Ha vinto la Sicilia di Raffaele Crocetta, ops, Rosario Lombardo
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Ha vinto la Sicilia di Raffaele Crocetta, ops, Rosario Lombardo

Durante la campagna elettorale il gagà di Gela, e neogovernatore, ha messo in scena un'opera di teatro. Ma a vincere è stata la Sicilia di sempre

In Sicilia non hanno vinto astensionismo e populismo. Ha vinto Rosario Crocetta (e con lui, il governatore mai uscente Raffaele Lombardo). È Crocetta il nuovo presidente dell'Isola in cui l'astensionismo è tanto patologico da essere fisiologico. Mica una novità.
Gagà gelese e – se si pensa alla chimica pesante, è già un ossimoro – ex-sindaco antimafia, quando parla lui è sempre un fiorire di dotti prefissi civili e pose di sofferenza. Parlamentare europeo alloggiato a sua insaputa proprio nella casa brusselliana di Lombardo, quasi come un Tulliani qualsiasi, Crocetta ha fatto una campagna elettorale che è stata una perfetta opera già pronta per il teatro. Una sequela di battute che ne ha rivelato la natura di gaffeur sistematico e macchietta arrampicatrice.

Stanco della categoria politica dell'antimafia, ha aperto la campagna inventandone subito un'altra, sempre con dotto prefisso, va da sé. In principio trattò delle “criptochecche del Pd” a cui lui, "primo sindaco omosessuale dichiarato d'Italia", si oppose. Poi ha attaccato Lombardo, ma ci ha presto fatto pace fino alle intese sottobanco. Passa qualche giorno e, solleticato da Klaus Davi, suo spin doctor, ha dichiarato che se fosse diventato presidente, non avrebbe più fatto sesso e avrebbe sposato i siciliani. Tutti. Mossa furba, un voto di castità dedicato alla chiesa di Pier Ferdinando Casini che proprio allora iniziava ad appoggiarlo, ma che ha costretto i masculi siculi a camminare muro muro fosse solo per ridere. Si è quindi messo con l'Udc dichiarando che l'Udc non era più l'Udc ma un'altra cosa tutta nuova, e che lui, Crocetta medesimo, è la più pura espressione della società civile e non dei poteri forti.

Infine, nei ritagli di tempo, ha dato della scema alla candidata di Sel Giovanna Marano perché non si alleava con lui e poi, fatto volgarissimo, ha accusato Cancelleri, il candidato dei grillini, di lavorare in un’azienda “mafiosa”. Cosa, questa, non vera, su cui dirà l’ultima parola la magistratura.
Crocetta ha quindi passato i mesi a perdere quella compostezza affettata, quella sua faccia tirata a lucido e cerata che lo fa sembrare una maschera etrusca. Nei manifesti ancora appesi appare col dito in bocca, come a voler far uscire da quelle labbra la sparata ultima. Un appello ai pochi elettori siciliani, affidando ogni politica all'antipolitica: vi prego, un voto a me e uno a Grillo.
Ma oltre allo spettacolo c'è la sostanza, ci sono i nomi e i numeri. Ai grillini vanno 15 deputati dei novanta dell'Assemblea regionale siciliana. Al Pd 14, al Pdl 12, all'Udc 11, all'Mpa 10. Fatti i conti, Crocetta potrebbe contare su 39 deputati. Ne servirebbero 46 per poter governare, ma gli autonomisti di Lombardo e i grandi sudisti di Miccichè sono pronti a collaborare per il bene della Sicilia.
No, non ha vinto l'astensionismo, ha vinto la vecchia Sicilia di Raffaele Crocetta, ops, Rosario Lombardo.

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Pietrangelo Buttafuoco