Francia, gli sgomberi dei Rom e l'imbarazzo della sinistra
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Francia, gli sgomberi dei Rom e l'imbarazzo della sinistra

Sul quotidiano Le Monde appelli sull'uguaglianza. In uno scontro pieno di ipocrisie

Ma che bello scontro pieno di contraddizioni e ipocrisie, di campagne di stampa di quotidiani della gauche come Le Monde e decisioni ferree della magistratura, buone intenzioni di politici e amministratori, appelli pluri-firme di intellettuali ma anche azioni dure contro gli accampamenti Rom nella Francia socialista di Hollande. Che resta, sul tema dell’immigrazione e soprattutto dei girovaghi di nazionalità romena e bulgara, profondamente “sarkozista”.

Una settimana fa il ministro dell’Interno, Manuel Valls, ha detto chiaro e tondo che non si sarebbe opposto allo smantellamento dei campi Rom se vi fossero state decisioni della magistratura in questo senso. E le decisioni ci sono state e si ripetono, ogni giorno, in linea coi desideri delle popolazioni e di gran parte delle amministrazioni locali.

Negli ultimi due giorni, sono stati ben due gli sgomberi. Il primo ieri mattina ai bordi di Parigi, alla Porte d’Aubervilliers. Il secondo oggi, dopo l’ordinanza di un giudice di Lille, nel Nord, feudo della sinistrissima Martin Aubry (famosa per essere stata la prima a proporre il limite suicida delle 35 ore di lavoro settimanali in Francia), ha colpito il campo di Villeneuve d’Ascq, per due anni tollerato e adesso raso al suolo. E dire che il campo aveva goduto di una moratoria di un altro anno dopo il discorso col quale l’ex presidente Sarkozy aveva annunciato la linea dura su immigrazione e campi Rom.

Grande l’imbarazzo nella sinistra francese. Su Le Monde appaiono appelli di politici e intellettuali che ricordano come romeni e bulgari siano europei a tutti gli effetti, membri dell’Unione Europea, e come tali debbano essere aiutati a integrarsi, non indotti a essere espulsi dietro compenso come da anni avviene in Francia. Le limitazioni unilateralmente decise da Parigi nell’accesso al lavoro da parte di romeni e bulgari dopo l’ingresso nella UE, nel 2007, delle rispettive nazioni di provenienza formale, dovrebbero valere fino al dicembre 2013.

Le Monde chiede che vengano tolte subito. Dopo l’annuncio della continuazione sotto il “regime” socialista del polso duro gollista con le dichiarazioni del ministro dell’Interno Valls, ecco che un comunicato di Place Beauvau (il nostro Viminale) riapre spiragli di dialogo con le associazioni di rappresentanza o amicizia con i Rom. Ma sono vaghe promesse di rimettere in discussione le misure, siamo sul piano delle parole, mentre i fatti sono quelli che s’intensificano e sono sotto gli occhi di tutti: espulsioni e sgomberi.

I francesi “illuminati” si richiamano all’esperimento in alcune città dei cosiddetti “campi d’inserimento”. Ma se integrazione scolastica e assistenza sanitaria fanno registrare in effetti passi in avanti, quel che resta drammaticamente basso è il dato relativo all’occupazione. Difficile ammettere che esista una cultura Rom ostile al lavoro. Se il dibattito politico e culturale prosegue, in concreto la Francia di Hollande e gli amministratori che si richiamano alla gauche confermano la non-tolleranza.

E i media mantengono una posizione altalenante. Perfino Le Monde, dopo aver pubblicato nei giorni scorsi gli appelli buonisti, vuol farci credere in un reportage oggi che il governo socialista stia cambiando linea rispetto a Sarkozy con una politica “ferma, ma umana” (era quel che si diceva della Lega in Italia). Poi, però, relega nelle ultime tre righe la notizia degli ultimi sgomberi.

Eppure, proprio i francesi accusavano le autorità e i cittadini italiani di razzismo verso immigrati e Rom, nonostante che l’Italia sia lo Stivale in prima linea come frontiera dell’Europa verso Sud, e primo approdo degli emigranti nordafricani. Come sempre: viva la Francia. Nessuno è migliore dei francesi. Nessun Paese è più magnanimo della Francia. Verso i francesi.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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