Forza Italia-Lega Nord: storia di un rapporto
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Forza Italia-Lega Nord: storia di un rapporto

Dal '94 ad oggi, gli alti ed i bassi dell'unione tra i due partiti di centrodestra

Il 6 giugno 1993, in piena bufera Tangentopoli, Eugenio Scalfari scriveva su Repubblica: “Silvio Berlusconi, lo lasciassero fare, sarebbe il vero leader della Lega”.

A distanza di oltre un ventennio, le strade di Berlusconi e della Lega Nord tornano a incrociarsi. Oggi nella foto ricordo al posto di Umberto Bossi, c’è Matteo Salvini e non sappiamo se questa nuova storia sarà tormentata come lo è stata quella tra il fondatore del Carroccio e il fondatore di Forza Italia.

1994

“Stiamo guardando a Berlusconi. Mano a mano che maturano le nespole, vedremo...”, furono le prime dichiarazioni del Senatùr alla vigilia delle elezioni del 1994. La risposta di Berlusconi: “Bossi, è un po’ rozzo” vedendolo arrivare a Villa Certosa in canottiera. Nonostante la diffidenza iniziale, il matrimonio si celebrò e arrivò anche il successo alle elezioni del ’94.

Come tutti i matrimoni tormentati, bastano poche ore per dare inizio alla “guerra dei roses” cominciando da un reciproco scambio di “complimenti”. Bossi: “Napoleone, autocrate, Berluskaiser”; Berlusconi: “quello è la Vanna Marchi della politica italiana”.

Dopo meno di un anno arriva il divorzio con il famoso ribaltone e il Senatùr, che cede alle lusinghe della sinistra di D’Alema, firma la mozione di sfiducia che porta alle dimissioni del primo Governo Berlusconi il 21 dicembre ’94: “Signor Presidente, la Lega la manda a casa”.

2000

Devono trascorrere ben sei anni prima che Lega e Forza Italia tornino a percorrere la stessa strada con il “patto del mattone” (per cancellare il “patto della crostata”) siglato a Verona grazie alla mediazione di Giulio Tremonti e che porta a un nuovo successo elettorale, quello del 2001. Il risultato delle urne è positivo a metà tanto da far presagire nuovi scontri. Forza Italia raggiunge il suo record storico con oltre il 29% e la Lega che vede prosciugare tutto il suo patrimonio di consensi perdendo quasi il 7% rispetto alle consultazioni precedenti. Bossi trema e fa tremare l’alleato Berlusconi tanto da non escludere un probabile appoggio esterno al governo.

Tutto rientra, la Lega non ha la forza per alzare la voce, e questa volta i due riescono a portare a termine la Legislatura previa un accordo anti-ribaltone: “con Umberto c'è un'amicizia vera e ora sappiamo che possiamo fidarci uno dell'altro guardandoci negli occhi e quando ci abbracciamo c'è un vero trasporto tra di noi”. Arrivano anche tre dicasteri di peso con lo stesso Bossi alle Riforme, Castelli alla Giustizia e Maroni al Lavoro.

2006

Dopo un quinquennio travagliato, arrivano le elezioni del 2006 e la coppia non sfonda; Forza Italia crolla e la Lega non riesce a recuperare il voto perduto. I due non si demoralizzano anche perché il centrosinistra non ha la forza e, soprattutto, i numeri per governare. Si ripete quello che era avvenuto nel 2006 con il primo Governo Prodi, l’Ulivo si suicida e alla Lega e a Forza Italia nel giro di due anni si ripresenta la possibilità delle urne. Come nel 1994, villa Certosa in Sardegna fa da sfondo al nuovo accordo e sempre con Tremonti a svolgere il ruolo di mediatore. “Silvio, sei tu il leader. Staremo insieme fino alla fine” confida Bossi. Nel frattempo Forza Italia è diventata Pdl con l’annuncio del predellino, Casini ha abbandonato gli alleati e An non esiste più. Nasce il nuovo “patto della Padania”.

2008

Il 13 aprile 2008 il centrodestra stravince le elezioni con il Pdl che raggiunge il 37% e la Lega che supera l’8%. Passano pochi giorni e i due partiti si ritrovano nuovamente divisi; Berlusconi vuole la riforma della giustizia mentre Bossi punta i piedi sul Federalismo. Così come avvenuto negli anni passati, a ogni richiesta berlusconiana corrisponde una controreazione bossiana. Ma, nessuna delle due riforme andrà in porto, e la stessa Legislatura non arriverà alla sua naturale conclusione. 

2013

Alle elezioni del 2013 ci si presenta ancora una volta insieme ma le possibilità di farcela sono minime. Alla guida del Carroccio non c’è più Bossi e il Pdl ha perso altri pezzi. Il risultato è impietoso: Pdl al 21% e Lega al 4%.

Le strade sembrano dividersi definitivamente con Berlusconi che sostiene il governo di grande coalizione guidato da Letta e Maroni, nuovo segretario leghista, che passa all’opposizione. Ma, in politica, mai dire mai e, a distanza di appena un anno, la Lega e Forza Italia hanno deciso di riprovarci. 

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Sabino Labia

Laureato in Lettere all'Università "Aldo Moro" di Bari, specializzazione in "Storia del '900 europeo". Ho scritto tre libri. Con "Tumulti in Aula. Il Presidente sospende la seduta" ho raccontato la storia politica italiana attraverso le risse di Camera e Senato; con "Onorevoli. Le origini della Casta" ho dato una genesi ai privilegi dei politici. Da ultimo è arrivato "La scelta del Presidente. Cronache e retroscena dell'elezione del Capo dello Stato da De Nicola a Napolitano" un'indagine sugli intrighi dietro ogni elezione presidenziale

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