Eddy De Falco, strozzato dallo Stato
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Eddy De Falco, strozzato dallo Stato

Il suicidio del fornaio di Casalnuovo di Napoli dopo un accertamento da parte degli ispettori del lavoro

Quando Eddy De Falco ha visto sua moglie Lucia, stanca e appesantita da una vita di fatica, inginocchiata, con le mani giunte in una specie di preghiera laica verso i tre ispettori del lavoro, divinità in grado di decidere come indirizzare il corso di una vita, in quel preciso momento, il fornaio campano ha deciso che il limite della propria dignità umana era stato superato.

"Sì, li ho pregati in ginocchio, gli ho chiesto di non farci il rapporto scritto, di non parlare a voce alta davanti ai clienti, di darci un po’ più di tempo" dice Lucia che ormai ha esaurito preghiere e lacrime. Ma i tre vigilantes della legalità del lavoro dovevano portare a termine l’ispezione e non avevano nessuna intenzione di chiudere un occhio. Il fornaio era stato sorpreso in flagranza di reato. Dentro la bottega artigiana Speedy Pizza sul corso di Casalnuovo di Napoli, sobborgo di Pomigliano d’Arco, c’erano ben due lavoratrici in nero. Dice il verbale: "Melania De Angelis, attività di vendita di pane, indossa il grembiule con il logo “Profumo di pane”, acquisita dichiarazione. Lucia Poli, collaboratrice familiare, addetta alla vendita del pane, acquisita dichiarazione".

Lucia è la moglie di Eddy ed Eddy non le pagava i contributi. Melania è una ragazza di 21 anni che, due giorni a settimana, da due mesi, si guadagnava in nero 30 euro al giorno dalle 7 alle 14. Avrebbero potuto fare la ramanzina a voce, dire che la prossima volta sarebbero stati guai, dire io capisco a te ma tu capisci a noi. Invece, redatto il verbale, per Eddy non c’era più scampo. Entro 24 ore doveva pagare una multa di 1.950 euro se no gli avrebbero chiuso il locale, "sospesa l’attività" come recita il burocratese.

Eddy è uscito, lo sguardo perso sull’asfalto. Lo hanno visto bene i commercianti suoi amici. Per esempio Emanuele Liccardo, negozio di frutta e verdura lì accanto. Oppure Giuseppe Cicchelli, il farmacista di fronte.

Lucia ha abbassato la serranda ma Eddy che pure era lì, era assente. Sono tornati a casa. Lucia lo ha convinto ad andare da zia Maria, un’anziana parente che risolve problemi e in effetti Maria gli ha detto: "Eddy, non ti preoccupare, domani mattina hai i 2 mila euro per pagare la multa". Ma Eddy era assente, nella sua testa c’era solo l’immagine della sua Lucia, il suo amore da 26 anni su 41 vissuti su questa terra, inginocchiata, prostrata, umiliata davanti a quei tre. "Abbiamo cenato. Scherzava con Denise, la nostra figlia più grande. Ha giocato un po’ anche con i due gemelli. Poi è andato a letto. Mi ha detto: “Lucia, non stare a perdere tempo con i piatti, vieni su con me”. Sono salita, ci siamo distesi e tenuti stretti. Lo vedevo angosciato e ho cercato di tranquillizzarlo, non ti preoccupare, amore mio, ce la faremo anche stavolta. Poi ho chiuso gli occhi e alle 7, quando mi sono alzata ho visto che la macchina era ancora sotto. Sono scesa, era in moto, c’era un tubo di plastica che entrava nel finestrino, il giubbotto di Eddy messo a coprire la fessura. Ho capito. Ho aperto lo sportello, il sedile era tutto abbassato, lui dormiva. Ma invece era già morto".

Eduardo De Falco, 43 anni, nato a Toronto perché suo padre era emigrato in Canada e per questo tutti lo chiamavano Eddy, all’americana, si è ammazzato perché ha visto il buio nel tunnel che sembrava non finire mai. Nonostante fosse un bravo fornaio, nonostante avesse tre splendidi figli, nonostante sua moglie l’amasse tantissimo e tutta la sua numerosa famiglia lo avesse sempre aiutato quando c’era stato bisogno.

Era generoso Eddy. "Pensa che quattro giorni prima che gli arrivasse questa mazzata si era fatto promotore di una colletta tra noi commercianti per aiutare una signora il cui laboratorio di pasticceria era andato a fuoco" racconta Liccardo. Una vita passata a impastare farina. Quando 21 anni fa aprì Speedy Pizza a Casalnuovo di Napoli, una grande strada con oltre 50 mila abitanti, le cose sembravano andare bene. "Era bravo e si inventò una pizza a taglio speciale. Ci siamo cresciuti tutti con le pizze di Eddy e con la buona musica che mandava dallo stereo" racconta Cicchelli. Non una vita da ricchi ma più che dignitosa. Un rudere comprato a Pomigliano d’Arco per 60 mila euro, altri 130 mila spesi per la ristrutturazione e una casa vera su due piani per la famiglia De Falco. Poi, l’unica grande passione da maschio: la moto. Una Honda Hornet gialla con il serbatoio aerografato con cui Eddy andava in giro per motoraduni.

