2007 ad oggi, ben 274 su 387 americani uccisi sono stati ammazzati da estremisti di destra.

Negli Stati Uniti (come nel resto del mondo) ci sono decine di sigle diverse e perdersi è facile. Dai gruppi neonazisti a quelli anti-immigrati, dai paramilitari anti-governo ai nazionalisti cospirazionisti, fino ai nostalgici del Sud discendenti del Ku Klux Klan e del movimento xenofobo ottocentesco Know Nothing.

Sotto la bandiera di “Alt-right", il grande movimento di estrema destra forte soprattutto grazie alla rete, si celano tanti sottogruppi altrettanto potenti, numerosi e soprattutto armati. Un esempio è Atomwaffen Division (che in tedesco significa "Divisione armi atomiche"), un’organizzazione terroristica neonazista con sede in Florida, fondata nel 2013 e che registra milioni di membri in tanti altri Stati.
La caratteristica di Atomwaffen è quella di incoraggiare i propri seguaci a bruciare la bandiera degli Stati Uniti o la Costituzione, a impegnarsi personalmente negli attacchi contro le minoranze e il governo americano, ma in particolare contro gli ebrei. Gli adepti di solito sono per lo più giovani che vengono reclutati all’università. Come rivela il Southern Poverty Law Center, tra il 2017 e il 2018, il gruppo è stato impiegato per paralizzare i sistemi idrici pubblici e distruggere parti della rete elettrica americana, oltre che a far saltare in aria le centrali nucleari statunitensi. Lo scopo? Il violento rovesciamento del governo mediante l'uso del terrorismo e della guerriglia.

Il caso Nicholas Cruz

Il rapporto della polizia indica che anche Nicholas Cruz, l’assassino dei 17 giovani di Parkland, faceva parte di un gruppo di attivisti di estrema destra. Non a caso, è trapelato che il giovane avrebbe potuto ricevere un addestramento in un corpo legato alla riserva degli Stati Uniti proprio come altri ragazzi che hanno preso parte a sparatorie di massa avvenute ovunque in questi ultimi anni, dalla California a Charleston. Questo se si parla degli Stati Uniti. Ma altri Paesi non sono immuni dalle tragedie provocate da questi orribili massacri. Europa compresa.

Molte sono le ragioni per cui gli americani (ma anche noi europei) hanno delle chiare difficoltà a riconoscere la minaccia di questi gruppi terroristici che si raccolgono sotto le odiose bandiere del nazionalismo bianco, della supremazia bianca, delle milizie antigovernative o del neonazismo.

Per Defence One una ragione tra tutte potrebbe essere quella di evitare di apparire troppo partigiani, troppo poco imparziali nel giudicare. "Se non fosse così tragico ci sarebbe dell’ironia nel fatto che ognuno di noi cerchi di evitare di sembrare prevenuto, anche quando la minaccia sposa il pregiudizio fino al punto di giustificare l'odio che arriva ad uccidere anche i propri compagni di classe", si legge sul sito. Come è accaduto anche a Parkland.

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Chiara Degl'Innocenti