Giornata Mondiale dell'Ambiente: guerra alla plastica
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Giornata Mondiale dell'Ambiente: guerra alla plastica

Nei nostri mari finiscono 8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica. La Ue si prepara a mettere al bando quella monouso

Ci sono tanti tipi di inquinamento che minacciano il pianeta e la salute dei suoi abitanti, tra i quali anche noi, che dell'inquinamento siamo i principali responsabili. I gas serra, che causano il riscaldamento del pianeta. Le poveri sottili e altri inquinanti legati al traffico, che causano malattie polmonari, cardiache e cancro. E poi c'è la plastica, che sta letteralmente soffocando la Terra, intasando i mari e per produrre la quale si provocano emissioni di gas serra a non finire, perché non dobbiamo dimenticare che alla fine è tutto collegato.

In questa edizione della Giornata Mondiale dell'Ambiente, che si celebra il 5 giugno, la parola d'ordine è proprio la lotta alla plastica. Ogni anno, spiega l'Unep, il programma per l'ambiente delle Nazioni Unite, si usano nel mondo 500 miliardi di buste di plastica e 1 milione di bottiglie d'acqua al minuto. Questo consumo sfrenato comporta che 8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica finiscano negli oceani. Metà di tutta la plastica prodotta è progettata per essere utilizzata una sola volta. E' ovvio che occorre trovare un'alternativa alla plastica monouso.

La situazione in Europa

Si tratta di un'emergenza da affrontare a livello globale, ma forse può aiutare dare un'occhiata ai numeri che ci riguardano più da vicino, quelli europei. Nel 2015 la domanda di materie plastiche nell'Unione a 28 membri è stata di 49 milioni di tonnellate, di cui gli imballaggi hanno costituito il 40%, seguiti dal settore delle costruzioni (20%), da quello dell'auto (9%), e dall'elettronica (6%). Riuso e riciclo della plastica rimangono a livelli ancora troppo bassi, specialmente se paragonati al recupero di altri materiali come carta, vetro e metalli.

Ogni anno in Europa si producono 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica di cui meno del 30% viene raccolto per essere avviato al riciclo. Il 31% finisce in discarica, il 39% negli inceneritori. Si stima che nell'UE tra le 150mila e le 500mila tonnellate di rifiuti in plastica finiscano in mare ogni anno. Le stime dicono anche che la produzione e l'incenerimento della plastica sono la causa a livello globale di circa 400 milioni di tonnellate di CO2 all'anno.

Come si vede, dunque, anche la vecchia Europa dà il proprio pessimo contributo al problema dell'inquinamento da plastica che affligge il mondo. E può fare la sua parte per contribuire a risolverlo. Riciclare un milione di tonnellate di plastica equivarrebbe a togliere un milione di auto dalle strade, in termini di emissioni di CO2.

Bando alla plastica usa e getta

Ora dalla UE arriva la proposta di mettere al bando 10 oggetti monouso in plastica che insieme costituiscono il 70% dei rifiuti marini. Se la legislazione passerà al Parlamento Europeo (la speranza è che la proposta possa diventare legge prima delle prossime elezioni europee del maggio 2019), prepariamoci a dire addio a cotton fioc, posate, piatti, cannucce e bacchette per palloncini in plastica, che andranno sostituiti da materiali più sostenibili. I contenitori per bevande in plastica monouso, inoltre, saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore. Tra gli obiettivi della nuova normativa vi è anche quello di incoraggiare gli Stati membri a limitare l'uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica, fissando obiettivi nazionali di riduzione e mettendo a disposizione prodotti alternativi.

Siccome far pagare un sovrapprezzo su un prodotto è il modo migliore per scoraggiarne l'uso (le tasse sulle sigarette, laddove sono molto alte, ne sono una lampante testimonianza), anche per limitare la plastica sono stati adottati in molte parti del mondo, Italia compresa, sistemi di tariffazione. Ora si pensa di coinvolgere nelle spese per la bonifica dei rifiuti, e per le misure di sensibilizzazione dei consumatori, anche i produttori di contenitori e involucri per alimenti, tazze, filtri di sigarette, salviette umidificate, palloncini, sacchetti in plastica leggera. Insieme al bastone c'è anche la carota: incentivi alle industrie per sviluppare alternative meno inquinanti.

Se usarne e quindi anche produrne meno è l'obiettivo primario, anche recuperare la plastica prodotta deve diventare un must. Per questo entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, anche grazie all'uso di sistemi di cauzione: chi restituisce la bottiglia al rivenditore riceve indietro dei soldi.

La Gran Bretagna potrebbe essere già fuori dall'Unione per quando la direttiva sarà approvata, ma gli ambientalisti inglesi chiedono al ministro dell'Ambiente Michael Gove di seguire l'esempio dell'UE anche dopo che sarà diventata operativa la Brexit e bandire anche nel Regno Unito la plastica monouso.

I benefici stimati

La proposta di legge ricalca l'approccio, rivelatosi vincente, della direttiva del 2015 sulle borse di plastica, che ha di fatto cambiato il comportamento dei consumatori. Tra i benefici ambientali ed economici stimati ci sono l'emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente in meno, l'eliminazione di danni ambientali per 223 miliardi di euro entro il 2030 e infine, non meno importante, risparmi per i consumatori dell'ordine di 6,5 miliardi di euro.

Cosa puoi fare tu

I comportamenti virtuosi si possono adottare anche prima che diventino obbligatori per legge. Certo, è più difficile, ma questo non vuol dire che il singolo non possa fare la sua piccola parte per limitare la plastica che finisce in discarica e in mare. Per esempio potremmo tutti fare finta che i divieti proposti nella direttiva sulla plastica siano già in atto e comportarci di conseguenza. Se non puoi riusarla rifiutala, è lo slogan. 

Prima di tutto separa i rifiuti in plastica dagli altri e avviali correttamente al riciclo e poi... Rifiuta le posate di plastica quando te le offrono, bevi dal bicchiere senza cannuccia, scegli alimenti che non sono impacchettati in confezioni in plastica, porta da casa delle borse in tela quando vai a fare la spesa, usa contenitori riutilizzabili per portarti dietro l'acqua invece di comprare le bottigliette che inquinano. Infine, sembra banale ma non lo è, raccogli i rifiuti in plastica in cui ti imbatti camminando e mettili nelle apposite campane del riciclo. E' un gesto di civiltà che qualcuno potrebbe decidere di copiare.

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Marta Buonadonna