E Forza Italia ora soffre la "concorrenza" del premier
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E Forza Italia ora soffre la "concorrenza" del premier

Berlusconi ed i suoi sono divisi sul come uscire dall'abbraccio mortale con Renzi

L’atteggiamento continua a essere amletico. Fin troppo. I temi delle congetture di Silvio Berlusconi, di questi tempi, sono naturalmente Matteo Renzi, il suo governo e le sue riforme. Un’altalena infinita di decisioni prese a metà e di dubbi.

Una sera, davanti a una trentina di industriali lombardi, il Cav si preoccupa di tracciare una linea di demarcazione netta tra lui e il premier: "Renzi va proponendo i nostri stessi temi. Ma noi siamo diversi, siamo più avanti: state sicuri che daremo alla gente un motivo per cui votarci". In un’altra situazione, invece, pare più incline alla collaborazione. "A me lo scontro sordo tra blocchi" dice "non è mai piaciuto". Solo che nel regno dell’incertezza il Cav rischia di perdere il ruolo nello scenario politico. Rischia di diventare la vittima designata di un bipolarismo tra Renzi (la politica) e Beppe Grillo (l’antipolitica), che lo priva di ogni parte in commedia. Uno schema che Renzi, nel suo cinismo, legittima: "Da una parte ci sono io, dall’altra c’è Grillo che punta solo a sabotare tutto".

Lo schema non spiace all’ex comico. "Pensavo" osserva in discorsi informali "che saremmo arrivati al bipolarismo tra noi e Berlusconi; finisce che saremo gli unici antagonisti di Renzi". Così il problema per Forza Italia c’è, ed è grosso come una casa. Di questo passo il Cav rischia di calare sempre più nei sondaggi. "Ogni partito" dice la sua sondaggista preferita, Alessandra Ghisleri "deve presidiare confini e identità. Se sei troppo arrendevole con Renzi, non motivi il tuo elettore a votarti".

Il tema caratterizza sempre più esplicitamente il dibattito interno. Con Renato Brunetta che vorrebbe atteggiamenti più decisi nei confronti di Renzi e Denis Verdini che pare acconciarsi all’idea dell’"opposizione del re". In mezzo un Cav alle prese con la data del 10 aprile, quando saprà se andrà ai servizi sociali o agli arresti domiciliari: da un mese sulla sua scrivania ci sono le proposte di Daniele Capezzone sull’economia per la campagna elettorale, ma sono ferme
lì. "La verità" dice Maurizio Gasparri "è che stare immobili non aiuta, né possiamo passare per conservatori rispetto a Renzi". Rimarca Augusto Minzolini: "La verità é che nel 1992 i postcomunisti scipparono il ruolo di Bettino Craxi, dopo che le toghe rosse lo mandarono in esilio. Ora Renzi sta rubando i temi cari al Cav, dopo che la magistratura politicizzata lo ha espulso dalla politica".

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Keyser Soze