Stefano Graziano: “Certi giornalisti annientano la vita delle persone”
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Stefano Graziano: “Certi giornalisti annientano la vita delle persone”

Prima l'accusa infamante: collusione con la criminalità. Oggi l'archiviazione. Parla il presidente (autosopspeso) del Pd campano

“Sono stati 139 giorni di sofferenza, fango e silenzio, senza mai perdere la fiducia nella magistratura”. Indagato per 4 mesi e mezzo per concorso esterno in associazione mafiosa, in un’intervista esclusiva al settimanale Panorama in edicola da domani, Stefano Graziano – consigliere regionale e presidente autosospeso del Partito democratico campano – commenta l’archiviazione disposta nei suoi confronti dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

“È bastato un avviso di garanzia per dipingermi come un criminale” dice Graziano a Panorama. Che chiede: La responsabilità è dei pubblici ministeri? “Proprio no” risponde “I magistrati hanno fatto pienamente il loro dovere. Davanti a un dubbio avanzato dalla polizia giudiziaria, hanno aperto un fascicolo che riguardava anche me. Io, da cittadino indagato, non sono scappato dai pm ma anzi sono andato da loro a chiarire quel dubbio, che hanno risolto in tempi anche celeri. Non posso che complimentarmi davanti a tanta professionalità. Quello che mi riguarda è un esempio concreto e visibile di buona giustizia. Semmai il problema è un altro: la qualità dell’informazione in Italia. Giornali e telegiornali hanno dedicato per due settimane i loro titoli principali alla mia vicenda, dipingendomi come un delinquente al servizio della criminalità organizzata”.

Il consigliere regionale è anche intenzionato a chiedere i danni alle testate che l’hanno attaccato: “Certo che sì, non ho alcun dubbio. Presunti autorevoli commentatori mi hanno dato direttamente del camorrista, infischiandone di qualsiasi sfumatura lessicale”. In fondo, chiude Graziano con Panorama “sarebbero bastate delle scuse, ma è troppo tardi. Dopo l’archiviazione sui giornali ci sono, quando ci sono, poche righe nelle pagine interne. Se un medico sbaglia, paga. Certi giornalisti, invece, possono annientare la vita, anzitutto personale e familiare, di uomini indifesi e perbene, senza alcuna conseguenza”.

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