Terrorismo: nei giorni dell'Expo il rischio può arrivare dall'Italia
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Terrorismo: nei giorni dell'Expo il rischio può arrivare dall'Italia

Secondo gli esperti di intelligence, le minacce alla sicurezza nei giorni dell'esposizione universale non arriveranno dai jihadisti

“Il vero rischio attentati all’Expo non arriva dagli islamici ma dagli antagonisti italiani”. Sarebbero italiane, infatti, le menti che poterebbero pianificare un eventuale attentato all’Expo o in altre città d’Italia durante il periodo dedicato alla manifestazione internazionale di Milano, l’ostensione della Sacra Sindone e del Giubileo. Lo spiega in una intervista a Panorama.it, l’esperto di intelligence e strategie internazionali, Gianluca Ansalone. “Ad oggi non ci sono tracce nei siti islamici di propaganda di pianificazioni attentati per colpire l’Expo di Milano mentre invece vi sono evidenze di pericoli che nascono proprio in casa nostra”.

Professore Ansalone sia più preciso….
Gli analisti hanno notato che nei forum degli antagonisti italiani e nei movimenti quali No Tav o No Expo, stanno aumentando in modo esponenziale ed estremamente pericoloso i toni con i quali si sta parlando dell’imminente inaugurazione dell’Expo mentre ciò non avviene nei siti o nei forum degli estremisti islamici.

In sostanza, ci stiamo preoccupando dei terroristi islamici ed invece il vero pericolo sono quelli italiani?
Al momento, sì. Il vero fermento è proprio tra questi soggetti che orbitano nel mondo antagonista, dell'eversione, più che in quello degli estremisti islamici. Certo è, che rimane invariata la minaccia di voler issare la bandiera nera dell’Isis sulla cupola di San Pietro ma al momento rimangono quelle le minacce di matrice islamica.

Che ne pensa del nuovo decreto antiterrorismo approvato in modo definitivo ieri?
È assolutamente adeguato al momento attuale. E voglio sottolineare “al momento attuale”. Considerando le minacce di oggi, le misure adottate rispondo perfettamente a quelle che possono essere le misure di sicurezza e protezione del nostro Paese. Ma, ripeto lo saranno non per molto tempo e tra poco dovranno essere riviste, modificate e integrate con altre norme, altri provvedimenti.

Milano, 7 febbraio 2015. ANSA/MOURAD BALTI TOUATIAnsa

Tra quanto secondo lei? E da cosa dipende?
Dipende da moltissimi fattori. Il terrorismo è in continua evoluzione e uno degli aspetti che potrebbe influenzare moltissimo un cambiamento delle leggi adottate oggi per prevenirlo, è senza dubbio la situazione libica. Se non riusciamo a “disinnescare” la questione libica è a rischio la nostra sicurezza. E non sto parlando della sicurezza o del rischio attentati terroristici a livello europeo o mondiale, ma mi riferisco esclusivamente all’Italia. L’Italia è il Paese che potrebbe avere più problemi dall’instabilità e dal non controllo della situazione in territorio libico.

Che cosa la preoccupa di più?
Uno degli aspetti più preoccupanti deriva proprio dagli sbarchi. Non ci sono evidenze di pericoli di terroristi infiltrati a bordo, ma dal traffico di esseri umani i terroristi ricavano soldi che loro usano per pianificare nuovi attentati o nuove battaglie. Questo aspetto potrebbe rivelarsi fondamentale per un “mutamento” del terrorismo in Italia e che potrebbe richiedere un adeguamento delle leggi appena approvate..

Insomma, minacce interne e esterne all’Italia. Come proteggersi?
Prevenzione e collaborazione. L’Italia è impossibile da proteggere e da mettere in sicurezza totalmente sia per la vastità del suo territorio sia per la moltitudine degli obiettivi sensibili. L’unico modo per rendere più sicuro il nostro Paese è la prevenzione attraverso un buon lavoro dell’intelligence e una adeguata collaborazione con i servizi segreti degli altri Paesi. Solo così si potrà pensare di fermare eventuali attentati o minacce all’Italia e alle sue manifestazioni questa sia l’Expo, l’estensione della Sacra Sindone a Torino e il Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco.

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Nadia Francalacci