Egitto, il pupazzo della Vodafone è un terrorista
Youtube.com
News

Egitto, il pupazzo della Vodafone è un terrorista

Il procuratore del Cairo ha aperto un'inchiesta su uno spot che conterrebbe messaggi in codice per i Fratelli Musulmani riguardo all'esplosione di una serie di bombe

Nell'Egitto del dopo Mubarak e del post-Morsi si è passati dalla pubblicità ingannevole allo spot terroristico . Secondo un blogger attivista, vicino al clan dell'ex Faraone Mubarak, Abla Fahita, un famoso pupazzo molto amato dai bambini egiziani, si sarebbe convertito alla causa dei Fratelli Musulmani, diffondendo notizie sulle bombe pronte a esplodere durante una pubblicità della Vodafone.

Il codice segreto utilizzato dal pupazzo, che equivale - per intenderci - alla nostra foca che parla con la voce di Luciana Littizzetto, permetterebbe ai Fratelli di scambiarsi dettagli importanti sui prossimi attentati. Va detto che qualche settimana fa il governo egiziano ha incluso i Fratelli Musulmani nella lista nera delle organizzazioni terroristiche e adesso le accuse ad Abla Fahita non fanno altro che rendere la situazione ancora più incandescente, dopo i morti che ci sono stati durante gli scontri in tutto il Paese e in particolar modo attorno al Delta del Nilo.

Il governo ha accusato i Fratelli che continuano a chiedere il ritorno del presidente Mohammed Morsi, deposto a luglio 2013, di avere orchestrato una serie di attacchi con i loro militanti nell'area del Sinai, ma finora non ha prodotto prove in merito. Da parte loro i sostenitori di Morsi rigettano le accuse e si dichiarano vittime di un complotto anti-islamico, guidato dai vertici militari egiziani. Il risultato di queste accuse incrociate è il caos totale, infarcito da scontri, bombe e morti.

Alessandria-Egitto-2014.jpg

In questo clima incandescente si inseriscono le accuse di Ahmed "Spider" Zebidar, che in televisione (oltre che dalle pagine del suo blog) ha decifrato un messaggio in codice del pupazzo-terrorista diffuso con la pubblicità della Vodafone. Nello spot incriminato Abla Fahita e sua figlia Karkoura cercano di riattivare una sim card che non dà più segnali di vita e il pupazzo ne parla al telefono con un altro personaggio, chiamato Mama Touta. Sullo sfondo si può ascoltare una radio che dice come fare "un tacchino stufato" in occasione del Natale. Il tutto mentre il pupazzetto siede in poltrona accanto a un cactus ornato come un albero natalizio con delle palline colorate.

Durante la telefonata Fahita racconta di aver chiesto alle guardie di sicurezza del centro commerciale di procurarsi un cane addestrato a cercare le cose che ha perduto. Secondo l'interpretazione del blogger, il messaggio sarebbe "chiarissimo". Il centro commerciale e il cane si riferiscono al luogo dove sta per essere sferrato un attacco, le palline sul cactus sarebbero delle bombe e Mama Touta è il nome in codice dei Fratelli Musulmani.

Ci sarebbe da ridere se il procuratore generale egiziano non avesse preso sul serio la ricostruzione fantasiosa di Zebidar, tanto da aprire un'inchiesta ufficiale contro la Vodafone, che puntualmente ha contrattaccato. Insomma, incredibile ma vero, i fedelissimi dell'ex presidente egiziano adesso chiedono la galera per il pupazzetto "islamico".

"Sono accuse del tutto irrazionali", si legge in un comunicato ufficiale della compagnia telefonica, che sottolinea che lo spot in questione parla "solo e unicamente di come riattivare una sim" che non è stata utilizzata per molto tempo.

Non è la prima volta che Vodafone si trova al centro di polemiche di questo genere. Nel 2011 la compagnia venne accusata di mettere a rischio la sicurezza nazionale dal cantante Amr Mustafa, che sostenne pubblicamente che lo spot "The power is in your hands - Il potere è nelle tue mani" nascondeva un messaggio in codice per spingere gli egiziani a scendere in piazza contro Hosni Mubarak. Lo stesso cantante si scagliò poi contro altri due colossi internazionali, Pepsi e Coca-Cola, dichiarando che le due fabbriche di bibite gassate avevano orchestrato la rivolta di piazza Tahrir. Farneticazioni che sembrano in qualche modo attecchire in Egitto, soprattutto di questi tempi.

E Ahmed Zebidar ne è solo l'ultimo "vate", e nella sua crociata anti Fratelli Musulmani ha deciso di fare le pulci al presunto pupazzo terrorista, denunciando il fatto che Abla Fahita aveva già utilizzato il termine "bomba" durante uno spot per una nota marca di gelato, precedente a quello incriminato. Insomma, Fahita sarebbe un pericoloso recidivo e i suoi detrattori sottolineano che subito dopo la trasmissione dello spot l'Egitto è stato scosso da una serie di esplosioni, inclusa quella recente di Mansura, sul Delta del Nilo. 

Intanto, sul web e in televisione fioriscono i commenti sarcastici contro il complottista. Tanto che la CBC egiziana ha mandato in onda un confronto tra Zebidar e il pupazzo, che si è brillantemente difeso utilizzando l'arma dell'ironia e dicendo che il suo lavoro è fare il comico e non il terrorista. La vicenda del pupazzo è però indicativa della profonda frattura che caratterizza al momento la società egiziana, spaccata tra burattini e burattinai, bombe, disordini e scontri che hanno caratterizzato anche l'inizio del nuovo anno. 

I più letti

avatar-icon

Anna Mazzone