"Nel 2008 sono cominciati i guai economici, i clienti sono diminuiti e le spese erano sempre più alte" dice Ciro Poli, suocero di Eddy. Il 2008 è anche l’anno della nascita dei gemelli. La prima vittima della crisi è la moto, unico passatempo: venduta. Niente più vacanze, al massimo il 14 e 15 agosto di ogni anno, mai una cena fuori, mai un viaggetto. Quando c’era voglia di evasione sfogliava le foto del viaggio di nozze fatto a Toronto, per ritrovare radici e compari di battesimo. Eddy, bello e sorridente in faccia alle cascate del Niagara. Poi ha smesso anche di sorridere. "Per cercare di smettere di fumare mangiava troppe caramelle e si è distrutto i denti. E ovviamente non aveva i soldi per curarsi" dice suo fratello Arcangelo, delegato Fiom alla Fiat di Pomigliano, ovviamente cassintegrato. È arrabbiato Arcangelo: "Eddy è una vittima di questo Paese. Ma lui valeva quanto Borsellino e Falcone perché si è ammazzato pur di non chiedere i soldi alla camorra. Lo sa cosa ci vuole a chiedere un prestito di 10 o 20 mila euro? Te li danno in un giorno. Ma lui non ha voluto diventare schiavo della criminalità. Ma questo Stato non ha avuto pietà di una persona perbene".

Ma ci si può ammazzare per una multa di 2 mila euro? Già a luglio la Guardia di finanza gli aveva chiuso la pizzeria per tre giorni: "Non aveva rilasciato alcuni scontrini tra cui, ricordo, uno per 1 euro e 50" dice Lucia. Poi c’era un’altra multa, circa 9 mila euro, per non aver versato i contributi per se stesso, che era stata rateizzata.

Con l’aiuto di Lucia, abbiamo fatto i conti in tasca all’attività imprenditoriale di Eddy. L’incasso quotidiano era di circa 200-250 euro, circa 6 mila euro lordi al mese. A questi vanno tolte le spese e le tasse. L’affitto del locale era di 1.100 euro al mese, poi 300 euro di corrente, 141 euro la rata di Equitalia della multa per contributi non versati e tassa sui rifiuti non pagata, 540 euro di mutuo con la banca per la ristrutturazione del locale fatta nel 2011, altri 420 euro di mutuo per i lavori fatti in casa, 250 euro della lavoratrice Melania. Restano 3.200 euro ma ci sono da pagare le tasse, le altre bollette, le spese come la farina, il pomodoro, la verdura, la mozzarella. Di tutto questo lavoro, dalle 5 del mattino alla sera, restava lo stipendio di un operaio, 1.200 euro con cui fare la spesa, comprare i vestiti e tutto il resto. "L’assicurazione della macchina non potevamo più pagarla e oggi il riscaldamento lo teniamo spento" ammette Lucia circondata dalle bollette.

Eddy era anche angosciato da altri piccoli debiti con la sua famiglia. Piccole cose, ma per lui era un peso non poter onorare gli impegni presi. Fatto è che questo equilibrismo continuo ("Sul nostro conto sono rimasti 12 euro" dice Lucia mostrando l’estratto conto), questo stare ogni momento con un piede sulla terra e l’altro sullo sprofondo, ha fatto sì che la visita dei signori ispettori del lavoro, la mattina di mercoledì 19 febbraio alle 10 si sia trasformata nel trancio della corda su cui l’equilibrista Eddy camminava da troppi anni.

Un anonimo amico ha scritto un biglietto incollato sulla serranda di Speedy Pizza: "Eddy ha commesso un grave delitto: era innamorato di quello che aveva messo su in 20 anni di vita. Errore fatale oggi perché un imprenditore deve essere dinamico, sveglio e capace di sgusciare come una anguilla tra i pericoli del mercato. Oggi progettista, domani commis di sala, dopodomani broker. Mai fermarsi, mai innamorarsi di quello che si fa". Oggi la famiglia di Eddy, rimasta su questa terra a combattere, ha bisogno di aiuto. I commercianti di Casalnuovo, gli amici e i parenti hanno aperto un conto corrente su cui è già iniziata la gara di solidarietà. Chi vuole, può far parte di questa Italia.   

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