"I morti a Nairobi potrebbero essere più di cento"
Mentre le agenzie battono la notizia che i miliziani si sarebbero fatti saltare in aria, Alberto Gavazzi, italiano residente a Nairobi, racconta come la città sta vivendo l'assedio al centro commerciale: "Il timore era proprio che prima di consegnarsi commettessero una strage"
Alberto Gavazzi, 50 anni, italiano residente a Nairobi, conosce bene il centro commerciale dove è in corso il blitz delle forze speciali per liberare gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi di Al Shabab. Secondo le ultime informazioni i miliziani islamici che tengono in osaggio almeno una cinquantina di ostaggi potrebbero essersi fatti saltare in aria per non darla vinta ai loro nemici. Racconta quest'uomo che tra i suoi clienti ha anche il titolare di una delle farmacie della mall che la città in realtà continua la sua quotidianità come se nulla fosse. Come se l'assalto dei terroristi fosse una tragedia che riguarda solo una zona della capitale, la più ricca e abitata anche dai cittadini stranieri. «Se l'avessero militarizzata, del resto, i terroristi l'avrebbero interpretata come una vittoria» spiega. «Ma non hanno seguito qui, nemmeno tra i somali e i musulmani: ora il timore è che possano uccidersi e uccidere. Che possano fare una strage: ecco spiegati i tre giorni per liberare l'edificio». «I primi due piani - prosegue al telefono Gavazzi - sono stati liberati e sono stati evacuati già 1000 ostaggi. I rapitori sono asserragliati nei piani alti, forse all'interno di una banca, comunque in un'area blindata. Sono kamikaze: se il blitz sta durando tre giorni, e sono coinvolte anche le forze speciali inglesi e americane, significa una cosa: che c'è il timore che gli shabab possano aver minato l'edificio o comunque che, prima di morire per mano delle teste di cuoio, possano fare una strage».Cosa che puntualmente si starebbe verificando in questi momenti. Su quanti siano gli ostaggi ancora nelle mani dei rapitori Gavazzi, che di mestiere lavora nell'importazione di prodotti farmaceutici, non si sbilancia. È convinto che alla fine la conta dei morti possa essere superiore a cento. E che comunque vada Nairobi continuerà a essere la città che ha conosciuto: «Gli shabab li odiano tutti, anche i musulmani e i somali». All'appello, mentre echeggiano le esplosioni dal centro commerciale assediato, mancano ancora 63 persone. Un'altra sessantina è nelle mani dei rapitori.La diretta da Nairobi della tv Kenyana KTN