Epo, ma non solo. Tutti i tipi di doping
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Epo, ma non solo. Tutti i tipi di doping

Il doping, conosciuto sin dall'antica Grecia, è diventato uno strumento sempre più diffuso nella pratica sportiva. Ecco una classificazione di tutti i  tipi di sostanze dopanti che esistono in giro. Abbiamo analizzato gli effetti collaterali, spesso devastanti fino al cancro e alla morte, e quelli psicologici, che portano all'alterazione della stessa personalità.

Nandrolone, testosterone, ormone della crescita, cannabis. Ce ne è per tutti i gusti. Non solo l'eritropoietina, dunque, la sostanza utilizzata da Alex Schwazer, ma  un ricco campionario di nomi e sostanze da usare all'occorrenza. Quali e quanti tipi di doping esistono?

Doping e un termine mutuato dall'inglese, anche se di origini non anglosassoni, che tradotto in italiano significa, in senso lato, fare uso di droghe o sostanze stupefacenti. Secondo altri autori, invece, la sua origine viene fatta risalire al linguaggio sudafricano nel quale il termine “dope” viene associato ad una bevanda alcolica usata come stimolante nelle danze e nei riti primordiali.

In ambito sportivo è, come ben sappiamo, l'uso di sostanze o procedimenti destinati ad aumentare artificialmente il rendimento in occasione di una gara sportiva. Il ministero della Salute ha stilato una nota che viene costantemente aggiornata grazie anche alle indicazioni del comitato Olimpico internazionale e della Wada, l'Agenzia mondiale dell'antidoping.

QUALI TIPI DI DOPING

- Stimolanti: eccitanti centrali che ripetono l’azione dei mediatori prodotti dal sistema neurovegetativo simpatico nel corso dell’esercizio fisico e in situazioni di stress. Servono a migliorare il grado di attenzione e concentrazione e aumentano la resistenza alla fatica e la tolleranza allo sforzo;

- Narcotici fanno parte della classe degli oppioidi e derivati come morfina, eroina, metadone. Svolgono un’azione analgesica centrale e calmante. Vengono utilizzati per spegnere la sensazione dolorifica, come nel pugilato, e per contrastarne in parte l’effetto di spegnimento dell’attenzione. Vengono assunti in combinazione con sostanze stimolanti. Danno tossicodipendenza;

- Anabolizzanti: sono sostanze con azione simile a quella dell’ormone testosterone. Legandosi a specifici recettori cellulari, inducono modificazioni tipiche legate alla differenziazione sessuale, principalmente un aumento della massa muscolare e della forza. Il più usato è il testosterone, ormone prodotto normalmente dall’organismo che favorisce l’aumento della massa muscolare ed il tessuto osseo. E' in grado di favorire lo sviluppo del cancro e dare vita a tutta una serie di patologie molto serie: fibrosi, cisti, ascessi, calcificazione e rottura delle fibre muscolari.

- Ormoni proteici, glicoproteici e analoghi: sono sostanze naturali che fungono da “messaggeri” all’interno dell’organismo. Questo gruppo di sostanze è piuttosto disomogeneo, in quanto comprende sostanze non strettamente correlate farmacologicamente fra di loro;

- Diuretici: si tratta di una forma di doping specificamente adottata negli sport ove esistono categorie di peso come lotta, il sollevamento pesi e il pugilato. Il vantaggio che ne deriva è quello di gareggiare in una categoria inferiore sfruttando la struttura fisica che competerebbe ad una categoria superiore. Tuttavia, la disidratazione è causa di ridotta funzione neuromuscolare e di difficoltà di termoregolazione in quanto il processo di sudorazione è meno efficiente;

- Auto emo trasfusione: consiste nel prelievo di sangue dell’atleta al momento desiderato e nell’immissione del sangue nello stesso individuo dopo che è stato conservato per un lungo periodo di tempo. Tutto questo è una manipolazione che viene tentata da alcuni anni negli atleti, con la finalità di aumentare il numero dei globuli rossi, per elevare la capacità del sangue per trasportare l’ossigeno. È noto che atleti che praticano sport di lunga durata, tipo maratoneti e i ciclisti, presentano una modesta anemia e in questi atleti potrebbe essere stata qualche auto trasfusione.

