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Gli "ultimi" dimenticati (e senza lavanda dei piedi)

Il rito del giovedì Santo anche quest'anno è stata occasione di polemica "politica"

Pare che in provincia di Taranto, più precisamente a Manduria, sia esplosa una diatriba subito rimbalzata sui social, a seguito del rifiuto di un sacerdote di compiere il rito della lavanda dei piedi verso alcuni immigrati.

Al solito immagino che ricostruire esattamente i contorni di questa vicenda sia complicato e, lasciatemelo dire, anche poco appassionante. Però è altrettanto vero che questa celebrazione liturgica sia diventata negli ultimi anni un’ottima occasione di polemica anche grazie alla reiterata devozione papale alla causa di due ben individuate categorie di “ultimi”: i detenuti e gli immigrati.

Ora è pacifico che, per quanto tramandatoci dal Vangelo di Giovanni, Gesù svolse quella che era un’azione tipica dell’ospitalità del mondo antico non verso degli “ultimi” qualunque bensì nei confronti dei suoi Apostoli. Vale a dire persone che egli stesso aveva scelto tra i suoi discepoli perché stessero con lui e predicassero il suo verbo. Perciò non sarebbe così peregrino se il Santo Padre o altro officiante della Chiesa apostolica romana, per analoga ricorrenza degli anni a venire, pensasse ad un nuovo nucleo di “apostoli del bene” al quale rivolgere questo atto di inclusiva generosità. Un carabiniere, un vigile del fuoco, un contadino, un operaio, un insegnante, un artigiano, una badante, un’infermiera, una commessa, una cameriera, una casalinga, una poliziotta.

Perché, ogni tanto, ricordare a se stessi ed agli altri che esiste un universo mondo fatto di “ultimi” nella considerazione sociale ma primi nella costruzione del bene comune potrebbe essere un messaggio tanto efficace quanto poco manipolabile.

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