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Giornata senza tabacco: ecco come uccide il fumo

L'edizione di quest'anno è dedicata alle malattie cardiache: più di una morte su 10 dipende dalle sigarette

Cancro e malattie dei polmoni, ma anche infarto e ictus, queste sono tra le peggiori ferite inferte dal fumo alla nostra salute. Proprio sulle malattie cardiovascolari è il focus della Giornata Mondiale senza Tabacco che si celebra anche quest'anno il 31 maggio. Le malattie cardiovascolari uccidono più persone di qualsiasi altra causa di morte in tutto il mondo, e l'uso di tabacco e l'esposizione al fumo passivo contribuiscono a circa il 12% di tutte le morti per malattie cardiache. L'uso del tabacco è la seconda causa principale di questo tipo di malattie, dopo l'ipertensione.

Nuoce anche a chi non fuma

Ma sono molti e molto subdoli i modi con cui il fumo uccide. Infatti, fa sapere l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il tabacco ammazza circa la metà dei suoi consumatori, causando più di 7 milioni di morti all'anno nel mondo. Oltre sei milioni perdono la vita perché ne fanno uso diretto, mentre 900mila non fumatori muoiono ogni anno per cause direttamente connesse al fumo passivo. Un po' come per i vaccini, le scelte del singolo si riflettono perciò drammaticamente sulla vita di chi gli sta attorno.

Delle oltre 4000 sostanze chimiche che si sprigionano nella combustione del tabacco, almeno 250 sappiamo che sono dannose per la salute, più di 50 causano il cancro. Purtroppo per il fumo di seconda mano non esiste un livello di esposizione considerata sicura. L'unica vera difesa è non essere costretti a respirare il fumo altrui. I più deboli nel far rispettare questo diritto sono i bambini: nel 2004 hanno costituito il 28% delle morti attribuite al fumo passivo.

Di cosa si muore

Il fumo nel nostro paese continua ad essere la prima causa evitabile di morte prematura e si stima che uccida tra le 70 e le 82mila persone l'anno. Secondo un'indagine Doxa dello scorso anno, i fumatori in Italia sono 11,7 milioni e si sta chiudendo il gap tra uomini e donne dal momento che i primi calano a 6 milioni mentre le donne salgono a 5,7.

Il Center for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti ha identificato 27 malattie correlate al fumo. La gravità dei danni dovuti all'esposizione (anche passiva) al fumo di tabacco, è proporzionale all'entità complessiva del suo abuso. Sono quattro i fattori determinanti: età di inizio, numero di sigarette giornaliere, numero di anni di fumo, inalazione più o meno profonda.

Ma di cosa muore prematuramente nel nostro paese per cause collegate al fumo? A mietere il maggior numero di vittime è il cancro. Si stima che il fumo sia responsabile in Italia del 91% di tutte le morti per cancro al polmone negli uomini e del 55% nelle donne, per un totale di circa 30.000 morti l’anno. Sono colpiti anche altri organi, dall'esofago al pancreas, dalla vescica al rene. Seguono le malattie ischemiche cardiache, che reclamano prematuramente oltre 10mila vite l'anno e quelle cerebrovascolari, con oltre 5000 morti.

In pratica se i tumori fumo-correlati fanno circa 36mila morti l'anno nel nostro paese, le patologie cardiovascolari legate al fumo sono responsabili di altri 30mila decessi. Il totale delle morti dovute a patologie respiratorie (polmonite, bronchite, enfisema, BPCO) legate al tabacco è di oltre 16mila.

Addio al fumo, i benefici

Chi smette guadagna dai 3 ai 10 anni di vita a seconda dell'età alla quale spegne l'ultima sigaretta: prima si rinuncia al fumo maggiore è il guadagno sul fronte della longevità. I primi benefici si fanno sentire quasi subito: dopo 20 minuti la frequenza e la pressione sanguigna cominciano a calare. Dopo 12 ore i livelli di monossido di carbonio nel sangue tornano nella norma. Dopo qualche settimana migliorano circolazione e funzionalità polmonare.

Dopo qualche mese diminuiscono tosse e fiato corto. Nel giro di un anno il rischio di malattia coronarica si dimezza rispetto ai fumatori. In 5 anni il rischio di ictus si riduce ai livelli di un non fumatore. 10 anni dopo aver detto addio alla sigaretta il rischio di cancro al polmone si dimezza rispetto a quello di un fumatore. Dopo 15 anni, infine il rischio di malattie coronariche torna uguale a quello di chi non ha mai fumato.

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Marta Buonadonna