Negli atleti con segni di sofferenza cardiovascolare l’auto emo trasfusione non va eseguita. Inoltre non va eseguita quando si richiede un aumento della prestazione atletica, perché secondo il parere di molti induce a un accumulo di ferro nei tessuti, con possibilità di emocromatosi, la morte dell’emoglobina, in maniera progressiva in vari organi come il cuore, il fegato e i reni. L’emotrasfusione rappresentava lo strumento adottato per aumentare la massa dei globuli rossi e quindi la capacità di trasporto dell’ossigeno nel sangue. Attualmente la pratica è in disuso essendo stata soppiantata dall’assunzione di Epo.

SOSTANZE CON RESTRIZIONE

- Cannabinoidi: gli effetti variano con la dose. A basso dosaggio si ha euforia, a dosaggio medio si ha disinibizione, a dosi elevate aggressività. Vi è anche un complesso corredo di sintomi che manifestano segno di sofferenza del sistema nervoso centrale: diminuzione della forza muscolare, della memoria, dell’equilibrio;

- Corticosteroidi: trattamenti prolungati con corticosteroidi sono possibili esclusivamente su precise indicazioni mediche, in particolare in caso di asma e rinite allergica. Tutti gli altri usi sono considerati doping;

- Betabloccanti: sono farmaci che, tra le loro azioni, riducono la frequenza cardiaca. In alcune discipline, come nei tiri, l’agitazione fa aumentare la frequenza cardiaca e disturba la fase di puntamento.

- Anestetici sono farmaci che bloccano reversibilmente la trasmissione dello stimolo dolorifico verso il sistema nervoso centrale.

Iniezioni sistematiche sono considerate doping, mentre è invece permesso il trattamento locale. Gli effetti dannosi sono legati al passaggio in circolo dell’anestetico e coinvolgono principalmente il tessuto nervoso centrale e l’apparato cardiocircolatorio producendo alterazioni dello stato psichico (agitazione, depressione, insonnia), blocco atrioventricolare, collasso cardiocircolatorio, ipotensione.

EFFETTI PSICOLOGICI DEL DOPING SPORTIVO

Il doping fa subentrare la tensione ansiosa causata dalla crescente fissazione ossessiva di prevalere ad ogni costo. A seconda del tipo di sostanza dopante assunta, l'atleta presenterà differenti tipologie di effetti psicologici, cosa che configurerà un'autentica alterazione della sua stessa personalità.

I cambiamenti psicologici sono stati studiati e suddivisi in tre gruppi. Il primo gruppo, definito degli “effetti precoci”, comprende stati di euforia ed altri cambiamenti dell'umore. In tale fase diminuisce la stanchezza, migliora la capacità di sopportazione del dolore e spesso compaiono sintomi di iperattivazione come l’insonnia, l’aumento della libido, l’agitazione e l’irritabilità. Il secondo gruppo è quello degli “effetti legati ad alte dosi” e include perdita dell'inibizione e mancanza di giudizio, con umore instabile e maniacale. L'ultimo gruppo è quello degli “effetti dopo assunzioni prolungate”. Porta a tendenza ad essere sospettosi, polemici, impulsivi e molto aggressivi. Talvolta, gli effetti comportamentali possono essere particolarmente intensi ed aumentare fino a sfociare nella violenza, ostilità, comportamento antisociale, generando la cosiddetta “roid rage”, la rabbia da steroidi. In alcuni casi questa rabbia può portare ad azioni molto pericolose quali tentati suicidi od omicidi, a seconda che venga rivolta verso se stessi o  gli altri.

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Marino Petrelli

Ho studiato comunicazione all'Università La Sapienza a Roma e mi sono specializzato in nuovi media e tecnologie digitali. Scrivo principalmente di scienze, temi green e farmaci, ma mi occupo anche di comunicazione politico istituzionale e di organizzazione di campagne elettorali. Ho una grande passione per il basket e sono il responsabile di Supporter's Magazine, rivista ufficiale legata alla New Basket Brindisi.

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