Riciclare è bello (anche da guardare)
Stefano Guindani
Green

Riciclare è bello (anche da guardare)

È un grande progetto quello promosso da Banca Generali: documentare per immagini a che punto è il pianeta con l'attuazione del piano Agenda Onu 2030. Un programma globale dalle produzioni industriali alla salute, dai consumi all'istruzione, dal cambiamento climatico all'inquinamento. «È un lavoro "in progress" che durerà un anno e mezzo» anticipa Stefano Guindani, il fotografo che lo realizza. «E si potrà seguirlo sui social».

Il sogno sarebbe portare la mostra al Palazzo di Vetro a New York. Perché il progetto fotografico BG4SDGs che Banca Generali ha commissionato a Stefano Guindani è in assoluto il primo che mostrerà con immagini, video e testi a cura del noto antropologo Alberto Salza, i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile che compongono l'Agenda Onu 2030. Un lavoro che durerà un anno e mezzo e che ogni mese verrà testimoniato «in progress» sui social della banca e del fotografo.

A fine 2022 Banca Generali organizzerà una grande mostra itinerante con gli scatti più rappresentativi e un catalogo dedicato. «Le immagini non saranno mai didascaliche, né troppo negative, ma nemmeno troppo positive. Vorrei che le persone comprendessero che tutti noi facciamo parte della parte di mondo fortunato. Parte di questa fortuna ora dobbiamo impegnarci per restituirla. Deve partire da noi l'input a migliorare», racconta il fotografo, che ha firmato sia scatti di moda e auto di lusso sia importanti reportage dall'estrema povertà di Haiti. E che si trova davanti a un lavoro mastodontico, soprattutto per la complessità dell'organizzazione nell'era della pandemia.

«Abbiamo già idea di come sviluppare i vari punti: per testimoniare la qualità della vita vorrei raccontare la storia di un maestro yogi turco che ha 95 anni ed è clamorosamente in forma. Simbolo perfetto per l'"obiettivo 3" dedicato alla salute e al benessere. Invece per affrontare il tema del cambiamento climatico vorrei fotografare le immense distese di coralli bianchi, ormai purtroppo morti a causa dell'innalzamento della temperatura degli oceani, nella Barriera australiana».

Il primo obiettivo affrontato è stato il punto 12 ossia Consumo e produzione responsabili: «Esistono dei consorzi che si occupano di recuperare i pneumatici, una delle cause principali di inquinamento ambientale, che vengono da loro ritirati, lavorati, tritati». Il fotografo ha visitato le due fabbriche principali in Veneto e in Puglia. «Da questo riciclo nasce il materiale per i campi sportivi: da calcio, da atletica, da basket. Ce ne sono di bellissimi: a Milano in Bicocca, poi a Grosseto nel verde della Maremma hanno fatto un parco giochi per bambini e disabili. Anche il palazzetto dello sport dedicato a Yara Gambirasio è costruito con pneumatici riciclati».

Conclude Guindani: «La sfida è di raccontare il progetto e insieme realizzare immagini artistiche e magari far sì che a chi le guarderà scatti la voglia di attivarsi. Di fare qualcosa per trasformare il nostro mondo in un luogo migliore».

Diciassette obiettivi, declinati in altrettante serie di scatti per «dare spazio all’invisibile» e raccontare i traguardi definitivi dalle Nazioni Unite nel documento Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, siglato a Parigi nel 2015.

«In questo progetto non volevamo che le immagini apparissero come già viste o troppo didascaliche» ha spiegato Stefano Guindani durante la conferenza stampa di stamattina. Il fotografo, affermatosi per il suo lavoro nel settore della moda ma altrettanto conosciuto per i suoi reportage prima in Cina e poi ad Haiti, è stato in grado di illustrare i propositi Onu da due punti di vista opposti, ma complementari. I suoi scatti mostrano le criticità emerse a causa della mano dell’uomo, ma anche la creatività e l’impegno perché «tutti noi dobbiamo fare il primo passo per rendere questo pianeta migliore».

Dopo l’analisi del punto 12, Guindani e il suo team sono pronti ad affrontare un tema altrettanto delicato, quello del cambiamento climatico. «Nelle nostre ricerche abbiamo scoperto che recentemente nei mari sono comparsi dei coralli fluorescenti. Questi nuovi microrganismi sono comparsi solo dopo che gli altri non ci sono più. Con questo esempio voglio spiegare il nostro intento di cercare qualcosa di bello anche nelle difficoltà».

«Per scoprire le diseguaglianze bisogna guardare fino in fondo» ha aggiunto Alberto Diaspro, direttore del dipartimento di Nanofisica dell’Istituto italiano di tecnologia. «Con questo progetto è come se Banche Generali desse in mano a tutti noi un microscopio per vedere da vicino la situazione in cui ci troviamo».

Alla conferenza, che illustra appieno come etica e sostenibilità stiano permeando anche i temi finanziari, ha partecipato anche Alberto Salucci, responsabile della transizione ambientale per il Comune di Milano. «Milano è tra le prime città ad aver messo l’ambiente al centro della politica. Il 35% della raccolta indifferenziata oggi viene usata per riscaldare molti milanesi e vogliamo che questo numero cresca nei prossimi anni. C’è però un’importante da sottolineare: non possiamo parlare di transizione ambientale senza parlare di transizione sociale».

«L’Agenda Onu 2030 rappresenta una bussola imprescindibile per Banca Generali, tanto che siamo tra i primi operatori a credere nel modello di consulenza Esg all’interno della nostra rosa d’offerta per consentire ai nostri private banker di costruire portafogli declinati secondo gli SDGs che stanno maggiormente a cuore ai clienti. Ci auguriamo che il percorso costruito insieme a Stefano possa avvicinare e sensibilizzare ai temi degli SDGs che stanno tracciando le linee guida su cui lo sforzo di istituzioni e privati si sta indirizzando per guidare la ripresa verso un futuro più sostenibile» ha concluso Gian Maria Mossa, amministratore delegato e direttore generale di Banche Generali.

BG4SDGs - Obiettivo 12


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